Bella Hadid messa alla porta da Dior e la minaccia israeliana

Bella Hadid messa alla porta da Dior e la minaccia israeliana – Dior, la società d’alta moda francese, ha sostituito la modella di origini palestinesi Bella Hadid, con l’israeliana May Tager nella campagna natalizia del comparto beauty del noto marchio francese.

La modella palestinese, volto noto della Maison dal 2016, non figura nel video teaser diffuso dal marchio nell’orbita di LVMH, che vedrebbe invece come protagonista l’israeliana May Tager.

Un cambiamento che, visti i tempi, nonché i precedenti col conflitto russo/ucraina, non è certo passato inosservato e che ha scatenato delle forti reazioni da parte dei fan, il cui sospetto era che la decisione fosse stata presa per ragioni politiche.

Una polemica che verrà zittita dalla stessa maison francese “In realtà il contratto con Bella Hadid – chiarisce Associated Press – era già terminato a marzo 2022, un anno e mezzo prima che scoppiasse il conflitto”.

Un sospetto che però è stato più che fondato, visto che Bella Hadid non ha mai nascosto le sue origini e si è più volte esposta sul conflitto Israelo-Palestinese, condannando pubblicamente le azioni di Israele sulla Striscia di Gaza.

Una presa di posizione che la porterà anche a ricevere minacce.

Come quando, ad esempio, aveva condiviso una storia su Instagram scrivendo a chiare lettere: “Non c’è nulla di ebraico nel come il governo israeliano tratta i palestinesi. Condannare il governo Netanyahu non è antisemitismo, così come sostenere i palestinesi non significa fiancheggiare i terroristi di Hamas”.

Parole che non erano piaciute allo Stato di Israele che dall’account ufficiale aveva scritto: “Ehi @gigihadid la scorsa settimana dormivi? O ti va bene chiudere un occhio davanti ai bambini ebrei massacrati nelle loro case? Il tuo silenzio è stato molto chiaro riguardo alla tua posizione. Attenta che ti teniamo d’occhio”.

Frase, quest’ ultima, che non è certo degna di uno Stato democratico, almeno è così che Israele si definisce ed è a sua volta definito dall’occidente.

Ma siamo sicuri che lo Stato d’ Israele si trovi nelle condizioni di poter dare lezioni sull’uguaglianza tra i popoli alla modella palestinese?

Dopotutto è stato Ben-Gvir, ministro della sicurezza nazionale di Israele che, in un’intervista, fatta a seguito di due attacchi mortali palestinesi contro israeliani nei territori occupati, aveva sostenuto: “Il mio diritto, il diritto di mia moglie e dei miei figli di circolare in Giudea e Samaria, è più importante della libertà di movimento per gli arabi” ha affermato, usando il nome biblico della Cisgiordania, precisando che “il diritto alla vita viene prima della libertà di movimento”.

Affermazioni alle quali Bella Hadid aveva risposto riportando sul suo Instagram che “In nessun luogo, in nessun momento, specialmente nel 2023, una vita dovrebbe essere più preziosa di quella di un altro. Soprattutto semplicemente a causa della loro etnia, cultura o puro odio”.

Un odio che sicuramente conosce bene la famiglia Hadid visto che, per le loro posizioni, sono stati anche minacciati di morte, al punto che il padre della modella aveva deciso di rivolgersi all’ FBI.

Vicende che dimostrano come, nonostante la smentita della maison francese, i dubbi e le polemiche erano più che legittimi.