Giù le mani da Antigone

Giù le mani da AntigoneGiù le mani da Antigone – La sovversione – l’insieme di forze coscienti o meno che lavorano per rovesciare l’ordine naturale delle cose – usualmente si appropria di riferimenti e immagini sani per poterli contorcere e deviare al fine di utilizzarli per comunicare un messaggio diametralmente opposto al significato iniziale.

Nella tragica vicenda di Giulia Cecchettin le erinni liberali hanno conficcato i loro artigli sulla figura di Antigone stravolgendo la vicenda del personaggio più famoso del drammaturgo greco Sofocle.

La storia di Antigone

Antigone è una dei figli di Edipo insieme a Eteocle, Polinice e Ismene.

La famosa tragedia di Sofocle narra dei fatti sucessivi alla morte dei due fratelli, Eteocle e Polinice che si danno la morte a vicenda durante l’assedio della città di Tebe, uno per difendere la città: Eteocle, mentre l’altro Polinice a capo dello schieramento argivo, per impossessarsene.

Si tratta di fatti narrati in un’altra magistrale tragedia di Eschilo – I sette contro Tebe e di un ciclo tebano più esteso che è incentrato sulle vicende che ruotano attorno alla figura di Edipo e della famiglia dei Labdacidi.

L’atto contrario alla legge naturale

Tornando alla tragedia sofoclea, la vicenda ruota attorno alla decisione del sovrano di Tebe, Creonte, che decide di non far tumulare le spoglie di Polinice in quanto nemico e aggressore della città.

Antigone, decide di infrangere la legge della città e di seppellire comunque il fratello, pur conscia che questo atto le sarebbe costato la morte ma d’altronde è proprio lei a dire alla sorella Ismene che “Sepolcro io gli darò. Bella, se l’opera avrò compiuta, mi parrà la morte”.

Stridente il contrasto con le parole di Ismene, la quale terrorizzata dalla scelta della sorella prova in ogni modo a dissuaderla dal compiere l’atto esiziale: Io, dunque, ai morti chiedo perdono, poi che son costretta, ed ai potenti obbedirò: ché ardire oltre le proprie forze, è cosa stolta.

Non parliamo di una pasionara

Antigone, dunque, non è una rivoluzionaria femminista e neppure crede nella sovversione: Antigone incarna l’ideale della donna pietosa che è pronta a dare la vita per onorare i defunti.

Antigone è la donna tradizionale per eccellenza in contrapposizione a Creonte che antepone la legge positiva alla legge divina. L’atto di Antigone è un atto privato, squisitamente famigliare. Antigone non cerca di dissuadere le guardie dall’arrestarla e non chiede alla città di rovesciare Creonte.

Le dichiarazioni della Parrella

Tornando all’attualità quindi risultano irricevibili le dichiarazioni di Valeria Parrella, giornalista, drammaturga e scrittrice tanto cara alla sinistra orfana di Michela Murgia: L’altro giorno pensavamo tutte a Elena Cecchettin, e oggi è lei che sta pensando a tutte noi. Ogni tanto, nella storia, una Antigone si alza accanto al corpo di chi deve seppellire e va davanti al coro del popolo e davanti al tiranno, e dimostra che quel dolore può essere lotta.

Si tratta quindi della solita operazione culturale della sinistra che, facendo leva sull’ignoranza diffusa attorno a certi temi, propugna tesi errate e stravolge i fatti a suo uso e consumo.

Matteo Carucci

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