Il caso Apostolico dimostra che è un governo di incapaci – La questione del Giudice di Catania che ha disapplicato il DL Cutro, liberando alcuni clandestini africani, non smette di imbarazzare sia il Governo sia la magistratura stessa.
Se il giudice è un militante
Il magistrato in questione si chiama Iolanda Apostolico, è in servizio presso la sezione immigrazione e diritti della persona del Tribunale ordinario di Catania ed ha precedenti importanti come attivista di sinistra.
In prima fila alle manifestazioni
Non solo, infatti, non ha mai fatto mistero delle sue appartenenze politiche, ma ha anche partecipato attivamente a manifestazioni contro Salvini – quando era ministro dell’interno – ed a favore dell’immigrazione incontrollata.
Da ultimo ha generato scandalo il fatto che qualche anno fa, durante la manifestazione per gli immigrati della nave Diciotti, ha manifestato contro le forze dell’ordine che bloccavano lo sbarco, arrivando finanche ad inveire con veemenza contro la polizia intervenuta.
Tutti comportamenti non solo sconvenienti per un magistrato in servizio, ma anche espressamente sanzionati dalle norme.
Un agente sabotatore
Non c’erano dubbi, quindi, che l’Apostolico avrebbe osteggiato il governo sulla questione accoglienza ed avrebbe liberato i tunisini la cui posizione era stata incaricata di vagliare.
E tutti nel governo Meloni ne erano pienamente a conoscenza, tanto che il video che ritrae il Giudice di Catania intenta ad insultare i poliziotti è stato diffuso proprio da Salvini, attualmente vicepresidente del Consiglio.
Arrivano le dimissioni?
Lo stesso Salvini ora – più che legittimamente – invoca le dimissioni dell’Apostolo, contestando anche i suoi presidenti giudiziari, che lasciano molto a discutere da un punto di vista prettamente giuridico.
Resta, però, da capire perché nessuno del governo – nonostante gli (apparenti) sforzi di Salvini – non faccia nulla di concreto per ottenere la rimozione del Giudice di Catania.
L’esecutivo incassa anche questa
Sulla questione, difatti, si fa un gran parlare, ma invero l’Esecutivo non sembra avere intenzione di muovere un dito perché l’Apostolico sia sanzionata.
È palese che il comportamento del Giudice sia stato contrario ai propri doveri di magistrato, per cui il Ministro della Giustizia dovrebbe avere tutto l’interesse a promuovere un procedimento disciplinare a suo carico.
Invece – a parte la, solita, sterile propaganda – nessuno nel governo Meloni fa niente. Da ciò, da un lato, l’evidente incompetenza di una classe politica completamente inerte; dall’altro, forse, anche l’interesse recondito a schermare la propria inutilità politica dietro l’attivismo della magistratura di sinistra.
La politica schiacciata dalla giustizia
Non è vero, dunque, che il potere politico non potrebbe fare nulla per arginare quello giudiziario. Però non sa farlo, né – probabilmente- vuole fare alcunché per provarci.
Ed a rimetterci è, ancora una volta, la governabilità del Paese, a tutto discapito del popolo italiano, al quale vengono propinato esclusivamente propaganda e chiacchiere; tutto questo mentre lo stato va a rotoli ed i ministri vanno avanti a colpi di selfie, post sui social e ridicole passerelle idiote.
Giustino D’Uva