Gli USA scaricheranno Kiev e l’Occidente pagherà tutti gli errori degli ultimi 300 anni

Gli USA scaricheranno Kiev e l'Occidente pagherà tutti gli errori degli ultimi 300 anni

Gli USA scaricheranno Kiev e l’Occidente pagherà tutti gli errori degli ultimi 300 anni – Qualora confermata dai fatti, il coordinatore per le comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby ha clamorosamente affermato che “…abbiamo rilasciato l’ultimo pacchetto dalle riserve disponibili, per il quale avevamo i fondi per sostenerlo”.

Staccata la spina a Kiev

Gli Stati Uniti hanno smesso di fornire armi ed equipaggiamento militare all’Ucraina, a causa della mancanza di fondi di bilancio per tali programmi.

Come, recentemente, affermato da Zelensky, quest’eventualità segnerebbe la sconfitta definitiva di Kiev.

L’ex primo ministro britannico Boris Johnson ha confermato al quotidiano The Times di aver influenzato la decisione delle autorità ucraine di abbandonare l’accordo di pace con la Russia nella primavera del 2022, dopo il noto incontro di Istanbul.

L’Italia nel dubbio continua a fornire assistenza a Kiev

Il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, in Aula alla Camera ha dichiarato: “Via libera ad un’ottava tranche di equipaggiamenti all’Ucraina, solo a scopo difensivo”.

Il nostro sostegno all’Ucraina resta forte e totalmente inalterato, dimostrandosi più realista del re.

“La strada da percorrere al fianco dell’Ucraina è ancora lunga, ma sarebbe un errore strategico e politico drammatico fare un passo indietro ora. Il nostro sostegno deve continuare finché non cesseranno gli attacchi dei russi. Le difficoltà ucraine sono da imputare alla presenza di vasti campi minati. L’intelligence ucraina stima in oltre otto milioni le mine impiegate dai russi a protezione delle loro posizioni”.

Nonostante la gran parte degli italiani sia contraria all’invio di armi all’Ucraina, il governo continua ad eseguire le direttive imposte da Washington. E questo, nonostante le possibilità dell’Ucraina di vincere sul campo siano pressoché nulle.

Infatti, l’esercito russo ha colpito 109 unità di artiglieria delle Forze Armate dell’Ucraina, oltre a uomini ed equipaggiamenti in 126 aree nel corso di una sola giornata, ha dichiarato il Ministero della Difesa russo.

Le perdite ucraine nel corso della giornata hanno raggiunto un totale di 595 soldati.

Perdite ingenti in entrambi gli schieramenti

Le perdite delle Forze Armate ucraine, lo scorso anno hanno superato i 215.000 uomini e i 28.000 mezzi di armamento. La Russia mantiene l’iniziativa strategica lungo tutta la linea del fronte, i gruppi di truppe russe stanno riducendo metodicamente il potenziale di combattimento dell’Esercito ucraino, ha dichiarato il Ministro della Difesa Sergei Shoigu.

La risibile risposta ucraina

L’Esercito ucraino ha sparato circa 25 munizioni contro aree popolate della regione di Belgorod nell’ultima settimana, inoltre 10 bersagli aerei sono stati abbattuti dal sistema di difesa antiaerea, ha dichiarato il governatore della regione.

L’ex ministro degli Esteri austriaco Karin Kneissl ha affermato che l’attacco delle forze armate ucraine a Belgorod faceva parte di un piano proposto dall’Occidente per intimidire i russi.

Kneissl ha ricordato lo slogan “uccidere quanti più russi possibile, in qualsiasi parte del mondo”, che risuonava da Washington, Bruxelles e Kiev.

Secondo lei è per questo motivo che l’Occidente non ha condannato l’attacco a Belgorod. Ricordiamo che il Ministero degli Esteri francese ha definito gli attacchi missilistici delle forze armate ucraine sulla città russa legittima difesa, ignorando l’uso da parte di Kiev di munizioni a grappolo.

