30 anni di Militia Christi

30 anni di Militia Christi30 anni di Militia Christi – Recentemente il movimento Militia Christi ha celebrato a Roma il proprio trentennale con un convegno di alto livello culturale, politico e teologico con ospiti italiani e esteri e che ha peraltro dimostrato la vitalità di questa comunità militante.

Rivolgiamo alcune domande al fondatore Fabrizio Lastei e al responsabile giovanile Lorenzo Roselli

Come si è svolto il convegno e chi vi ha preso parte? Abbiamo sentito in un intervento che a Dio non si chiede tanto la vittoria quanto la battaglia: una sfida all’opportunismo della attuale classe politicante?

In primis, il mio e nostro più sentito ringraziamento per l’onore ed il piacere di questa intervista, elementi sui quali tornerò volentieri.

Dunque, il Convegno si è svolto in maniera ottimale, davvero oltre le nostre più rosee aspettative.

Sotto l’egida di alto spessore umano e culturale del nostro geniale Lorenzo Roselli, ha aperto gl’interventi il Carissimo Don Marc Hausmann, punto eminente di squisito riferimento Sacerdotale per noi tutti, nonché noto, quanto umile, esimio teologo e sopraffino tomista.

Ha spiegato le ragioni antropologiche, confermate dal Magistero della Chiesa, che rendono la Politica, nel suo oggetto di evangelizzazione dell’ordine temporale, un “dovere specifico” dei Fedeli laici.

A seguito, le bellissime riflessioni, davvero “politicamente scorrette”, del Dott. Andrea Giacobazzi, acclarato studioso ed esponente di Radio Spada, che ha elegantemente ricordato la necessità morale, da parte della militanza cattolica, di una sempre attenta vigilanza per evitare logiche e contrapposizioni che siano dettate dal puramente umano e contingente e non dalle oggettive esigenze del bene comune, riconosciute ed affrontate alla perenne luce della legge naturale e cristiana.

In perfetta complementarità, è seguito poi il Prof. Luigi Copertino, noto saggista cattolico, che ha tracciato una breve, quanto entusiasmante analisi geopolitica in grado di smentire e contrastare le trame mondialiste del “mainstream”, con una particolare attenzione alla falsa narrazione, “in salsa” Nato, del conflitto tristemente in corso in Ucraina.

siamo giunti, poi, al primo degli ospiti stranieri, l’autorevole Tamas Boor leader della formazione identitaria e cristiana ungherese “Hatvannegy varmegye ifjusagi mozgalom ” (movimento giovanile delle 64 contee) espressione del più vasto “mi halank mozgalom” (movimento patria nostra) – doverosamente critico dei cedimenti del governo Orban – che in Ungheria è riuscito già a conseguire alcuni seggi in parlamento.

Tamas ci ha parlato della loro coraggiosa militanza, per l’autentica tutela dell’identità nazionale e cristiana, intrisa di virtuosa Fortezza sostenuta da una grande fede e pratica religiosa, – quest’ultima in primis incentrata sulla Messa tradizionale – , che ci ha davvero edificato, con toni al contempo quasi “epici” e di profonda spiritualità.

Immaginare la nostra gioia, quando l’indomani, Domenica, abbiamo trovato lui e gli Amici della loro nutrita Delegazione al nostro fianco, alla S. Messa in rito antico che frequentiamo abitualmente.

Su questi stessi temi si è poi intrattenuta, con tutta la simpatia e l’eleganza del suo essere Italo- francese la Dott.ssa Carla de Condé, della benemerita CIVITAS, Associazione nata appunto in Terra di Francia, che dal 1999 conduce, con crescente successo, la Buona Battaglia per l’Alternativa Cattolica, a fronte del devastante laicismo che affligge la Patria di Santa Giovanna d’Arco.

Davvero possiamo considerarli i nostri carissimi cugini Francesi.

