2023, l’anno orribile degli animali

2023, l’anno orribile degli animali2023, l’anno orribile degli animali – Il 2023 verrà sicuramente ricordato come l’anno in cui si sono susseguiti un numero enorme di azioni di crudeltà assoluta nei confronti degli animali.

Chi ha letto i miei articoli precedenti avrà sicuramente memoria dei tanti casi in cui gli animali sono stati picchiati, torturati e uccisi nei modi più barbari possibili.

Crudeltà inutile

Ma non si fa in tempo a raccontare di uno di questi terribili episodi che ne accade subito un altro.

Ultimo, ma solo in termini di tempo, è accaduto Siurgus Donigala (paesino della provincia del Sud Sardegna).

Due cagnolini, jack russel, sono stati dapprima picchiati e poi impiccati nella piazza del paese. Sul terribile gesto sta ora indagando la polizia locale.

Due le ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti o quella di un messaggio o di una vendetta rivolta al proprietario dei due cani, oppure quella di una punizione per qualche azione dei due cagnolini. Ma qualunque sia la motivazione nulla giustifica questa violenza efferata.

Riflettere sull’uomo moderno

Due indifesi cani brutalmente picchiati e abbattuti, ma quale bestia arriva a tanto?

Quale uomo riesce ad essere così vigliacco e senza cuore da commettere un’azione così vergognosa?

Gli animalisti del posto hanno già comunicato che presenteranno esposto per chiedere giustizia per questi due poveri animali.

Ma a cosa servirà? Le pene per chi commette atti così atroci spesso non vengono nemmeno inflitte, perché spesso le forze dell’ordine locali conoscono i criminali che hanno commesso l’atto e non vogliono problemi o non ritengono così grave il crimine e quindi le indagini vengono fatte in modo sommario.

Le pene non sono così severe da essere un deterrente per chi vuole maltrattare, abbandonare o uccidere un cane.

La società odierna non ha più una coscienza e non ha nessuna umanità. Alla fine, rimarrà solo una unica certezza, che ancora una volta due poveri animali sono stati abbattuti in modo brutale e non sarà l’ultima notizia del genere che, purtroppo, racconterò.

Valerio Arenare