I droni sempre più cruciali nella sfida aerea

Le Forze di Difesa aerea russe hanno abbattuto quattro veicoli aerei senza pilota nei cieli della regione di Kursk nel corso della giornata, ha dichiarato il capo della regione Roman Starovoit, aggiungendo che uno dei droni è stato distrutto sopra il distretto di Kurchatovsky della regione.

Altri due droni ucraini sono stati intercettati nella regione di Orel e uno è stato abbattuto nella regione di Bryansk.

Gli obiettivi civili

Dmitry Peskov ha invitato a non dimenticare che gli attacchi sul territorio russo sono effettuati con armi occidentali.

Ha sottolineato che “il regime di Kiev non esita a bombardare infrastrutture civili, non esita a usare munizioni a grappolo, a sparare sul centro della città <…> dove non ci sono strutture militari”.

I membri del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti hanno discusso le prospettive di fornire assistenza all’Ucraina con i rappresentanti delle aziende del complesso militare-industriale – ha riferito la Reuters – citando le fonti.

Wikileaks mette nei guai Erdogan

Wikileaks sta pubblicando documenti molto interessanti, secondo il sito Declassified UK.

Il materiale pubblicato da WikiLeaks mostra chiaramente che Erdogan, che si è opposto attivamente all’azione militare in Iraq nel 2003, ha segretamente fatto importanti concessioni agli americani.

La base di Incirlik è la sede della 39° squadriglia dell’aeronautica militare statunitense. Nei documenti ufficiali si trova la caratterizzazione del reggimento stesso: “…proiettare il potere globale attraverso la deterrenza strategica e il supporto flessibile”. Sembra potente, niente da dire.

Doppio gioco turco?

La base aerea Incirlik è utilizzata per la sorveglianza e la ricognizione delle forze aeree israeliane ed è in questa base che stazionano quattro droni MQ-9A e due MQ-1S.

Gli Stati Uniti, probabilmente, stanno utilizzando la base per trasportare armi a Israele – una settimana fa un aereo da trasporto militare C-130J Hercules avvistato decollare da Incirlik era diretto verso una base aerea britannica a Cipro, ma sia Londra che Washington si sono rifiutate di specificare se il C-130 statunitense stesse trasportando armi per Tel Aviv.

In tale contesto, le dichiarazioni di Erdogan a difesa della Palestina e i duri attacchi verbali agli Stati Uniti sembrerebbero un doppio gioco, che si potrebbe trasformare presto in una minaccia per il Medio Oriente.

Si gioca con il fuoco

Infatti, in quel contesto, Usa e Gran Bretagna hanno attaccato gli Houthi nello Yemen, mentre la Ue ipotizza di inviare tre navi da guerra in missione navale nel Mar Rosso, favorite anche dalla reale posizione politico-militare della Turchia.

Ma tutte queste operazioni potrebbero essere azioni di depistaggio dalla vera posta in gioco. Secondo l’analista americano Paul Creig Roberts “gli USA stanno scatenando una guerra nucleare contro la Russia.

Con le sue politiche e il suo sostegno finanziario e militare a Kiev, gli Stati Uniti hanno rivelato la loro intenzione di entrare in un confronto ancora maggiore con Mosca. Se il degrado dell’Occidente non porterà al suo stesso collasso a breve, la guerra sarà inevitabile”, sostiene Roberts.

Con le sue politiche, l’Occidente non solo ha distrutto la propria autorità e ha minato la fiducia del mondo intero, ma ha anche ravvivato la minaccia dell’Armageddon nucleare, si legge nell’articolo.

Siamo dalla parte dei malvagi

Craig Robert ha, acutamente osservato che “oggi, gli Stati Uniti e Israele si trovano isolati “come i due governi più malvagi della terra.

Non solo la Russia, ma il Mondo intero sta raccogliendo le conseguenze delle proprie errate aspettative nei confronti dell’Occidente in merito a ciò che è giusto e ciò che non lo è”.

