Caso Vannacci: Ad intenditor poche parole

Caso Vannacci: Ad intenditor poche parole

 

Caso Vannacci: Ad intenditor poche parole – Matteo Salvini non riesce più a fare pace con la realtà. Il generale Vannacci va sotto triplice inchiesta da parte di tutte le branche della magistratura italiana?

Ecco pronta una bella dichiarazione di solidarietà del leader leghista, che se la prende coi giudici, rei, secondo lui, di orchestrare la solita inchiesta a orologeria.

Giudici imparziali

Ora, che in Italia i magistrati non brillino per imparzialità, dir non è mestieri; ma in questo caso, cosa avrebbero dovuto fare i procuratori interessati alla vicenda?

Non hanno ricevuto i magistrati militari, ordinari e contabili, una relazione accusatoria predisposta dal ministero della Difesa, quello retto da Guido Crosetto e, quindi, ora gestito dalla maggioranza di governo di cui il capo della Lega è partecipe?

Certo, Crosetto è di Fratelli d’Italia, ma la Lega è pur sempre magna pars del governo e della maggioranza e, per tanto, se interessava difendere Vannacci, sarebbe stato necessario farlo prima che le carte giungessero sulla scrivania dei procuratori.

Siccome si tratta di ipotesi di reato nate da un’inchiesta amministrativa interna alla Difesa, se si voleva tutelare Vannacci affinché non approdassero in tribunale indizi destinati a cadere e di facile spiegazione da parte dell’accusato, si sarebbe dovuta dare l’opportunità al generale di chiarire preventivamente la sua posizione in relazione ai dubbi sollevati su certe spese.

Dal momento, invece, che si è proceduto in maniera asetticamente burocratica, cosa avrebbero mai potuto fare i giudici in questo caso?

Far finta di non aver ricevuto la reazione del ministero della Difesa?

Insabbiare l’incartamento?

È questo che avrebbe auspicato o auspica un ministro della Repubblica?

Ma per carità, andiamo!

Nemici da cercare altrove

I nemici di Vannacci non sono in qualche tribunale romano, ma a Palazzo Chigi e a Montecitorio e se il comandante e ormai scrittore di successo fosse accorto quanto sarebbe utile esserlo, capirebbe che tra questi nemici i peggiori non sono nemmeno quelli espliciti, ma i finti amici: quelli, cioè, che tentano di spremere ciò che di meglio oggi Vannacci può offrire, senza spendersi realmente per lui come potrebbero e dovrebbero.

E siccome l’orizzonte prossimo per Vannacci sono le elezioni europee – atteso che è difficile pensare che le accuse che ora gli vengono mosse abbiano un reale fondamento -, il generale dovrebbe pensarci non cento, ma mille volte cento, prima di dare ascolto a sirene che vorrebbero sfruttare il suo potenziale elettorale, ma solo all’interno di una cornice di servilismo ideale e pratico assoluto.

Intelligenti pauca

D’altro canto, Vannacci queste cose dovrebbe saperle bene, se è vero che è stata per prima Fratelli d’Italia a proporgli un futuro politico, prima di permettere ai burocrati in divisa promuovere contro di lui l’azione un’azione disciplinare, penale e contabile.

Intelligenti pauca… a fronte di certi soggetti, è sempre meglio preservare la Indipendenza, propria e di tutti!

Massimiliano Mazzanti

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