Ed è proprio la citazione della celebre frase di Santa Giovanna : “A noi la Battaglia, a DIO la Vittoria” che possiamo dire abbia contrassegnato la sostanza del commovente ed esaltante intervento del Dott. Norberto Pico Sanabria, leader della “Falange Espanola de Las Jons”, che ci ha riempito le anime ed il cuore con  tutto l’entusiasmo militante della migliore indole iberica, portata alla sua più splendida espressione, personale e sociale, dall’adesione consapevole e profonda all’unica Fede Cattolica..

In tutto ciò, posso già anticipare quanto sopra veniva richiesto:

Indubbiamente, infatti, la sostanza stessa di questi interventi, è risuonata, come è, voleva essere ed esplicitamente è stato, un’espressione pubblica privilegiata del nostro radicale rifiuto della mentalità compromissoria che ammorba anche il nuovo “governo” d’Italia.

in effetti, con il suo scandaloso avallo della “pseudo legge 194”, che ha mietuto più di 6 milioni di vittime mediante l’abominevole delitto dell’aborto, con la sua scandalosa accettazione della permanenza “normativa” delle “unionINcivili” omosessuali, nonché con uno squallido atlantismo che gronda sangue dei bambini del Donbass, Meloni & Co. sono soltanto la faccia “destra” di quella dittaturaBilderberg di stampo massonico che sta perseguendo la sistematica distruzione – economica, socio-politica e morale – degli Italiani e degli altri Popoli.

Tornando al Convegno, non posso esimermi dal citare l’eccellente contributo, in diretta telefonica whatsapp, del giovanissimo Evgeny Ermolaev, esponente di Akademistov, sigla giovanile del movimento russo Tsargrad, identitario e cristiano.

È proprio su tale nobile indole della loro Militanza che il giovane si è soffermato, anche in questo caso tra l’ammirazione di tutti i presenti.

infine, avverto tutto il dovere ed il piacere di onorare in modo specifico il superlativo contributo del carissimo amico – nonché portavoce di movimento nazionale e de “La rete dei patrioti” – Giustino D’Uva.

Davvero le sue parole ci hanno riempito di commozione, corroborando di crescente, rinnovato entusiasmo, nella bellezza dell’esposizione e la precisione degli argomenti, la convinzione e l’impegno profuso in questi 30 anni.

Senza la minima deriva adulatoria, è innegabile che Giustino D’Uva , così come Lorenzo Roselli, (al quale principalmente si deve questo magnifico convegno), per nobiltà d’animo, acume culturale, generoso coraggio ed instancabile  abnegazione, costituiscano la preziosa, quanto giovanissima speranza e pegno per un’efficace azione di riscatto politico-sociale del nostro popolo, nell’ambito della profonda e bellissima fraternità militante, che si è venuta a costituire in primis  tra Militia Christi e movimento nazionale, nella prospettiva della comune ed ulteriore rete dei patrioti.

è ciò credo possa ridondare anche di particolare onore e ricompensa agli sforzi epici di militanti storici quali Roberto Lastei ed Alessio Torcellini di Militia Christi e Valerio Arenare di Patria Nostra e Movimento Nazionale, tutti felicemente presenti al convegno.

Infine, e nello stesso spirito, un grazie speciale al prof. Agostino Sanfratello, intramontabile punto di riferimento culturale, morale ed umano della militanza Cattolica, assente per causa di forza maggiore, che ci ha voluto onorare di un Suo toccante e stimolante messaggio di saluto.

Inoltre, immancabile da parte nostra, a termine degl’interventi, anche un commosso momento in Memoria dell’indimenticabile Monsignor Ignacio Barreiro, nostro mitico Cappellano per decenni, morto nel 2017 e del recentemente scomparso principe Sforza Ruspoli, altro insostituibile amico e “monumento” di virtù militante cattolica.

Come nasce Militia Christi? In 30 anni ha combattuto parecchie battaglie militanti: quali sono quelle rimaste più impresse nella memoria e perché? Tra l’altro abbiamo visto come accanto alle iniziative più culturali non mancano neppure quelle di solidarietà sociale e le trasferte fuori Roma.

