Dinamica occulta della decolonizzazione francese

Dinamica occulta della decolonizzazione franceseDinamica occulta della decolonizzazione francese – Rivedendo il film «La battaglia di Algeri » del regista comunista Gillo Pontecorvo, non si può fare a meno di ripensare alla decolonizzazione da quel film in parte celebrata.

Gli accordi di De Gaulle

Quando si va a parlare di decolonizzazione e di movimenti di liberazione dei paesi del Maghreb (ma anche di Mauritania e Senegal), sarebbe opportuno tenere conto degli inconfessabili e inconfessati accordi che il Generale De Gaulle stipulò con i notabili indigeni, per ottenere l’assenso all’impiego di truppe formate dagli uomini delle colonie e dei protettorati francesi durante la Seconda Guerra Mondiale.

Ripercorrendo quel periodo storico appare evidente (anche se sui testi e nei documentari storici non se ne fa menzione) che, per ottenere il supporto di combattenti indigeni in prima linea e di indigena mano d’opera nelle retrovie, De Gaulle non può non aver promesso ai notabili di quei paesi non solo l’indipendenza ma il riconoscimento della loro leadership sul paese liberato e sulla scena internazionale.

Indipendenza che poi, finita la Seconda Guerra Mondiale, giocoforza si è dovuta concedere secondo una scaletta preordinata.

Una sceneggiata preordinata

Una sorta di scenografia spalmata tra gli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso, mirata a imbonire la popolazione coloniale francese nonché il fronte interno.

La scaletta prevedeva una insurrezione (dai tratti feroci per renderla credibile), una reazione che permettesse a Parigi di far credere alla popolazione francese che non si era disposti a cedere, una successiva recrudescenza delle manifestazioni popolari, via via più virulente, che coinvolgessero anche le sinistre europee, ed ecco che la Francia venne a trovarsi nella condizione di non poter fare altro che concedere le agognate indipendenze.

Da tali accordi erano evidentemente stati tenuti all’oscuro i comandanti dei reparti militari distaccati nelle colonie, avvicendatisi dopo il 1945, i quali si sono trovati a fronteggiare insurrezioni improvvise che non riuscivano a contrastare perché pilotate da Parigi.

Sulla guerra d’Algeria, la più feroce delle guerre di liberazione del Maghreb – e, più in generale, del mondo arabo islamico – ci sarebbe veramente da aprire un dibattito chiarificatore, previo declassamento del film «La battaglia di Algeri» a polpettone privo di fondamento storico.