Meglio tornare a Napoli a dormire. Ma lavora a Milano

Meglio tornare a Napoli a dormire. Ma lavora a MilanoMeglio tornare a Napoli a dormire. Ma lavora a Milano – Capitalismo, modello – politico, economico e sociale – insostenibile: è ormai cosa nota ed incontestabile, una stortura e devianze che influisce negativamente sulla quotidianità degli italiani.

Pendolare Milano – Napoli

Nel Bel Paese, una ragazza napoletana di 29 anni, operatrice scolastica di ruolo in una scuola superiore di Milano, è costretta a fare la spola ogni giorno tra Napoli e la metropoli padana, piuttosto che trasferirsi in pianta stabile presso quest’ultima.

Conti alla mano, la giovane assistente scolastica dichiara che costa meno viaggiare in alta velocità, ogni giorno e con tutto quello che comporta, piuttosto che trasferirsi in pianta stabile a Milano.

Un affitto di un monolocale nella città meneghina non costa meno di 1000 euro, cui si aggiungono le spese di sussistenza per vivere una vita decente.

Considerato uno stipendio di meno di 1200 euro mensili, è evidente come questo non sia nemmeno lontanamente sufficiente per le incombenze quotidiane.

Una vita sul treno

Al contrario, al netto di sconti, viaggiare tra Milano e Napoli ogni giorno, complessivamente, costa “solo” 400 euro al mese. Insomma, la convenienza è sotto gli occhi di tutti, benché ciò comporti di doversi alzare alle 4 ogni mattina, dover cenare in treno e rincasare non prima delle 23.30.

Un problema salariale

Un’abitudine che – al di là della sostenibilità – è sicuramente deteriore, per quanto conveniente economicamente. Oltre gli evidenti sforzi di pendolarismo, infatti, comporta l’impossibilità sistematica di creare una famiglia propria – ragazza in questione vive ancora con i genitori – oltre alla ormai annosa questione dell’impossibilità per i giovani di essere autonomi da mamma e papà, in termini materiali e finanziari.

Ne deriva un altro fattore a drammatizzare la situazione, ossia la totale inadeguatezza dello stipendio medio a garantire una vita dignitosa ai cittadini: 1200 euro sono tutto sommato una cifra discreta – se paragonati alla media nazionale – eppure non bastano minimamente per rendersi autonomi ed indipendenti e non possono bastare, tanto più in una città come Milano.

Cose che un tempo erano la normalità per le passate generazioni sono ora una chimera, diretta conseguenza dell’impoverimento della classe media, determinato da un libero mercato incontrastato – spietato e vile – che sta sprofondando l’Italia verso un baratro di ingiustizia sociale e depauperamento nazionale.