I “certificati verdi” Ets e l’estinzione delle aziende europee

I “certificati verdi” Ets e l'estinzione delle aziende europeeI “certificati verdi” Ets e l’estinzione delle aziende europee

I “certificati verdi” Ets sono lo strumento europeo per l’attuazione del protocollo di Kyoto, col fine di abbassare od eliminare l’emissione di gas serra.

In pratica la direttiva Ets prevede, dal 2005, che le aziende con una elevata emissione di Co2 non possano funzionare senza una autorizzazione a emettere gas serra in misura superiore ad un livello stabilito, questa autorizzazione si traduce nell’acquisto dei certificati verdi Ets in un’asta europea, con un numero di Ets non illimitato, ma contingentato.

Gli ambientalisti hanno deciso

Proviamo a spiegarlo in maniera semplice: prendiamo una fabbrica che produce ceramica, alto consumo di energia, quindi anche di emissioni; questa fabbrica per produrre le sue mattonelle produce anche gas serra, diciamo che in un anno pari, emetta 1000 tonnellate (numero fittizio) di Co2.

L’Europa (e gli ambientalisti), però, hanno deciso che per salvare il pianeta l’azienda ne può produrre solo 500 gratis e che, se vuole continuare a lavorare, la fabbrica le altre 500 tonnellate di Co2 dovrà pagarle, acquistando dall’Europa l’autorizzazione a farlo, ovvero comprando i certificati Ets.

Due annotazioni: esiste anche un mercato privato degli Ets e il limite delle emissioni “gratis” viene progressivamente sempre abbassato, come esiste un limite massimo alle emissioni insuperabile anche a “pagamento”. Un certificato Ets che ti dà il diritto di “inquinare” con una tonnellata di Co2 nel 2013 costava € 4,3 oggi costa € 95,7.

Non c’è bisogno di sottolineare come questo meccanismo, ideologico, ha aumentato, costi, prezzi ed anche l’inflazione.

Ets riformati… in peggio

Pochi giorni fa, la solita Europa, nel Consiglio europeo dedicato ad agricoltura e pesca, preceduto dalla approvazione del Parlamento Europeo, dove FdI e Lega avevano votato contro, ha ratificato definitivamente la riforma (in senso peggiorativa) del sistema degli Ets, e in questa sede contrariamente a quanto avvenuto in parlamento europeo del 18 aprile, il rappresentante del Governo italiano ha votato a favore di tutto il pacchetto demenziale e punitivo per noi, sostenuto dall’Europa. Contro hanno votato solo Ungheria e Polonia.

Riassumendo, il 18 aprile, nel Parlamento europeo, dove il risultato delle votazioni ha poco rilevo pratico, ma ha rilievo pubblico e mediatico delle posizioni dei singoli partiti, Forza Italia si astiene e Lega e Fratelli d’Italia votano contro, mostrando almeno ai propri elettori coerenza con quanto “predicato” in campagna elettorale.

La ratifica del Governo Meloni

Poi, nel Consiglio Europeo, dove si ratificano definitivamente le decisioni, ma ha meno risalto mediatico (difatti non ne ha parlato quasi nessuno, tranne “la Verità”), il rappresentante del Governo italiano ha votato a favore di tutto il pacchetto di riforme in senso “ambientalista” che sono il seguito di: auto elettriche, case green ecc. e il definitivo colpo di grazia alla nostra economia.

Se questa è la fine della pacchia per l’Europa e il cambio di dignità nello starci dentro, propagandata dalla Meloni, nemmeno il “Supremo” potrà salvarci.

La riforma approvata anche dal nostro Governo prevede l’estensione del sistema Ets anche ai settori del trasporto marittimo e su strada e alle emissioni derivanti dal riscaldamento delle abitazioni e si introduce anche un nuovo sistema sulla Co2 importata (Cbam).

Nuove accise “europea”

Tutto questo si traduce in una maggiore tassazione su gas e benzina, nell’aumento di tutti i costi di produzione e trasporto, che svuoterà anche degli “spicci” i nostri portafogli; infatti, la Commissione (quella europea non quella della mafia che ha lo stesso nome) prevede di creare una nuova accisa su benzina e diesel di 10-15 centesimi a litro.

Ovviamente cresceranno anche le bollette del gas per le famiglie già sotto schiaffo per le case green.

Le imprese “energivore” si vedranno decuplicate le tasse sul mercato europeo perché la riforma prevede la cancellazione di quella quota di “inquinamento gratuita”, non solo: le stesse quote a pagamento (Ets) messe a disposizione del mercato si ridurranno progressivamente sempre di più fino all’estinzione…delle aziende, diciamo noi.

Insomma siamo nel momento cruciale della svolta green, che forse non tutti considerano esistere solo in Europa, e che si attua, contrariamente a quanto i fedeli adoratori dell’atlantica Meloni credono, con la piena approvazione e condivisione di questo Governo che, se vogliamo aggiungere i 10.000 clandestini che sbarcano mensilmente (siamo a 40.000 dall’inizio dell’anno) e il loro mantenimento, le armi e la guerra, l’indebitamento esistente più il Pnrr c’è piuttosto da temere che duri tutti i cinque anni.

Giovanni Preziosa