Elezioni europee? No grazie

Elezioni europee? No grazieElezioni europee? No grazie! – Nel 2024 si terranno, come di consueto, le elezioni Europee per eleggere i membri del Parlamento di Strasburgo. Inutile sottolineare come, in realtà, il ruolo dei parlamentari sia estremamente limitato nelle sue funzioni e prerogative essendo, invece, la Commissione Europea il vero “motore” decisionale assieme al Consiglio Europeo.

La corsa europea dei partiti

In vista dell’appuntamento del prossimo anno, pertanto, inizieremo ad ascoltare a breve le “litanie” europeiste di chi chiederà “più Europa in Italia” e, sul versante opposto, coloro che fingeranno di opporsi all’Unione Europea, ai suoi Trattati ed alle sue politiche chiedendo dagli scranni parlamentari di “cambiare dall’interno” l’Unione Europea.

Entrambe le posizioni sono nemiche de popoli europei e, se vogliamo, la più subdola è certamente quest’ultima. È appartenuta, in passato, a quei movimenti e partiti che, nei fatti, hanno tradito il voto di milioni di elettori. Inutile elencarli tutti poiché l’evidenza dei fatti precede la memoria. Osserviamo, invece, che la posizione di chi intende cambiare il peso delle decisioni Europee dall’interno è la più viscida ed ingannatrice perché poggia la sua argomentazione sulla stampella dell’impossibile.

Una limitazione inaccettabile alla sovranità

Senza addentrarci in tecnicismi e sofismi giuridici, basterebbe semplicemente ricordare che – in linea generale – il rapporto che intercorre tra ordinamento giuridico europeo e quello dei singoli Stati membri è di tipo permeabile con il diritto interno modificabile da quello della “matrigna UE”. Infatti, quando la norma giuridica di uno Stato che fa parte dell’UE appare in contrasto con quella europea, prevale quest’ultima. Non parliamo, poi, dei regolamenti europei, direttamente applicabili in capo ai singoli Stati membri e vera ghigliottina giacobina sulla testa dei popoli. In questo caso, la funzione legislativa dei Parlamenti Nazionali è pura demagogia ed i parlamentari romani assomigliano ai passacarte di qualche impolverato ufficio pubblico.

Uscire dalla gabbia dell’Euro

Pertanto, i postulati e gli assiomi posti alla base dell’ordinamento giuridico europeo rendono impossibile smarcarsi dalla fredda mannaia di Bruxelles. Chi nelle piazze promette di “andare in Europa e sbattere i pugni sul tavolo” o mente spudoratamente, oppure è un incompetente che chiede voti ignorando quale sarà il suo ruolo nel contesto europeo. In entrambi i casi non merita alcuna considerazione poiché inaffidabile.

L’unico modo per spezzare il cappio usurocratico e totalitario stretto al collo dei popoli europei è quello di un’uscita, ai sensi delle norme procedurali contenute nei Trattati, dalla stessa UE. Altra strada non esiste e, su questo punto, occorrerebbe iniziare ad intraprendere una decisa azione di coinvolgimento popolare.