8 Marzo le donne festeggiano su Onlyfans?

8 Marzo le donne festeggiano su Onlyfans?8 Marzo le donne festeggiano su Onlyfans? – 8 marzo Festa della Donna, un giorno che dovrebbe essere di riflessione, di proposte e confronto per affrontare le varie problematiche che affliggono l’universo in rosa, come, ad esempio, la sempre più diffusa mercificazione del corpo della donna.

Condotta, questa, sempre più all’ordine del giorno con Onlyfans.

Un social che consente agli utenti di condividere anche le proprie foto semi-nude o completamente nude in cambio di una quota associativa mensile.

Di questo degrado virtuale parleremo con Daniele Trabucco, professore universitario strutturato di Diritto Costituzionale, Diritto dell’Unione Europea e Diritto Internazionale presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento universitario

Come si è potuti arrivare a questi livelli di mercificazione del corpo della donna, soprattutto in una società che lotta per la difesa della stessa e contro la sua mercificazione?

Si è potuti arrivare a questi livelli perché, al di là delle dichiarazioni di facciata, manca, in molti settori, una precisa ed autentica volontà di considerare la donna nella sua grandezza e diversità dall’uomo. Una diversità arricchente al di là dell’eguaglianza sul piano della dignità e della umanità. Sul punto mi sembrano illuminanti le parole del Papa san Giovanni Paolo II (pontefice dal 1978 al 2005) contenute nella Lettera Enciclica «Mulieris Dignitatem» del 1988: «La donna è un altro «io» nella comune umanità». Quanti oggi se ne rendono conto?

Onlyfans può considerarsi una condotta che rientra nella prostituzione?

Il problema non è OnlyFans in sé, ma come viene declinato questo «intrattenimento per adulti» nel social network.

Purtroppo, la possibilità di pubblicare immagini a contenuto pornografico facilita la prostituzione e, in alcuni casi, pure gli abusi sessuali su minorenni. In questo modo si virtualizza il desiderio, anche il più becero, per soddisfare i bisogni insaziabili degli utenti sempre meno «animali politici», per dirla con Aristotele, ma sempre più monadici e resi incapaci di relazioni realmente tali. Non è, forse, a questo che vuole portare la tanto decantata digitalizzazione?

In che modo si possono lottare questi due fenomeni sia agendo sotto l’aspetto sociale che politico e quindi giuridico?

Certamente prima del piano sociale e giuridico dovremmo cambiare l’approccio filosofico, in particolare comprendere i danni collegati a quella concezione di autodeterminazione assoluta della persona umana che è la cifra della modernità. Solo in questo modo, come un effetto domino, si potrà poi intervenire sul piano sociale e giuridico, ad esempio con iniziative legislative volte a bloccare le degenerazioni dei social i quali, per riprendere Dante nel Canto V dell’Inferno, portano a sottomettere la «ragion al talento»”.