Lontani i tempi di MiFist, i club Dogo scelgono le poltrone – Cosa c’entrano i Club Dogo, gruppo Hip Hop relativamente famoso e Giuseppe Sala, l’amato sindaco di Milano per coloro che vivono nella zona 1?
La domanda è inevitabile a chi, poco avvezzo alla musica da centro sociale, si è trovato di recente a vedere sui social e non solo, una clip per il ritorno in attività del famoso trio milanese.
Il logo del cerbero, il cane a tre teste rappresenta il trio Club Dogo, appunto il molosso argentino, intende l’istinto cacciatore e anche la rivolta (giovanile) che Hip Hop veicolava.
Un tempo erano Le sacre scuole
Forti nei circuiti dei centri sociali hanno fatto per evidenti capacità musicali e pelo sullo stomaco, una rapida carriera passando dalla “autoproduzione militante” ai circuiti discografici delle Major.
Il disco “Vile denaro” apre il periodo di successo che porterà, negli anni successivi, il gruppo a partecipare ai salotti buoni televisivi, ad avere recensioni favorevoli fin dal Corriere della Sera compensando l’imborghesimento con la collaborazione con porno star e partecipando, nel 2007, a film pornografici come “Il Mucchio selvaggio” del regista Matteo Swaitz.
Film orribilmente richiamante, nel solo titolo, il ben più famoso e valido “Mucchio selvaggio” di Sam Peckinpah.
Anche loro comunisti col Rolex
Ma dovevano fare gli irriverenti dissacranti per arrivare a poter proporre, da buoni rivoluzionari, su Amazon, il box di “Vile Denaro 10th Anniversary – Edizione Autografata” (2 CD + 2 LP + T-Shirt + Stencil), ormai esaurito, ma reperibile su Ebay a soli 1999 euro.
Abbiamo inquadrato i Dogo ma non abbiamo risposto alla domanda iniziale che c’azzeccano con l’ultra borghese, con calzini arcobaleno, Sala?
La clip citata (qui) è un lancio per il ritorno in attività (finito il vil denaro?) del Club ma anche uno spot per l’immagine del Sindaco Sala ormai riconosciuta come simile a quella del Sindaco di Gotham City.
Theo Galavan, sindaco di Gotham City nei fumetti, e nemico di Bruce Wayne il Batman, supereroe, che compare nella notte a colpire i delinquenti, assassini, ladri e violentatori, sono i riferimenti che hanno scatenato la fantasia dei militanti milanesi di Casa Pound e Movimento Nazionale.
Milano ha paura, la polizia resta a guardare
In una Milano ormai sofferente da tempo di una criminalità in grado di porre la città ai vertici italiani dei crimini commessi per 1000 abitanti, il Sindaco Sala è riuscito a bofonchiare di mera “percezione” riferendosi a stupri, rapine e violenze che non sono più relegate alle periferie da Lui e dalla sua giunta sostanzialmente abbandonate sui temi della sicurezza.
Un Sindaco più attento a far disegnare improbabili piste ciclabile, a inventarsi nuovi balzelli e a perseguitare, in nome della nuova religione Green, gli spostamenti dei privati.
Ecco che, ormai un anno fa, sono apparsi gli striscioni apostrofanti Sala come Sindaco di Gotham City, succube della criminalità perché principalmente appannaggio dei “poveri immigrati” tanto cari alla sinistra fin a giustificare stupri e aggressioni.
Sala minimizza
Il “povero” sindaco ha cercato, anzi cerca, di sminuire e minimizzare la sua incapacità di essere responsabile del benessere dei suoi cittadini, con scarsi successi.
Ultimo in ordine di tempo il suo post: “Che ci sia una campagna politica e mediatica contro il Sindaco ci sta. Ma chi per calcolo politico attacca Milano fa un danno ai tanti che grazie all’attrattività della città lavorano o comunque costruiscono le basi per la propria vita”.
A cui unisce i dati degli “omicidi volontari” unica voce di statistiche criminali che ha avuto un dato allineato agli ultimi 5 anni…
E ci mancherebbe avere più omicidi ci porterebbe dritti in classifica con alcune località messicane o venezuelane.
L’autogol di Sala
Il problema è che il sindaco per risolvere il problema Milano indica, nella clip, il Club Dogo come sui supereroi, lo fa in modo per irridere i detrattori è chiaro.
Ma la scelta è degna del soggetto, avere un cerbero Hip Hop come tutore dell’ordine sarebbe proprio una bella idea, con Club Dogo finirebbe tutto con delle belle ammucchiate di tette e culi a 60bpm.
Dire che Milano non merita di “andare in vacca” necessita però che i milanesi si sveglino da apericene e bottelon e riprendano in mano la loro città.
Alfredo Durantini
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