Giugno 1829 Nasceva Geronimo, il grande condottiero Apache

Giugno 1829 Nasceva Geronimo, il grande condottiero Apache.Giugno 1829 Nasceva Geronimo, il grande condottiero Apache. Geronimo è stato sicuramente uno dei più famosi condottieri “indiani” del XIX secolo.

Le sue storie sono giunte fino ad i nostri giorni anche tramite i tanti film americani sul periodo storico vissuto da Geronimo, film che spesso hanno dipinto il prode indiano come un assassino sanguinario e, quasi mai, come un guerriero che si oppose allo sterminio degli indiani d’America ad opera degli invasori Americani.

Gli anni della giovinezza

Geronimo era un Apache, nativo americano, il vero nome era Goyaałé. Nacque probabilmente il 16 giugno 1829, vicino al fiume Gila, in Arizona.

Trascorse una gioventù tranquilla, e come tutte le 250 tribù di “indiani” d’America prima delle guerre e della decimazione, una vita libera in stretto contatto con la natura. Per loro era incomprensibile la legge dell’uomo bianco che lottava per conquistare la terra depredandola di ogni sua risorsa.

Decise di combattere contro gli Americani scendendo in campo con le armi, dopo che 400 soldati messicani trucidarono sua moglie, i suoi figli e sua madre, era l’estate del 1858.

Un guerriero leggendario

Geronimo fu un guerriero leggendario. Lottò alla testa di un piccolo gruppo per difendere la cultura Apache, per la libertà e contro il colonialismo. Fu un leader spirituale, uno sciamano con grande esperienza nel campo della medicina tradizionale.

Combatté per circa 25 anni contro le truppe messicane e statunitensi. Fu uno stratega di straordinaria intelligenza militare ma dovette scontrarsi con un nemico infinitamente superiore per mezzi e per numero. Il suo divenne l’ultimo grande gruppo di combattimento di nativi americani che si rifiutarono di riconoscere il governo degli Stati Uniti nel West.

Gli anni della prigionia

Questa lotta giunse a termine il 4 settembre 1886, quando Geronimo si arrese e fu consegnato al generale Nelson Miles dell’esercito statunitense, che per catturarlo aveva schierato ben 5.000 sodati.

Fu costretto a passare gli ultimi anni della sua esistenza nelle prigioni di Fort Sill in Oklahoma, dove dettò la sua autobiografia e dove morì, il 17 febbraio 1909, a causa di una polmonite. Di lui riamane l’immagine di un uomo che, a capo di pochi, mise in difficoltà un intero esercito e che, senza tregua, difese la sua terra e la sua gente a costo della sua stessa vita, un esempio per tutti.

Valerio Arenare