Auto: Ben svegliata Unione Europea! – Ogni tanto, per qualche misteriosa congiunzione astrale, Sua Altezza Ursula Von Der Leyen, monarca assoluta di quel regno infelice chiamato Unione Europea, si degna di tornare sul pianeta Terra, dando segni di parziale recupero di senso della realtà.
Si tratta, si badi bene, di fenomeni sporadici e passeggeri, perché ben presto le fette di salame dell’ideologia si precipitano a foderare gli occhi della soave regina, che torna rapidamente a prospettare improbabili scenari, degni del lato oscuro della luna.
Il risveglio della Von Der Leyen
E così, un paio di giorni fa, la bella addormentata si è svegliata accorgendosi, finalmente, che, forse, il mercato delle auto elettriche rischia appena appena di diventare un monopolio cinese.
Eh, si, perché il colosso asiatico non solo detiene il controllo – diretto o indiretto – della maggioranza dei giacimenti di materiali strategici per la produzione di vetture green, ma sovvenziona massicciamente la propria industria con fondi statali, drogando il mercato con prezzi insostenibili per la concorrenza.
Chi l’avrebbe mai detto?
Interventi dello Stato nell’industria? In Cina?
Nemmeno fosse un paese comunista!
Ah già…sta a vedere che quel rosso nella bandiera non è del tutto casuale…Ma come?
Il mondo non è tutto liberal-liberista? Qualcosa non torna…
Quanti pensieri staranno affollando la testolina dell’augusta regnante!
Ma tranquilli, l’UE ha infinite risorse – prelevate direttamente dalle tasche dei suoi esausti cittadini – e armi segrete.
Mario Draghi
E così la divina Ursula ha sfoderato quella più temibile: Mario Draghi.
L’eurocrate per definizione è stato incaricato di indagare sulle sovvenzioni ai veicoli elettrici di provenienza cinese.
Indagine del tutto superflua, per la verità, il cui esito è noto da sempre anche ai sassi.
Ma, più in generale, l’ex banchiere dovrà relazionare sul futuro della competitività europea.
Cioè su quanto le prospettate batoste green -su auto, case, allevamenti, coltivazioni, etc. – incideranno sulla martoriata economia continentale rispetto a mercati mondiali i cui operatori, di fronte alla folle ideologia climatista, si scompisciano dalle risate.
Alla notizia dell’incarico di Draghi, il Ministero del Commercio cinese ha commentato:
” È un puro atto protezionistico che interromperà e distorcerà gravemente la catena globale dell’industria automobilistica e della fornitura e avrà un impatto negativo sui legami economici e commerciali tra Cina e UE”.
Fosse vero…
Intanto sembra che l’aggressività delle imposizioni green, anche per l’avvicendamento alla Commissione per il Green Deal tra l’oltranzista Tiemmermans e il più moderato duo Maros Sefcovic e Wopke Hoekstra dovrebbe temporaneamente attenuarsi, in modo da dare il tempo alle famiglie e agli operatori economici del Vecchio Continente di prepararsi e, soprattutto, di comprendere quanto sia bello, sano, moderno – ma sì, anche cool! – adeguarsi alle meraviglie del Green Deal.
In sostanza si prospetta una rieducazione di massa di stampo sovietico.
Noi, piuttosto, speriamo da un lato che i signori di Bruxelles si sveglino veramente e non in modo parziale, recuperando il realismo smarrito e abbandonando progetti falsamente ecologisti, privi di vere basi scientifiche e sostanzialmente suicidi.
Dall’altro che tra i cittadini maturi una nuova coscienza fatta di libertà e di coraggio, che li porti al superamento di una UE fallimentare.
Raffaele Amato