Militia christi nacque dall’oggettiva carenza di autentica militanza politica cattolica.

Era il 1992 ed a fronte della tremenda decadenza istituzionale e sociale in cui versava la nostra patria tra omicidio-aborto, divorzio, disintegrazione socio-economica, droga e pornografia, in un vertice sempre più liberal e filo-americano di stampo massonico (è di allora il famigerato episodio del “britannia”) sembrava che non ci fosse più né idea, né spazio per un’alternativa nazionale fondata sulla dottrina sociale della chiesa, quella realtà spirituale, morale e culturale su cui si è meravigliosamente formata ed affermata la nostra patria nella storia e nel mondo.

Pareva che il destino del nostro Popolo Cattolico dovesse risolversi sempre più sotto l’egida di una democrazia (sempre meno) cristiana, con i suoi compromessi che oggi vediamo ripercorrere dal centrodestra.

Reputammo fosse nostro dovere smentire questo “pregiudizio” quasi “blasfemo”, difendendo e promuovendo il tesoro inestimabile della nostra identità popolare, frutto del sangue dei martiri e dell’abnegazione esemplare dei santi.

IL 23 aprile 1992, festa di San Giorgio Martire, Patrono della Cavalleria Cristiana – dall’esperienza militante cattolica maturata da alcuni dei meno giovani di noi nelle scuole e nelle piazze rosse e borghesi degli ultimissimi anni di piombo – nacque Militia Christi.

Un manipolo di giovanissimi, senza soldi, mezzi, né coperture mediatiche ed istituzionali.soltanto con un pizzico di Fede, un briciolo di coraggio e tanta volontà di lottare ad onore di Cristo Re.

Parlare delle varie “tappe” della Buona Battaglia in questi 30 anni, delineando quelle a noi più care, è davvero opera titanica, al limite dell’impossibile.

Infatti, pur esistendo un’oggettiva Gerarchia tra le diverse Battaglie intraprese, esse costituiscono comunque un unicum, inseparabile come i tasselli di un perenne mosaico, storico e morale al contempo.

Certamente indimenticabile la nostra manifestazione anti-abortista del 27 marzo 1993, quando venimmo contestati da circa 5000 militanti dei Centri Sociali di Roma ed Ostia, con lancio di oggetti contundenti su di noi e qualche persona finita all’ospedale. Una giornata memorabile, quasi incredibile, anche per noi che l’abbiamo vissuta.

Da più parti, qualcuno sostiene che abbia contribuito in maniera determinante a riaprire il dibattito sulla “194”, che ormai sembrava destinato ad un silenzio catacombale.

Certo è che, da quel momento, l’attivismo antiabortista e “pro life” in genere è cresciuto notevolmente sino all’annuale magnifica “Marcia per la Vita”, che abbiamo presenziato sempre con grande onore e piacere.

Ed alla quale, la prossima primavera, speriamo di non dover vedere la Meloni & Co. con la squallida ipocrisia con cui hanno svenduto il diritto alla Vita di milioni di bimbi, assicurando appunto di non contrastare l’infame 194, proprio per assicurarsi le poltrone che oggi occupano.

Perché, se venissero, potremmo pensare anche ad una civile contestazione “sul campo”.

Sempre parlando di difesa della Vita, inoltre, sui nostri cuori è rimasto stampato “a lettere di dolore” il sussulto della povera Eluana Englaro, le sue unghie conficcate nel palmo delle mani, nello strazio disumano dell’agonia. Tutto tranne che “una dolce morte” (peraltro sempre disumana ed inaccettabile).

Fu il funesto epilogo di interi mesi e giornate di amore e passione nella lotta per salvare la sua nobile vita, sacrificata al Moloch ideologico della sempre più aggressiva lobby eutanasica.

