La fine di Biancaneve

La fine di BiancaneveLa fine di Biancaneve – Dopo la rossa Sirenetta e la bionda Campanellino che, grazie alla magia del politicamente corretto di casa Disney, sono diventate nere, ecco che adesso tocca a Biancaneve.

Ma ad essere stata ritoccata dalla moda ormai imperante dell’inclusività, non è stata solo la protagonista della celebre fiaba ma anche quei personaggi che hanno reso la fiaba eterna: i sette nani e il principe.

Stravolti tutti i caratteri

La protagonista del nuovo lungometraggio Disney è interpretata da Rachel Zegler, un’attrice di origine colombiana e di conseguenza ben lontana dall’immagine canonica di Biancaneve.

Per quanto concerne i sette nani, la Disney li ha sostituiti con creature di sesso, etnia e dimensioni diverse.

Si avrà così l’ennesimo reboot live action politicamente corretto tra non poche polemiche.

“Biancaneve e le sette assunzioni di diversità”.

Questo è uno dei tanti commenti al veleno contro la nuova versione di quella che era Biancaneve e di ciò che resta dei sette nani.

Anche il principe è scomparso

Ma in tutto questo delirio non poteva certo mancare il tocco finale del transfemminismo dominante: cancellare la figura del maschio bianco ed eterosessuale, visto ormai come il male assoluto simbolo del patriarcato ed incarnazione di una spietata misoginia, retaggio deteriore, ovviamente, della tanto odiata famiglia tradizionale.

Un film di propaganda

La nuova storia è incentrata principalmente sulla protagonista e sui suoi sogni di leadership.

Proprio come il transfemminismo comanda: donna forte, emancipata e libera, che deve corrispondere ad una donna senza un uomo.

La storia tradizionale ci insegna parecchio

E pensare che nella storia originale di Biancaneve, la fanciulla non viene salvata dal principe.

Infatti, una volta mangiata la mela avvelenata, che le era stata data dalla matrigna vestita da contadina, per molto tempo Biancaneve resterà vegliata dai nani, finché un giorno viene notata da un principe che passava di lì a cavallo.

Il giovane, innamoratosi della bellezza della ragazza, vorrebbe portarla nel suo castello per poter ammirare e onorare tutti i giorni della sua vita quella splendida fanciulla.

Dopo molte insistenze, i nani, impietositi dai sentimenti sinceri del principe, gli permettono di portarla al castello.

Ma, a un certo punto, uno dei servitori del principe, arrivati per trasportare la bara al castello, inciampa in una radice sporgente, facendo cadere la bara giù per la collina.

È proprio durante questa violenta caduta che, dalla bocca di Biancaneve, uscirà il boccone di mela avvelenato, portando così la principessa a risvegliarsi. Biancaneve ricambia i sentimenti del principe.

La fine della strega

Alle nozze viene invitata anche la matrigna che rimane impietrita riconoscendo la sua figliastra.

La regina malvagia viene costretta a indossare due scarpe che erano state fatte arroventare sulle braci.

Un dolore che porterà la regina cattiva a ballare finché non cadrà a terra senza vita.

In un’altra versione il finale è diverso: la malvagia matrigna, giunta al castello per il matrimonio, verrà punita. La donna allora verrà vestita di cenci e messa in un carcere oscuro, dove solo Biancaneve si recherà spesso a darle conforto, visto che oltre alla pelle candida aveva anche il cuore puro.

Il lieto fine imposto da Walt Disney

Che dire… i fratelli Grimm erano più moderni delle transfemministe e, a quanto pare, a rovinare tutto fu proprio Walt Disney, che mutò le fiabe tradizionali indoeuropee in racconti destinati ai bambini.

Fiabe dove alla morte si sostituisce la speranza e alla tragedia prende posto il “vissero tutti felici e contenti”.

Perché il caro e vecchio Walt decise di intraprendere questa impresa in funzione dei più piccoli?

Perché il suo genio lo portò a valorizzare l’essenza dei bambini: la loro purezza.

Un candore che va salvaguardato da un mondo corrotto.

Un genio che infatti darà vita a un mondo “dove i sogni diventano realtà”, dove è possibile volare, sperare, sognare.

E, per questo motivo, un mondo che dovrebbe restare al riparo da becere ideologie, facendo sì che i protagonisti siano loro: i bambini, con la loro ingenuità resa frizzante dalla loro fantasia, sempre più sotto attacco da un isterismo ideologico.

Nemes Sicari