Caivano: spunta un nuovo video

Caivano: spunta un nuovo video

Caivano: spunta un nuovo video – Cara mamma, da quando mi hanno allontanato da te mi sento sola ogni giorno. Mi manchi. Mi sento morire, vorrei uscire con tutti i miei fratelli.

Questo è un estratto della lettera scritta, in occasione delle feste natalizie, da una delle due cuginette di Caivano rispettivamente di 12 anni e 10 anni, vittime di reiterati abusi sessuali nel Parco Verde e di cui sette minorenni e due maggiorenni sono ritenuti responsabili di violenze e abusi.

Infatti, il giudice, dopo la scoperta della scorsa estate sugli orrori che le due cuginette subivano ormai da mesi, aveva chiesto che le due venissero messe in due case-famiglia separate.

Da allora le ragazzine non hanno più avuto alcun contatto coi familiari, feste di Natale incluse.

Questo perché la famiglia delle due vittime non è stata ancora ascoltata dagli inquirenti in sede di incidente probatorio e quindi un eventuale contatto con le bambine potrebbe determinare condizionamenti o situazioni tali da inquinare le prove.

Spunta un nuovo video

Lo scorso ottobre, invece, si è conclusa la perizia sui cellulari dei due maggiorenni, indagati per gli stupri alle due cuginette, da cui è emerso un terzo video delle violenze.

L’analisi si è soffermata soprattutto sui filmati, dei quali avevano parlato anche le due vittime.

In totale sono stati recuperati quattro file, uno era su due diversi telefoni.

I filmati riportano i rapporti sessuali con ragazzine molto giovani, probabilmente minorenni e che potrebbero essere le due cuginette violentate.

Immagini che si sono rivelate utili anche per identificare i luoghi in cui sono state girate, al punto da portare il perito a individuare la casupola abbandonata e in rovina di via Necropoli, davanti all’ex isola ecologica di Caivano mai entrata in funzione.

Un rudere con sporcizia e teloni appesi.

Un contesto di degrado e abbandono

Uno scenario che corrisponde col racconto delle due cuginette che, ascoltate in modalità protetta, avevano individuato i luoghi in cui si erano consumati gli abusi nella Villa Comunale di Caivano, nello stadio abbandonato Faraone e in quella casupola.

Filmati da cui sono emersi altresì ragazzi non identificabili in atteggiamenti violenti, intenti a mostrare i coltelli.

Sono state anche rinvenute conversazioni concernenti le vicende di cui sono accusati i maggiorenni e i minorenni indagati.

E, a proposito di questi ultimi, qualche giorno fa è stato disposto il giudizio immediato sia per i sette minorenni che per i due maggiorenni coinvolti negli abusi.

La magistratura al lavoro

Il gip del tribunale dei minorenni di Napoli Umberto Lucarelli e il gip del tribunale di Napoli Nord Fabrizio Forte hanno accolto le richieste delle due procure competenti nel procedimento e disposto il giudizio immediato per il branco di giovani che, in più di una occasione, ha stuprato le due cuginette.

Il dibattimento davanti ai giudici minorili è stato fissato per il prossimo 28 marzo.

Il 2 aprile, invece, prenderà il via nel Palazzo di giustizia di Aversa – sede del Tribunale di Napoli Nord – il processo nei confronti dei due maggiorenni: P.M e G.V., il primo nato nel 2004, il secondo un anno più piccolo.

Al branco di giovanissimi (due sono attualmente in una comunità di recupero e gli altri in carcere) vengono contestati gli abusi in forma aggravata e, per alcuni, anche in concorso con uno dei due maggiorenni, di avere prodotto video pedopornografici.

Ma non è finita qui.

Nel corso dell’interrogatorio dello scorso gennaio, la più piccola ha rivelato la presenza del terzo maggiorenne tra gli stupratori.

Nuovi dettagli dagli interrogatori

Un’occasione in cui la ragazzina non solo ha ripetuto, confermando, le dichiarazioni che aveva rilasciato quando fu ascoltata la prima volta, ma ha fornito agli inquirenti una serie di ulteriori dettagli in maniera lucida e molto circostanziata.

Tra questi il particolare del terzo aggressore che, a differenza degli altri coinvolti, sarebbe riuscito a non venire allo scoperto per quasi cinque mesi.

Si tratterebbe di un ventenne, la cui posizione è ancora al vaglio egli inquirenti.

Il ragazzo avrebbe partecipato alle aggressioni almeno in un paio di occasioni.

Una lucidità che non è mancata neppure all’altra cuginetta, ascoltata solo pochi giorni prima, nel medesimo ambiente protetto.

La piccola ha rivelato quasi tutto nei dettagli: dagli orari ai nomi e cognomi, dai volti al disperato tentativo di scappare dal luogo dove si consumavano le violenze e la corsa verso un bar per cercare di seminare i suoi aggressori.

L’ombra della droga

Entro quindici giorni i legali degli imputati hanno la possibilità di chiedere che il giudizio si svolga con il rito abbreviato.

Da quanto è emerso dalle dichiarazioni di una delle piccole vittime, il branco le avrebbe costrette anche a fumare.

Probabilmente sostanze stupefacenti di cui la banda faceva ampio uso.

Il rifiuto da parte delle due cuginette avrebbe provocato la violenta reazione dei carnefici.

È questa la descrizione del branco emersa dal racconto delle piccole prede.

Il branco

Un gruppo di teppisti che si scatenava nelle strade e tra i palazzi del parco Verde terrorizzando i coetanei di tutto il quartiere facendo vedere coltelli e tirapugni. Gli stessi che il branco tirava fuori per convincere le piccole vittime a seguirlo nei luoghi scelti per consumare le violenze.

Si tratta di crimini e violenze orribili – hanno dichiarato Angelo Pisani e Antonella Esposito- che vanno perseguiti con pene esemplari soprattutto per lanciare un segnale forte e stabilire il rispetto delle regole in un mondo giovanile purtroppo sempre più caotico e pericoloso. Secondo i due legali il provvedimento di rinvio a giudizio immediato rappresenta la giusta fase di una procedura ordinaria purché – aggiungono – si mettano in atto provvedimenti volti al mantenimento degli affetti familiari.

Nel frattempo, resta la rabbia di due giovani vittime, da come si può amaramente riscontrare dall’interrogatorio di una delle due cuginette: Li odio, mi fanno schifo, non li voglio più vedere in vita mia.

Nemes Sicari

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