Di quel periodo, possiamo dire di aver trascorso più tempo nelle trasferte a Lecco e ad Udine (fin sotto la tristissima “Quiete”, la sera prima della morte per eutanasia di Eluana), che nelle nostre case.

Lobby della “cultura della morte” che, nel nome della tolleranza e della libertà democratica, ci ha perseguitato e colpito anche in sede penale e civile per il nostro doveroso attivismo pro-vita, senza tuttavia mai riuscire a piegarci minimamente.

Come sempre, NON PRAEVALEBUNT!

Da questa tragica esperienza, che avremmo poi ripercorso nelle epiche manifestazioni dinanzi l’Ambasciata inglese, (tra ingiusti divieti e “lampeggianti” polizieschi), a difesa del diritto alla vita di Charlie Gard, Alfie Evans e di tutti gli altri loro piccoli compagni di sventura eutanasica, nacque anche la splendida epopea della Battaglia a tutela della cura “Stamina” per disabili gravi.

Anche quella che doveva e voleva essere una pagina propositiva, fu brutalmente ostacolata e repressa biecamente dal Sistema, il quale tuttavia si trovò “a scricchiolare”, come ha felicemente ricordato di recente il Carissimo Amico Valerio Arenare.

Fu proprio in occasione di questa battaglia epocale che nacque il fraterno sodalizio militante che ci lega a lui ancor oggi, in modo sempre affettuosamente crescente.

E, su questa scia, le commoventi manifestazioni dinanzi ai Ministeri della Finanza e della Salute a sostegno dei disabili gravi e malati di SLA.

Se torniamo al 1994/1995, come non ricordare, poi, l’indimenticabile Araldo Schievano ed il suo meraviglioso Comitato per la Difesa della Domenica.

Manifestazioni entusiasmanti, a fianco delle centinaia di commessi angariati dall’arbitrario ed ingiusto obbligo liberal-capitalista di lavorare nel Giorno del Signore, ad onta di ogni più elementare pietas cristiana, nonché umana e familiare.

Iniziativa di enorme successo, che corroborò addirittura la decisione di Papa San Giovanni Paolo II di stilare l’Enciclica “Dies Domini”.

1000 iniziative a salvaguardia della Fede.

In questi giorni, in cui abbiamo perso il Papa Emerito Benedetto XVI, torna alla mente ed al cuore, tra l’altro, la difesa che facemmo della Sua Lectio Magistralis alla Sapienza, costataci un fermo di Polizia e la quasi aggressione dei soliti “tolleranti” dell’estrema sinistra.

Gli stessi che anni dopo, nel 2014, avrebbero culminato le loro violente intimidazioni con il notissimo assalto perpetrato in VII Municipio contro 2 di noi (che assistevano semplicemente, a titolo documentario, ad una conferenza pro gender), ad opera del famigerato e filo-brigatista Nunzio d’Erme con una trentina di suoi degni, vili compagni dei Centri Sociali.

Voleva essere la “punizione” per la nostra, indefessa quanto civile, campagna di opposizione al gender.

Ma il risultato è stato opposto: ha soltanto accresciuta, spingendoci ancor più ad iniziative spirituali, culturali e di piazza tese ad opporci senza sconti ad ogni gay-pride – “fiera”, spesso blasfema, del disordine morale elevato a sistema di vita – così come alle unionINcivili, che vorrebbero sancire a livello istituzionale un modello oggettivamente contrario all’autentica dignità ed affettività umana.

E poi, in questo spirito, la lotta allo scandalo Bibbiano anche nelle sue accezioni meno conosciute, come la indebita sottrazione di bambini alle legittime Famiglie, tanto lodevolmente osteggiata dall’amico Avvocato Gianluca Gismondi, Responsabile Politiche Sociali del Movimento Nazionale.

Altra pagina incancellabile, le epiche commemorazioni dei caduti pontifici ogni 20 settembre con l’insostituibile Principe Sforza Ruspoli, nell’ambito delle quali abbiamo vissuto momenti da antologia militante.

