Da Oppenheimer all’11 settembre

Da Oppenheimer all’11 settembreDa Oppenheimer all’11 settembre – 9 settembre 2023, posti 6 e 9 di una sala cinematografica: durante la proiezione del film “Oppenheimer”, alle ore 11 di sera, l’esplosione dell’ordigno nucleare americano, sganciato su Hiroshima e Nagasaki, ci investe.

Prima il lampo, poi il boato… Poi le urla di gioia, il tifo da Super Bowl, l’accanimento disumano che traspare dai volti deformati dalla cattiveria, l’esaltazione di un uomo che ha permesso di dispensare la morte di 240.000 civili.

Corsi e ricorsi

Ci guardiamo in faccia, il pensiero va a due giorni da oggi, 11 settembre. Nel 2001, l’assordante crollo delle torri del WTC si ammutolì quando i media americani mandarono in onda le urla di gioia, i canti e i balli del popolo iracheno in festa per il colpo subito dagli Stati Uniti D’America e un uomo fu additato come l’assassino di 2.996 persone.

Scuotiamo il capo, le parole non servono.

La cronaca non è un film

Come sempre accade, la regia cinematografica o mediatica deve sviluppare un copione in cui ci siano vittime, colpevoli e supereroi che facciano giustizia.

Dovrebbe, quanto meno, esserci un minimo di equità che pareggi il piatto della bilancia: chiunque dovrebbe provare la stessa indignazione, emettere la stessa unanime condanna nei confronti di quegli spettatori che assistettero a due immani tragedie, ma la realtà è diversa.

Fu vera giustizia?

Nell’ottundente ricostruzione spacciata per verità, stride l’ingranaggio del sistema che si blocca.

Usciamo dalla sala, indossando un senso di repulsione per una politica becera e disumanizzante, carichi di domande e risposte che pesano come macigni, come rovine, cumuli di macerie, corpi bruciati, seppelliti.

Le labbra serrate, gli occhi bassi: la cosa terrificante è che, al di là delle verità o della menzogna, purtroppo, qualcuno dimentica e qualcun altro ride sempre…

Cristian Borghetti