Matrimoni omosessuali: la Grecia paga il dazio alla Troika

Matrimoni omosessuali: la Grecia paga il dazio alla Troika

Matrimoni omosessuali: la Grecia paga il dazio alla Troika – Ci sono voluti 12 anni, perché si concludesse, nella primavera del 2022, la sorveglianza della “troika” – composta da FMI, Fondo Monetario Internazionale, BCE, Banca Centrale Europea e Unione Europea – sulla Grecia, con la restituzione dell’ultima rata del prestito ricevuto dal Fondo Monetario Internazionale.

Coriandoli di Grecia

Il prezzo di questa ritrovata normalità è stato pesantissimo, con uno stato sociale praticamente smantellato e un debito pubblico quasi raddoppiato, così come è aumentato il precariato.

La troika ha imposto al paese misure draconiane che lasceranno il segno ancora per lungo tempo e che si misurano anche nella stretta alla sovranità del paese. La Grecia deve stare ben attenta, adesso, a non urtare in alcun modo la suscettibilità di Bruxelles, seguendo con solerzia le sue indicazioni.

L’apertura ai matrimoni gay

Lo scorso 15 febbraio una conseguenza importante: il Parlamento greco si inchina alla linea UE e approva la proposta di legge del governo sui matrimoni tra persone dello stesso sesso. È il 16° paese dell’Unione ad aderire a questa misura, il primo a maggioranza cristiano-ortodossa.

Oltre al matrimonio, è consentita alle coppie omosessuali l’adozione di minori. È importante notare come l’iniziativa sia nata dal governo e, segnatamente, da Nuova Democrazia, partito di centrodestra, membro del PPE.

Quindi, molto teoricamente, di ispirazione cristiana. Il fatto che solo 51 parlamentari su 158 di ND si siano opposti al provvedimento è indice di come, a livello continentale e non solo, la cosiddetta destra sia ormai irrimediabilmente corrosa dal cancro liberale.

Ben lungi dal difendere i valori superiori della famiglia e della tradizione, quell’area politica ha ormai fatto proprio il principio del laissez faire laissez passer, caro agli economisti di scuola liberista ma anche stella polare di quel mondo liberal che popola il partito radicale di massa planetario.

Le grinfie UE sulle sovranità nazionali

È lo stesso principio nichilista che alimenta l’ideologia della UE, che, da un lato, vorrebbe imporre una apparente assenza di regole sul piano morale, etico e dei costumi – assenza di regole che poi altro non è che l’agenda gender, verso cui è invece richiesta assoluta ortodossia – dall’altro strangola interi comparti economici europei con lacci e lacciuoli legislativi e costi proibitivi, condannandoli a soccombere nei mercati internazionali. Il PPE e le sue emanazioni nazionali come Nuova Democrazia confermano quanto aveva ben compreso, già nel 1864, Papa Pio IX con il suo Sillabo, in cui si denunciava chiaramente come il liberalismo fosse incompatibile con la retta dottrina cristiana.

I cosiddetti cattolici liberali sono poco più che un ossimoro e hanno consentito, in Grecia e non solo, che l’approvazione dei matrimoni omosessuali sia potuta passare senza sembrare una servile obbedienza ai diktat di Bruxelles.

L’esperienza greca deve far riflettere su almeno due aspetti, tra i tanti: l’intollerabile condizionamento ideologico della UE sugli Stati membri e l’opportunità di continuare ad usare la categoria di destra per connotare un mondo che non può comprendere al suo interno sia De Maistre che Tajani, sia Evola che Capezzone.

Raffaele Amato

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