Coltellate a Parigi, l’attentatore africano sbarcato in Italia – Gare de Lyon, Parigi: ennesimo attentato in terra europea, per mano di un cittadino maliano, che ferisce tre persone a colpi di coltello, una in modo grave.
L’attentatore era giunto in Europa sbarcando in Italia – prassi consolidata – il 22 agosto 2016 a Pozzallo, godendo due anni dopo della protezione sussidiaria dalla commissione territoriale di Torino, concessa per il contesto violento che caratterizza il Mali e da una grave patologia che lo avrebbe reso persona fragile.
Arrivato in Francia dall’Italia
Da Torino a Parigi, il viaggio di sola andata è stato rapido e senza intoppi attraversando lo spazio Shengen – leggi terra di nessuno – per portare a termine la propria missione omicida – fallita per un soffio – a spese di comuni cittadini francesi, anch’essi – come gli italiani – vittime di un’immigrazione scellerata e di un’integrazione inesistente, percepibile soltanto per il ticchettio inconfondibile di una bomba ad orologeria.
L’attentatore, senza precedenti penali, dipendente di un centro “Fai da te” torinese, aveva, però, seminato il suo odio per la Francia sui social, terreno fertile per sfogare la rabbia africana contro il colonizzatore europeo, nemico giurato del Mali e dei suoi cittadini.
Di effetti collaterali si muore
I simpatizzanti dello spazio senza frontiere non comprendono la pericolosità di ciò che definiscono effetti collaterali che dovrebbero – a detta loro – essere accettati di fronte al bene supremo di un mondo senza confini, fatto di unicorni, fatine e arcobaleni. Purtroppo, la realtà è ben diversa ed è necessario prenderne atto, in barba all’antirazzismo, al cosmopolitismo e all’antifascismo dilaganti in una società che da europea sta cambiando in africanizzata.
Lorenzo Gentile
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