Antifa danno fuoco alla corona per Paolo Di Nella

Antifa danno fuoco alla corona per Paolo Di NellaAntifa danno fuoco alla corona per Paolo Di Nella – La notte scorsa, alcuni individui senza dignità né intelligenza hanno sottolineato la loro nullità, con dei gesti filmati e pubblicati su Instagram.

A fuoco la corona per Paolo Di Nella

Il culmine dei loro gesti è stato, incredibile ma vero, dar fuoco ad una corona di fiori al Campidoglio, che era stata offerta in omaggio del giovane Paolo Di Nella, caduto il 9 febbraio 1983 in un agguato subito durante un semplice attacchinaggio.

Funzionali al sistema

La cosa triste, oltre che l’unica che vale la pena sottolineare, è che nel 2023 – circondati dal “vuoto” in tutti i sensi – ragazzi più o meno giovani potrebbero muoversi in azioni politiche volte alla protesta nei campi più disparati (crisi economica, guerra, precariato, emergenze indotte, scuole fatiscenti, criminalità diffusa, disservizi in ogni dove) mentre rimangono muti e remissivi ogni giorno, in aula o nel posto del lavoro.

Eppure, una sera d’inverno decidono di muoversi e non trovano nient’altro di meglio da fare di un’azione infame, peraltro del tutto dissociata dalla realtà.

Gli Zombie antifascisti

Infatti, sarebbe l’antifascismo la priorità da portare avanti per garantirsi un futuro dignitoso e abbondante?

Ovviamente no, ma già ce li immaginiamo questi tizi, magari figli di sindacalisti corrotti – cresciuti a pane (rubato) e bella ciao come indottrinamento di colui il quale non deve conoscere il senso dell’onore.

Se questi sono i rivoluzionari di oggi c’è da scommettere nell’auto distruzione dell’uomo, per fortuna, non è così. Questi rappresentano solo una minoranza di figli di papà, dal cervello spappolato dalla droga.

L’educazione della gioventù

Certo non possiamo sottacere che vi è invece una zona grigia troppo ampia, fatta di qualunquismo e “Tik Tok”.

Bisogna pertanto ripartire immediatamente dalla formazione culturale dei ragazzi più giovani, presentare loro di nuovo personaggi valorosi come Leon De Grelle e Codreanu – tanto per fare un esempio – per dare speranza di uomini nuovi, capaci davvero di costruire la civiltà futura di cui abbiamo più che mai un bisogno disperato (in questa dissolvenza occidentale, che ci sta portando al baratro).

Per onore di cronaca, c’è già chi si sta muovendo per riparare allo scempio fatti la scorsa notte, perché una società che non ha rispetto per i morti è una società che sarebbe in sé una giungla senza senso.

Così non sarà mai, almeno fintanto che ci sarà gente che certi valori non li tradisce e li porta avanti con ferma fierezza.