Le buone intenzioni del ministro Sangiuliano

Le buone intenzioni del ministro SangiulianoLe buone intenzioni del ministro Sangiuliano – Le parole del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano agli Stati generali della cultura nazionale fanno riflettere: “È purtroppo presente un’opposizione ideologica non accettabile a una concezione della cultura che una parte del mainstream crede non debba avere diritto di cittadinanza”.

Partiamo da una vicenda riguardante proprio il ministro della cultura, attaccato da La Stampa di Giannini.

La Stampa di Torino attacca il ministro

Il giornale ha puntato il dito contro uno dei più stretti collaboratori di Sangiuliano: Emanuele Merlino, il capo segreteria tecnica. Figura “controversa” – secondo La Stampa – per aver dato alle stampe un fumetto revisionista sulle foibe.

Un fumetto di Ferrogallico, pubblicato nel 2018, al fine di riportare nella maniera più semplice e diretta gli orrori e le persecuzioni subite dai nostri connazionali d’Istria, Fiume e Dalmazia. E tutto questo raccontando proprio la storia di Norma Cossetto, la giovane istriana seviziata e infoibata dai partigiani titini.

Sergio Ramelli

Uno dei fumetti “ostinati e contrari” che ha più avuto fortuna della casa editrice Ferrogallico riguarda proprio Sergio Ramelli, il ragazzo missino aggredito il 13 marzo 1975 da un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia operaia e morto il 29 aprile in seguito ai traumi ricevuti.

Lo stesso ragazzo ancora oggi oggetto di scritte oscene come tutti i fascisti come Ramelli con una chiave inglese fra i capelli.

“Una cultura che non deve avere diritto di cittadinanza e di conseguenza da destinare all’oblio”.

E forse, per questo motivo, l’Italia continua a macchiarsi di recidiva, proprio come successo nel febbraio scorso, davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, in cui si è assistito a un pestaggio tra gli studenti del Collettivo e quelli di Azione studentesca.

Ancora sui fatti di Firenze

Una situazione di grande tensione che ricorda uno dei periodi più bui della storia della Nazione: gli anni di piombo. A maggior ragione dopo che la sorella di uno degli indagati di Azione studentesca ha cambiato scuola dopo aver ricevuto una serie di minacce.

Alcuni studenti l’avrebbero infatti accusata di essere una fascista dopo la vicenda che ha visto protagonista il fratello. Il quale, a sua volta, ha deciso di lasciare il suo liceo, lo scientifico Castelnuovo, dove frequentava l’ultimo anno, per trasferirsi in un’altra scuola.

Due pesi e due misure

Eppure, per queste riprovevoli vicende, nessun politico è sceso in piazza per impedire che due giovani studenti fossero costretti a cambiare scuola per via delle minacce ricevute.

Episodi che non solo offendono le vittime del fanatismo rosso ma anche i valori di quella Costituzione così tanto decantata da chi, a quanto pare, si indigna a intermittenza, ledendo così alcuni dei principi cardine della Costituzione: dalla libertà di pensiero all’ uguaglianza davanti alla legge nonché alla pari dignità sociale a prescindere dal credo politico.

Rita Lazzaro