Tutte le ombre sull’attentato di Bruxelles

Tutte le ombre sull’attentato di BruxellesTutte le ombre sull’attentato di Bruxelles – Siamo tornati indietro di quarant’anni: a quel tempo il Lodo Moro consentiva, in nome di una pace di comodo, il soggiorno e il transito di esponenti di gruppi armati arabo palestinesi ed armi sul suolo italiano. In cambio, l’Italia sarebbe stata risparmiata da attacchi e attentati. Il climax di quell’accordo esplose, però, a Bologna il 2 agosto 1980.

Il nemico è in casa

Rimandando ai numerosi articoli su Bologna 1980 *pubblicati sul nostro giornale il parallelo trova conferma oggi, poiché Lampedusa è divenuto crocevia di immigrati irregolari utilizzati al bisogno per compiere attentati all’estero.

Casca a fagiolo, proprio ieri, un reel di Instagram girato a Parigi, in cui un immigrato palesemente ubriaco, parlando in linguaggio folkloristico, dichiara: “Italia is mamma di tutti lo stranieri”. In vino veritas.

L’attentatore di Bruxelles era arrivato da Lampedusa

L’attentatore di Bruxelles, come Anis Amri, l’attentatore di Berlino del 19 dicembre 2016, era approdato sulle sponde italiane di Lampedusa per poi dirigersi nel nord Europa, nel caso recente a Bruxelles.

Come questi personaggi siano stati completamente e palesemente liberi di organizzarsi e agire è un mistero presto svelato. Facciamo riferimento al video girato tramite smartphone, che ritrae tutta la fase di preparazione dell’arma – un M16 a quanto si sarebbe scoperto e non l’inflazionato AK 47 – da parte dell’attentatore su un marciapiede nel centro della città belga.

L’ombra di un false flag?

Sono sempre più frequenti fantomatici i buchi neri, i momenti di stallo, gli attacchi epilettici che investono il sistema di intelligence, i servizi segreti, che, come un colabrodo, fanno acqua da tutte le parti. Oltretutto, sembra assurdo che chi ha filmato – non una sola persona a giudicare dai diversi angoli di ripresa – non abbia avvisato per tempo la Politie.

Pista svedese e a chi giova l’attentato

Il mainstream concentra immediatamente i suoi sforzi su un presunto attentatore dell’ISIS, mentre altri inquadrano l’azione come mera vendetta contro gli svedesi – nazionalità delle vittime – in risposta al falò di Malmö del 3 settembre scorso, perpetrata in occasione della partita Belgio vs Svezia…

Potrebbe, però, valere un’ipotesi non proprio campata in aria, un personalissimo pensiero di chi scrive, tenendo presente quanto accade in Palestina, ovvero, che l’attentatore possa essere stato utilizzato per rafforzare la propaganda israeliana contro Gaza, per l’assunto secondo cui il fatto sanguinario andrebbe a rafforzare l’appoggio allo Stato ebraico terrorista nella sua necessità – leggi volontà – di spianare ciò che resta della striscia di Gaza e della Palestina non sionistizzata.

Cristian Borghetti