Bellezza tradita

Bellezza traditaBellezza tradita – Bellezza è parola usata e abusata nella volgare quotidianità del nostro presente, eppure rimane fedele a se stessa, suggestiva e remota.

Bella la Grecia, madre ed ispiratrice di tutta la bellezza d’Occidente, bella la potenza del corpo maschile esibito nudo e innocente nelle gare di ginnastica, belle ed eterne le canefore di Atene.

Il brutto

Il brutto, maggior regalo della democrazia antifascista, ha infestato le città, le arti, gli abiti e, infine, i corpi.

La dissoluzione passa per l’imposizione di ciò che bello è per gli ottentotti, inaccettabile per i quattromila anni della nostra storia.

Dai ghetti nordamericani immense donne steatopigie diventano ambasciatrici di una avvenenza primitiva e sproporzionata, agli antipodi del nostro gusto: greco, armonico, misurato.

Sensibili a tutto ciò che non è bianco ed europeo, i mass media mitizzano il tribale che, peraltro, ha una sua propria dignità, espressione di popoli e di “mondi” coerenti con se stessi ma, peccato imperdonabile, lo esportano e lo impongono a noi che gli siamo estranei e lontani per aver avuto altri padri ed altri maestri.

Siamo noi i pervertiti, nel senso letterale del termine, non certo le boscimani mai naturalizzate americane che non sconvolgono il loro mondo, non lo mettono sottosopra (per-vertere), ma lo riscoprono, lo rispettano, lo ossequiano anche nelle forme dei loro corpi.

Afrodite tradita

Siamo noi che abbiamo lasciato ci sottraessero il senso innato per misura, gusto ed eleganza; siamo noi che abbiamo tradito Afrodite, non loro che non l’hanno mai conosciuta, non loro, africani d’America, che ancora omaggiano misteriose e debordanti matrone.

La corsa alla celebrazione di ciò che è s-graziato ai nostri occhi precede ed avalla l’accettazione di ciò che è in dis-grazia di Dio.

Ne è conferma la vittoria ad un concorso di bellezza per Miss America di un uomo, dalle forme inguardabili.

Un uomo grasso, vestito da donna, trans, non di razza bianca: la summa di tutto ciò che aderisce (e perfettamente!) alla perversione dell’oggi.

Afrodite non muore da sola …