Gli utili idioti sono tra noi e lottano per la sinistra

Gli utili idioti sono tra noi e lottano per la sinistraGli utili idioti sono tra noi e lottano per la sinistra –    Tutto vero, anzi, verissimo, quel che scrive Franco Battaglia, su “La Verità”, circa la vicenda di Lucia Lo Palo, presidente dell’Arpa della Lombardia, finita nel tritacarne mediatico per aver negato in parte l’esistenza, o meglio: la “causa umana”, dell’emergenza climatica.

In Italia esiste una “dittatura del pensiero unico” che, sui temi di maggior interesse per i circuiti di potere e di affari internazionali, come ora sono quelli della farlocca “green economy”, tende a schiacciare inesorabilmente e senza pietà tutti coloro che hanno opinioni diverse, delegittimandole sul piano umano, professionale e culturale.

La macchina del fango

Anzi, si può dire che in nessun altro paese del mondo, anche del mondo occidentale, questa macchina del fango funzioni meglio che qui.

Ora tocca alla Lo Palo, ma altri, anche recentissimamente, dal Covid alla strategia della tensione, ci sono già passati.

Di più: ci hanno “lasciato le penne”: programmi televisivi, posti di lavoro, incarichi militari e politici e via dicendo. Quel che non convince, però, nella tesi del giornalista della squadra di Maurizio Belpietro è un’omissione di non poco momento: la Sinistra – che Battaglia, a dimostrazione ulteriore del male di fondo, insiste a definire “fascista” – addita, sbraita, porta al patibolo; ma è il Centrodestra a metter mano alla leva che fa precipitare la mannaia. Ansiosi, anzi smaniosi di una carezzina dalla Repubblica, di un apprezzamento dall’ex-presidente del consiglio “tecnico” di turno, dell’elogio dell’anchor-man che, fino al giorno prima, gridava l’allarme per i “barbari alle porte”, i politici del Centrodestra e della Destra di governo mostrano uno zelo veramente degno di miglior causa, nel bastonare, licenziare, ostracizzare ex-compagni di avventura e finanche gli amici.

Lucia Lo Palo è stata presa di mira dai soliti “compagni” della stampa, prima che da quelli annidati nelle istituzioni lombarde e non, ma è stata “impallinata” da ben 8 – dicasi otto – “franchi tiratori” della maggioranza che avrebbe dovuta difenderla.

Ne la prima ne l’ultima 

Prima di lei, Roberto Vannacci è stato deriso e insultato dal sinistrume intellettualoide, ma messo in croce dal corpulento Guido Crosetto, il ministro e nume tutelare della piccola “giorgina”.

Marcello De Angelis, invece, è stato cannoneggiato sempre dalla Repubblica e dai nostalgici dell’Antifascismo militante, ma a portarlo alle dimissioni – con annesse dichiarazioni “politicamente e magistraturamente corrette” choccanti sui fatti dell’eversione degli anni ‘70 e ‘80 – dalla stessa Meloni, da Ignazio La Russa, da Tommaso Foti e dall’ormai onnipresente Giovanni Donzelli.

Per non parlare dei vertici Rai che, appena nominati, hanno censurato Filippo Facci prima ancora che potesse parlare. Non c’è bisogna di andare avanti: questi esempi, in un anno scarso di governo del Centrodestra, bastano e avanzano per ribadire il concetto espresso da Alessandro Sallusti in un raro momento di lucidità (ultimamente, anche lui delude di sovente): la Destra se la merita la dittatura culturale della Sinistra, visto la vigliaccheria che ne contraddistingue il modo di pensare e di agire, quando i “compagni” lanciano campagne persecutorie contro intellettuali, spiriti liberi e opinionisti di destra.

Battaglia se ne deve fare, come noi, una ragione.

Esistono terreni che non sono condizionabili elettoralmente: quello della memoria e quello della narrazione collettiva circa i grandi temi della vita sociale, economica e politica, italiani e internazionali.

Per “giocare” in questi due campi, solo una completa e ben radicata nel tempo legittimazione da parte della Sinistra, autorizza l’accesso. E non perché la stessa Sinistra lo chieda, ma perché è il Centrodestra a pretenderlo.

 

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