Emilia-Romagna, emergenza nell’emergenza. Randagi a rischio annegamento e rifugi distrutti

Emilia-Romagna, emergenza nell’emergenza. Randagi a rischio annegamento e rifugi distruttiEmilia-Romagna, emergenza nell’emergenza. Randagi a rischio annegamento e rifugi distrutti – L’alluvione che ha messo in ginocchio l’Emilia-Romagna è sicuramente una tragedia dalle enormi dimensioni che nasconde diverse emergenze nell’emergenza.

Mentre ancora i volontari sono all’opera per cercare di liberare case ed abitazioni dal fango rimbalzano informazioni sul riconoscimento della quattordicesima vittima e dei vari danni ad abitazioni, attività commerciali ed aziende.

Una tragedia che ancora, si prospetta, ci riserverà altre brutte notizie.

Ma c’è un’emergenza di cui in pochi parlano ma che, anche essa, è di preoccupanti dimensioni; ovvero la situazione dei cani e gatti randagi, degli stalli e rifugi, dei canili e gattili, delle stalle ed aziende agricole.

Non esiste una stima precisa ma si presume che moltissimi cani e gatti possano essere annegati durante l’alluvione senza contare i danni che l’acqua ha causato a rifugi e stalli, danni che potrebbero essere difficilmente gestibili visto che molte di queste strutture vivono solo grazie agli sforzi dei volontari.

Non umanizzare gli animali

Per tante persone che leggeranno questo articolo penseranno che non sia possibile pensare a cani e gatti in questo momento in cui ci sono persone che sono a rischio della propria incolumità o che hanno subito danni alla propria abitazione, ma per tanti, come per me, il cucciolo di casa è di importanza vitale perché è considerato un componente della famiglia e questo non vuol dire “umanizzare” gli animali ma semplicemente usare ciò che Dio ci ha donato, ovvero un cuore.

Il nostro cuore è un organo di dimensioni minime rispetto a ciò che può sprigionare cioè l’amore!

Un amore che può essere rivolto, seppur in differenti modi, ai propri genitori, ai propri figli, ai propri parenti ed amici, ma anche nei confronti dei nostri animali e verso tutto il Creato e le Sue Creature.

Sono amori diversi ma comunque forti, intensi, profondi che condiscono la nostra vita rendendola unica e stupenda. Amori che portano immensa gioia, ma anche dolori lancinanti quando l’oggetto del tuo sentimento viene a mancare.

Immagino la Sig.ra Gina, pensionata che vive da sola con la sua gattina o il Sig. Mario pensionato da tempo che tutti i giorni porta il suo anziano cagnetto a passeggio al parco e con lui si siede su una panchina ed insieme, facendosi compagnia a vicenda, aspettano il calare del sole.

Penso a quel bambino che è cresciuto con la sua cagnolina che è stata la sua prima compagna di giochi. Penso a tutti coloro che amano e che sono amati incondizionatamente da queste stupende creature e che oggi, pensano di averle perse.

Penso ai tanti volontari che si prodigano per salvare i cuccioli abbandonati che hanno visto i loro rifugi e i loro stalli allagati e magari, hanno visto, i cuccioli che hanno salvato con tanto amore e dedizione alla causa morire.

L’insegnamento cristiano

Mi spiace per gli “ultras” anti animalisti che vedono nell’amore per animali un qualcosa di satanico e malefico tirando fuori anche improbabili teorie in cui Dio ci avesse concesso gli animali, non per amarli, ma per sacrificarli come nei riti descritti nell’antico testamento e questo mi riporta alla mente le parole del Santo che amo in modo particolare, ovvero il Santo degli ultimi, San Francesco d’Assisi che disse: “Se avrai uomini che escluderanno qualsiasi creatura di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrai uomini che tratteranno allo stesso modo i loro simili umani.”

O ancora: “Perché amo gli animali? Perché io sono uno di loro. Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba, il panico del cervo che scappa, sono il tuo oceano grande e sono il più piccolo degli insetti. E conosco tutte le tue creature: sono perfette in questo amore che corre sulla terra per arrivare a TE”.

Ma mi torna anche alla mente la leggenda di Sant’Antonio Abate, l’Anacoreta Egiziano, che viveva in un fortino nel deserto in compagnia di soli animali, non a caso il 17 gennaio festa di Sant’Antonio Abate si esegue il rito cattolico di benedizione degli animali; o la storia di San Rocco ed il cane che lo assisteva e dava sollievo leccandogli le piaghe quando fu colto dalla peste durante la sua missione di curare i malati, malattia che lo costrinse a ritirarsi in una grotta lontano da tutti in attesa della morte e con lui rimase solo quell’amorevole animale.

Ecco, io penso che se questi Santi ci hanno mostrato quanto avevano amato gli animali, significa che nostro Signore vuole questo. Che, tra le varie missioni dell’uomo, c’è anche quello di difendere il Creato donatoci da Dio con tutte le sue amate creature.

Come al solito mi dilungo perdendomi nei miei pensieri, ma tornando ad essere pragmatico, l’emergenza animali in Emilia-Romagna è un’emergenza concreta ed importante che non può essere sottovalutata per chi li ama, perché sono esseri viventi che avvertono il dolore e la sofferenza, perché sono creature del Creato.

Si muove la macchina del volontariato

Fortunatamente, tanti di buon cuore si sono già attivati, si susseguono annunci di Aziende Agricole o persone con proprietà non colpite dall’alluvione disposti ad ospitare, oltre che persone, anche animali domestici e di stalla.

Io mi auguro che i volontari, le associazioni e, soprattutto, il Ministero dell’Ambiente e la Regione Emilia-Romagna, si attivino per salvare queste povere creature e per aiutare nella ricostruzione stalli, rifugi e canili/gattili (magari cogliendo occasione per migliorarli visto che molti di loro sono inadatti ad ospitare creature indifese) e mi attiverò come Associazione Verde & Azzurro affinché quest’emergenza non venga presa sottogamba.

Concludo questo mio articolo, che, come al solito, è più uno esporre il mio personale pensiero che una “cronaca” distaccata, con una frase del Cardinale filoso Bonaventura da Bagnoregio riferendosi a San Francesco: “Considerando l’origine di tutte le cose era colmato da una grande pietà e chiamava tutte le creature, non importa quanto piccole fossero, col nome di fratello e sorella, perché sapeva che esse provenivano dalla stessa sorgente dalla quale proveniva lui”.

Forza Emilia-Romagna

Valerio Arenare