Anno nuovo, governo vecchio

Anno nuovo, governo vecchio

Anno nuovo, governo vecchio – Tutti coloro che, con grandi aspettative, avevano dato il voto e fiducia al governo Meloni, si stanno pentendo. Tuttavia, era chiaro fin dall’inizio che la Giorgia nazionale e il suo centrodestra, avrebbero assolto al ruolo di mero passacarte, il cui compito era ed è – evidentemente – proseguire l’agenda firmata Mario Draghi.

Caro benzina

Passate le feste di Natale, il prezzo di gasolio e benzina – esempio lampante – sono già aumentati, portando ad un innalzamento generale dei prezzi.
Non è finita, perché a febbraio i passacarte confermeranno le sanzioni alla Russia, aggravando la carenza di petrolio a disposizione dei popoli del vecchio continente, da cui deriverà un nuovo vertiginoso aumento del prezzo dei carburanti.

A chi pensa la Meloni?

A sacrificare un Nazione che l’ha eletta e che lei dovrebbe rappresentare – con capitale Roma, non Kiev – con l’obiettivo di un tornaconto futuro – quale è difficile da capire – continuando a stendersi a zerbino degli americani, i quali non hanno altro interesse che mantenere l’Europa e l’Italia sotto il giogo a stelle e strisce, è inconcepibile, per chiunque dica di amare il proprio Paese e il suo popolo.

Un 2023 durissimo

Restiamo alla finestra ad aspettare le prossime mosse di Meloni & Company? Aspettiamo che l’inflazione arrivi alle stelle?
L’Italia è una pentola a pressione sul punto di esplodere, sia per il malessere dei tanti disoccupati del meridione, sia per salari e pensioni ormai del tutto inadeguati a mantenere un dignitoso potere d’acquisto, sia per la desertificazione delle piccole e medie imprese, ormai avviate all’estinzione.

Siamo consapevoli che di questo passo, il prossimo ci precipiterà nel baratro del fallimento? Sta suonando la sveglia ed è tempo che l’italiano medio la senta. Delegare il proprio destino ad una democrazia serva dello straniero, che gioca alla roulette russa con il caricatore pieno, è pura follia. Ogni colpo sparato arriva a bersaglio e uccide.

Che fare?

Tornare protagonisti, giorno per giorno, quartiere dopo quartiere, riconquistando il presente per garantire un futuro, partendo da una vera ricostruzione nazionale che, ad oggi, non esiste, poiché così come è di fatto, è sinonimo di sacrificio umano sull’altare della UE, tomba in cui abbiamo già messo un piede…