Lotta UE ai motori endotermici. Qualcosa si muove.

Lotta UE ai motori endotermici. Qualcosa si muove.Lotta UE ai motori endotermici. Qualcosa si muove – Abituiamoci a continue novità sulla sciagurata decisione della UE di vietare il commercio di auto con motore endotermico a partire dal 2035.

Come abbiamo già scritto più volte, si tratta di una scelta di carattere ideologico che, realisticamente, non reggerà alla prova dei fatti e, con ogni probabilità, sarà rivista, anche radicalmente.

Per ora ci sono già stati i pannicelli caldi legati alla possibilità degli e-fuels – mentre, per esempio, l’ENI sta portando avanti una sperimentazione sui biocarburanti con eccellenti risultati-, ma bisogna avere il coraggio di puntare senza esitazioni alla revisione integrale della misura.

In questo senso, qualcosa si sta già muovendo.

Il Ministro dell’Ambiente polacco, Anna Moskwa, ha annunciato che il governo polacco ricorrerà alla Corte di Giustizia Europea per impedire il famigerato stop del 2035.

È interessante notare come non esistano costruttori di auto polacchi, sebbene diversi marchi di altri paesi abbiano loro fabbriche in Polonia, eppure quella nazione si è sempre opposta fieramente al bando del 2035, per tutta una serie di motivazioni che vanno dalla necessità di un’imponente opera infrastrutturale alle conseguenze sociali del provvedimento.

In questo senso la Polonia costituisce un esempio di ragionevolezza a cui gli altri paesi dell’Unione farebbero bene a guardare.

La mozione polacca alla Corte di Giustizia Europea sarà presentata a breve e c’è veramente da sperare che altri paesi, a partire dall’Italia, la sostengano.

Euro 7 – L’altro fronte.

Come sappiamo, non c’è solo la scadenza del 2035 ad angosciare il mondo dell’automotive.

A partire dal 1° luglio 2025 entreranno in vigore le limitazioni Euro 7, che costringeranno le Case automobilistiche a pesanti investimenti per ridurre ulteriormente le emissioni, con inevitabili ripercussioni sui costi per gli utenti – si stima un aumento medio di 2 mila euro del prezzo di vendita dell’autovettura.

Questi investimenti dovrebbero essere poi ammortizzati in un arco temporale strettissimo, considerata la scadenza capestro del 2035.

I fabbricanti hanno cominciato a svegliarsi e a mugugnare, a partire dal gruppo Stellantis.

Peccato che, quella europea, tutto sia tranne che un’Unione.

Infatti, sul tema Euro 7, la Germania, che pure conta importantissime Case automobilistiche, tace.

È il prezzo che deve pagare per il voltafaccia con cui ha lasciato con il cerino in mano Italia, Polonia e Bulgaria, votando a favore del bando 2035 e ottenendo in cambio la deroga per gli e-fuels.

Quindi, pur essendo sostanzialmente contraria all’Euro 7, non lo può manifestare.

Un quadro deprimente e sconcertante, in cui interessi di piccolo cabotaggio determinano scelte fondamentali per i cittadini, con possibili imprevedibili sviluppi, che davvero auspichiamo positivi, all’indomani delle prossime elezioni europee.

Raffaele Amato