Repubblica da bordello

Repubblica da bordelloRepubblica da bordello – Dove mi giro il caos, un caos da bordello a cielo aperto, da postribolo, da accattoni col vizietto.

Le democrazie sarebbero dovute morire di cancro, la nostra creperà di sifilide. I casi sono tanti e tristi.

Soumahoro

Soumahoro passa, nel breve volgere di un mese, dagli stivali nel fango alle terga nella melma; quelle della sua consorte, quando non occultate da una posa a gambe divaricate, svettano come i glutei del lontocebo dal sedere rosso cui la signora si ispira indossando un tanga scarlatto.

“L’eleganza è un diritto”, ma la paladina degli ultimi non centra l’obiettivo forse per le scomode posizioni da cui prende la mira! La prostituzione di minorenni italiani non mediata dal computer, quella in cui gli incontri sono reali, è quasi completamente volontaria e per il 50% maschile. In due anni è raddoppiata. I ragazzi parlano con assoluta tranquillità di quel che fanno. I genitori non si accorgono della strana disponibilità economica dei figli.

Onlyfans

Giriamo pagina ed ecco Onlyfans, sito in cui ex signorine perbene ed ex operai poveri scoprono che la virtù è bella, ma non paga. Le foto porno, sì. Mamme e papà contano i quattrini e incoraggiano l’attività!

Samuele Cunto ha una madre entusiasta dei ventimila euro mensili che suo figlio eterosessuale incassa vendendo filmati espliciti a clienti omosessuali; identica statura morale la signora Esposito, orgogliosa della figlia, ex estetista che lamenta l’ottusità di coloro che la definiscono una poco di buono.

Ipocrisia moderna

“Fate passare la voglia!” scrive ai critici la nostra eroina, ma è solo un attimo … poi mamma le rammenta gli incassi e la voglia le torna! Prostituirsi e pretendere di esser considerate carmelitane scalze o benedettini di chiostro, farsi fotografare in pose da colonscopia e tacciare gli altri di voler per forza veder volgarità dove non ci sarebbero, è una forma di ipocrisia davvero curiosa e molto moderna. Oggi è la donna per bene che imita, talora inconsciamente o per moda, la prostituta; è il ragazzino di buona famiglia che assume atteggiamenti da delinquente. Entrambi percorrono un campo minato: a forza di scalfire la forma si corre il rischio di intaccare anche la sostanza!

Crepa nella digaansa

Ne è prova la dichiarazione del noto travestito, Drusilla Foer, la cui “stravaganza” trascende l’abito e il trucco. Costui immagina il suo funerale come un’orgia di pervertiti che definisce “festa di libertà” provando, involontariamente, che lo sfacelo morale è una crepa nella diga: non può che allargarsi travolgendo tutto persino il momento straordinario e magnifico dell’incontro con l’Onnipotente.