In cui difendemmo – ieri, come oggi e domani – un modello ed uno stile di vita generosamente ed eroicamente cavalleresco, con quell’idea di Alternativa Cattolica ai Partiti tanto agognata anche dal Principe ed oggi interpretata felicemente dalla sempre crescente Rete dei Patrioti.

In questa prospettiva, l’immagine quasi surreale della bandiera Pontificia, (crivellata dall’empietà sabaudo-massonica)- che sventola nei Giardini Vaticani il giorno in cui   fu riconsegnata per volontà del Principe al Soglio Pontificio, nel 2011 – si coniuga naturalmente, nei nostri cuori, con le notti passate per strada non solo ad affiggere manifesti e striscioni, ma anche a soccorrere senza-tetto sottraendoli al freddo ed alla fame, come da Suo nobile esempio.

Senza per questo trascurare la doverosa lotta in difesa dell’identità nazionale e cristiana che ad esempio, nel Rione Esquilino ci vede in azione dal 2004 con i Carissimi Amici del Comitato Roma Caput Mundi ed il loro leader Augusto Caratelli, contro un’autentica invasione e devastazione del nostro tessuto socio-economico-culturale che nulla ha a che vedere con una pur doverosa, sana accoglienza.

Non a caso il nostro motto a riguardo è sempre stato “Ospitalità SÌ, Invasione NO”, con buona pace dei servi sinistrorsi del mondialismo globalista.

Anche qui la Provvidenza ci ha concesso pagine quasi epiche di militanza.

Analoghe a quelle vissute in questi ultimi anni fianco a fianco con Giustino, Valerio e gli Amici di Movimento Nazionale per opporci al delirante green pass ed obbligo vaccinale che ha privato milioni di italiani, senza necessità scientifica e morale, di libertà fondamentali ed addirittura della S. Messa – ad opera della dittatura Bilderberg per mano dei suoi “conti” e dei suoi “draghi”- imponendo ossessivamente un “siero” non etico, inefficace ed abbondantemente pericoloso.

E poi il nostro impegno comune, tuttora in corso, in difesa del nobile Popolo del Donbass – soprattutto dei suo bimbi, anziani, donne ed elementi fragili – contro il genocidio perpetrato dal regime ucraino, con le sue tinte ideologiche nazi-sioniste supportate dalle armi letali targate mondialismo USA e UE.

La “Regina” della Buona Battaglia.

Alludo alla strenua, appassionata e commossa difesa contro lo spostamento della Madonnina di piazza Sempione: non si trattava di pochi metri, ma della differenza e distanza abissale, spirituale, sociale ed affettiva, tra il rimuovere la statua della madre celeste e quella posizione di centralità, anche pubblica, in cui la pietas delle passate generazioni l’aveva collocata in amoroso gesto di gratitudine ed impetrazione, a fronte degli orrori della guerra.

Da parte laicista c’erano i media con le loro consuete criminalizzazioni ed i “padrini” del partitismo romano, soprattutto il tentacolare PD, con l’abbondanza dei loro mezzi e soldi pubblici.

Di qua, soltanto la fede genuina di tante persone e la passione per il bene comune di associazioni e movimenti “politicamente scorretti” come Militia Christi, sostenuti dalla forza invincibile della preghiera e di una mobilitazione militante che vide susseguirsi manifestazioni ed iniziative dal febbraio sino al luglio 2021.

Quando giunse, quasi incredibile agli occhi, ma non ai cuori, la Vittoria.

la madonnina rimase e rimarrà là a significare che il centro dell’universo, della vita pubblica e privata, di singoli e popoli, è suo figlio, l’unico vero Dio.

segno e pegno, anche nella nostra vita concreta, e nell’onore incommensurabile di aver condiviso questo episodio “celeste” della buona battaglia, della sua promessa a Fatima: “infine il mio cuore immacolato trionferà!”

Valerio Arenare