Presidenza UE all’Ungheria: tutti contro Orban

Presidenza UE all’Ungheria: tutti contro OrbanPresidenza UE all’Ungheria: tutti contro Orban – Il ricatto europeo stringe il cappio al collo di Orban, unico nella mafiosa unione a levare gli scudi contro il letame che Bruxelles spaccia per diritto universale. Aderire ad un’organizzazione e beneficiare dei privilegi dell’affiliazione presuppone sì rispettarne gli obblighi, ma anche far valere le proprie ragioni, a patto di far parte di un’alleanza equilibrata e non manovrata da potenze esterne.

Un’associazione a delinquere

La collaborazione continentale, auspicata e ideata in primis dai patrioti decenni or sono, nella famosa Conferenza di Montreaux, non risponde alle vedute dei fondatori: l’Unione Europea, chiacchiera di libertà e democrazia, ma s’impone con violenza per sobillare i popoli contro i loro legali rappresentanti, giustificando le azioni sovversive attraverso la presunta violazione dei diritti umani. Accuse che potrebbero costare caro a Victor Orban e all’Ungheria, che dovrebbe – condizionale d’obbligo – assumere la prossima presidenza europea.

Orban resiste

Victor Orban, nel pieno rispetto della tradizione del suo Paese e del suo popolo, si oppone alla spazzatura gender e LGBTQ+, senza violare alcun diritto. Egli difende i valori autentici che sono alla base della società civile ungherese e mondiale e per questo è stato scelto per guidare l’Ungheria dall’elettorato magiaro.

Bruxelles non deve permettersi di mettere il becco in questioni interne agli Stati membri, ciò viola di fatto il diritto ungherese a mantenere salda la propria identità e cultura.

Dovrebbe, piuttosto, fare gli interessi del continente soggiogato all’imperialismo statunitense e al capitalismo rosso cinese, oltre che alle assurde pretese di lobby create ad arte e finanziate per proseguire della distruzione dell’identità, della cultura, della tradizione europea.

La UE, invece di prendere posizione quale terza potenza costituita da nazioni indipendenti, si piega ai padroni a stelle e strisce, alle lobby massoniche d’oltre manica, per poi fare la voce grossa contro chi ha aderito a Maastricht fiducioso e ora tradito e attaccato.

Il ricatto blustellato

I Paesi più deboli – quanto i più forti – sono, de facto, costretti ad accettare “offerte che non possono rifiutare”, pena l’isolamento e lo scoppio di una crisi sociale.

Il meccanismo della famiglia mafiosa è esattamente applicato da quella europea: o fai come comandiamo o subirai le dovute conseguenze. Orban non si lascerà prevaricare, alla luce del fatto che ad est, non solo l’Ungheria si ribella ai diktat di Bruxelles, ma altri focolai di rivolta sono pronti ad esplodere, vedi la Romania, dove AUR sta conducendo la stessa battaglia del leader magiaro. Stavolta la UE ha schiacciato la coda al gatto sbagliato…

Lorenzo Gentile