Cosa ci dicono gli insorti francesi

Cosa ci dicono gli insorti francesiCosa ci dicono gli insorti francesiLa protesta violenta che sta scuotendo la Francia da oltre una decina di giorni non riguarda soltanto il malcontento per la riforma delle pensioni, ma anche, e soprattutto, la maniera arrogante in cui è stata fatta passare (Macron ha eluso il parlamento).

Sul banco degli imputati, per l’opinione pubblica, è Macron, il presidente francese, al quale gli insorti contestano di non fare gli interessi della nazione ma quelli altrui come, da un po’ di tempo, sembra stiano facendo i nostri presidenti della Repubblica i quali non esitano ad avallare supinamente i suggerimenti che giungono da Bruxelles.

Fra i tanti manifesti che abbiamo visto in tv e sui social, ne spicca uno in cui si legge  “nous ne ferons pas la fin des italiens” (ossia, non faremo la fine degli italiani),  ebbene, anche se ormai è accertato trattarsi di una immagine risalente al tempo del covid, corretta al computer , è altresì vero che tra i manifestanti si parla proprio del pericolo di finire in pensione a 67 anni come in Italia.

Il ragazzino sotto assedio

Un altro cartello significativo (quello si visto personalmente) indica come sia percepito Monsieur le Prèsident dice: arretez de founir de la cocaine à l’Elisée, le môme doit retouner sur terreossia smettetela di rifornire di cocaina l’Eliseo, il ragazzino deve tornare sulla terra”.

Macron sta rischiando veramente grosso. È vero che non è più il tempo del terrore e della ghigliottina, ma è altrettanto vero che i manifestanti hanno un solo obiettivo: LUI!

E un solo timore: cessare di essere cittadini per diventare sudditi di un môme messo lì chissà da chi.

Tensioni nelle forze dell’ordine

Le proteste hanno assunto dimensioni preoccupanti non solo per il numero dei manifestanti, per la   determinazione e la foga della protesta, nonché per i danni già causati, ma anche perché non sono pochi i poliziotti che hanno defezionato, sia perché dopo due settimane di battaglia sono ormai allo stremo, ma anche perché molti di loro, pur essendo tutori dell’ordine riconoscono che la protesta ha una sua giustificazione politica e costituzionale.

Intanto a Bruxelles…

E l’UE, quel baraccone di ignobili papaveroni, che fa? Cosa fa l’UE a fronte dello scempio istituzionale operato da un democratissimo ed egalitarissimo Presidente francese e denunciato dai manifestanti in maniera che definire incisiva è riduttivo?

Cosa fa l’UE di fronte alla virulenza delle manifestazioni che si protraggono da una quindicina di giorni e che hanno indotto un Capo di Stato ad annullare una visita ufficiale di un altro Capo di Stato (parliamo di Carlo III d’Inghilterra) pianificata da tempo?

Nulla!

Ma è mai possibile che l’Unione Europea non chieda conto a Macron di quel che sta succedendo in Francia?

Se questo è un Presidente, se questa è l’istituzione sovranazionale che pretende di sovrintendere persino al nostro modo di mangiare … andiamocene via al più presto!