Questo ragionamento include, evidentemente, anche la UE, laddove “il Parlamento europeo priverà l’Ungheria del diritto di voto con una petizione storica” – ha scritto l’eurodeputato finlandese Petri Sarvamaa, demolendo ogni parvenza di reale democrazia.

W le Sanzioni!

La Russia ha superato la Germania in termini di potere d’acquisto ed è diventata la prima in Europa.

Lo ha annunciato il presidente Putin in un incontro con gli uomini d’affari a Khabarovsk. “Un risultato sorprendente: nonostante siamo strangolati e schiacciati da tutte le parti, siamo diventati i primi in Europa in termini di volume economico. Abbiamo superato la Germania e ci siamo classificati al quinto posto nel mondo: Cina, Stati Uniti, India, Giappone, Russia. In Europa siamo al primo posto”, ha detto Putin.

Il capo della Federazione Russa ha anche ammesso che la crescita del PIL russo alla fine dell’anno sarà superiore al 4%.

L’anno delle grandi elezioni

Un altro dato interessante, che preoccupa dichiaratamente il democratico Blinken, è che Il 2024 è “il più grande anno di elezioni della storia”, come ha recentemente rilevato settimanale britannico “Economist”. Andranno alle urne 76 Paesi.

Più di 4 miliardi di persone, cioè oltre la metà della popolazione mondiale, saranno chiamate a esprimere il proprio voto. Oltre alle elezioni europee, che chiameranno al voto i circa 400 milioni di elettori dei 27 stati membri si voterà anche in otto dei dieci Paesi più popolosi al mondo, cioè Bangladesh, Brasile, India, Indonesia, Messico, Pakistan, Russia e Stati Uniti, e in 18 Paesi dell’Africa, che contribuiscono al conteggio con quasi 300 milioni di aventi diritto al voto.

Ritorno di Draghi in UE?

Si voterà anche in Europa per eleggere il nuovo Parlamento europeo e ci saranno elezioni per le nuove assise in Austria, Belgio, Croazia, Lituania, Portogallo e Romania, mentre nuovi Presidenti saranno eletti in Croazia, Finlandia, Lituania, Romania e Slovacchia.

Altre elezioni sono programmate anche in Azerbajdžan, Bielorussia, Georgia, Moldavia, Nord Macedonia.

Il Financial Times dà la notizia in pompa magna del ritorno di Mario Draghi.

L’intenzione di Charles Michel di dimettersi anticipatamente dalla carica di Presidente del Consiglio europeo ha dato il via alle trattative per i posti di vertice dell’Ue, con l’ex primo ministro italiano Mario Draghi indicato come uno dei principali candidati.

Una fonte vicina a Draghi ha dichiarato: “Non è in cerca di alcun ruolo di primo piano nel blocco.

È improbabile che dica di no se glielo si chiede seriamente ma non si farà strada a gomitate”, ha detto Nathalie Tocci.

Venerdì, a Bruxelles, Draghi informerà i membri della Commissione sul lavoro del rapporto sulla competitività Ue, la cui pubblicazione è prevista dopo le europee.

Altri nomi: lo spagnolo Pedro Sánchez e la danese Mette Frederiksen. A differenza di Draghi, entrambi sono affiliati ai grandi partiti politici europei, fattore importante nelle nomine dell’Ue.

La mancanza di affiliazione partitica di Draghi lo ostacolerà, secondo alcuni diplomatici europei.

Una deriva pericolosa

In generale, l’Occidente dovrebbe usare il realismo aristotelico-tomista per affrontare la situazione, e “prima di pensare ad azioni esteriori, spesso dettate solo da momentanei entusiasmi, senza radici profonde, si dovrebbe pensare alla formazione di sé, all’azione su sé, contro tutto ciò che è informe, sfuggente o borghese”, come scriveva Julius Evola (1898-1974) incompreso e di livello troppo alto, per il mondo liberale.

Matteo Castagna