Crack Credit Suisse: come uccidere i piccoli azionisti

Crack Credit Suisse: come uccidere i piccoli azionistiCrack Credit Suisse: come uccidere i piccoli azionisti – Il Credit Suisse era chiacchierato almeno dal 2008 come banca spericolata e fu allora salvato dal governo svizzero come anche la UBS, prima banca svizzera e rivale del Credit Suisse.

Ma, mentre la UBS sembra oggi essersi messa a posto e arriva così ai 7,63 miliardi di utile a fine 2022, il Credit Suisse sprofonda dichiarando una perdita di 7,3 miliardi, ma tutti pensano che altri 14 miliardi di perdite possano ancora essere nascosti nei conti della banca.

Perché è fallita la seconda banca svizzera

Come hanno fatto a perdere tutti quei soldi? La versione ufficiale è che hanno dato precedenza al profitto a discapito della prudenza, ma c’è il dubbio che abbiano drenato soldi dai piccoli investitori per lasciarli fagocitare da un sistema di vasi comunicanti. E chi si è fagocitata quella marea di denaro? Non è ancora emerso, ma ci sono sospetti sui soliti ignoti.

La finanza arcobaleno

Facciamo un esempio concreto, il Credit Suisse consiglia ai suoi piccoli clienti di investire i loro risparmi nei fondi Greensill Capital (anglo-australiano) e Archegos Capital (statunitense). Drenano 10 miliardi dai correntisti con grandi promesse di guadagno e consegnano 10 miliardi ai due fondi. I due fondi collassano nel 2021 e i 10 miliardi spariscono. Peccato perché le iniziative rientravano in uno scenario di finanza arcobaleno molto coccolata dai media.

Con questo sistema sono già spariti 16 miliardi, già cancellati dai conti, ma il conto arriverà facilmente a 30 miliardi dopo le verifiche in corso.

Ancora una too big to fail e regole cambiate in corsa

Fallirà quindi il Credit Suisse? Certo che no, rientra nella categoria delle too big to fail, troppo grandi per lasciarle fallire.

E allora il governo svizzero cambia le regole in corsa e chiede alla UBS, senza il parere degli azionisti, così come invece sarebbe previsto dalle regole precedenti, di comprare il Credit Suisse, ma solo dopo aver garantito UBS sulla possibilità di altri buchi di bilancio per 9 miliardi e dopo aver garantito 100 miliardi di liquidità a benedizione dell’intera operazione.

Insomma, il capitalismo è rigido e severo solo quando si devono bastonare i piccoli azionisti, per i grandi azionisti si riscrivono le regole al momento e si nascondono bene i passaggi finali dei soldi, specie se vicini alla finanza woke e liberal.

E per non smentire la loro immagine di buoni, fanno intendere di essere mossi solo dal desiderio di conservare i posti di lavoro degli impiegati della banca. Il Credit Suisse ne aveva 50.480 a livello mondiale, dei quali 16.880 in Svizzera.

Alla fine, oggi UBS si compra il Credit Suisse per 3 miliardi.

Di nuovo i piccoli perdono tutto

Come da copione, dall’Ottobre 2022 erano già scappati dal Credit Suisse molti dei grandi clienti, portandosi via dalla banca 111 miliardi in tre mesi.

È finita così? No, perché ci sono i grandi azionisti da salvaguardare. Gli americani, ad esempio la Harris Associates di Chicago, se ne erano scappati anche prima dell’Ottobre 2022, guadagnandoci pure sulla vendita delle azioni, le quali oggi sono scese da 30 franchi a 1,8.

Si può, a questo punto, fare una brutta figura con la Saudi National Bank in possesso del 10% delle azioni o con la Qatar Investment Autorithy in possesso di un altro 7% delle azioni del Credit Suisse?

Il regalo agli arabi

Si può fare la figura di aver salvato gli americani di Chicago e aver invece fregato gli arabi? Giammai.

Ecco allora il nuovo cambio di regole in corsa per la vicenda del Credit Suisse.

Premessa: La banca ha dei soci azionisti e poi ha degli obbligazionisti per 16 miliardi di obbligazioni emesse dalla banca stessa.

Normalmente, in caso di tracollo, si svalutano prima le azioni degli azionisti e poi i bond degli obbligazionisti, ma, in questo caso, gli obbligazionisti erano tutti dei piccoli risparmiatori clienti del Credit Suisse (altri piccoli risparmiatori oltre ai già citati sottoscrittori dei fondi fantasma britannici e statunitensi), e allora chi avrà pagato il conto finale? Ma ovviamente gli obbligazionisti ai quali sono stati cancellati i 16 miliardi di obbligazioni, istituendo la nuova regola (fino a prossima convenienza) che gli “obbligazionisti sono meno protetti degli azionisti”.

Ovvero, da oggi, chi detiene obbligazioni di una banca si troverà in “mare aperto”.

Parafrasando: Le regole del capitalismo sono come un timone, dove lo giri va.

Carlo Maria Persano