Il colpo navale ucraino e le ultime dal fronte – Nelle prime ore del mattino di giovedì 29, il porto della marina russa di Sebastopoli, in Crimea, è stato oggetto di un attacco, condotto esclusivamente con uso di droni, 9 aerei e 7 acquatici. Contrastanti le versioni sui danni riportati: i russi ammettono solo il danneggiamento di un dragamine e di un rimorchiatore e di aver intercettato e distrutto tutti i mezzi nemici; gli ucraini rivendicano danni a 4 unità navali russe, tra cui la fregata “Admiral Makarov”, oltre che alle infrastrutture portuali.
La pista britannica
L’ideazione e i mezzi impiegati per l’attacco – partito dal porto di Ochakiv nella regione di Nykolaiev – risultano di matrice britannica; di fatto si può parlare di un attacco della Royal Navy alla flotta russa. La Russia ha provveduto a sospendere l’accordo per la circolazione nel Mar Nero delle navi trasportatrici di grano ucraino, essendo gli attacchi azioni contro i porti in Crimea, ritenute in violazione degli accordi presi.
Pioggia di missili sull’Ucraina
La campagna di bombardamenti strategici russi continua: nella giornata del 31 ottobre un’ondata missilistica di intensità pari o superiore a quelle del 10, 11 e 22 ottobre ha colpito obiettivi a Kiev, Cherkasy, Vinnytsa, Poltava, Dnipropetrovsk, Krivograd, Kharkov, Zaphoryza. Al momento, gran parte dell’Ucraina centrale – Kiev inclusa – ed orientale è senza energia elettrica. Gli attacchi sono stati condotti principalmente col lancio di missili da crociera da bombardieri strategici.
Colpo di reni russo
Sul fronte terrestre è in atto una localizzata ripresa dell’iniziativa da parte russa a sud-ovest di Donetsk. I russi, forti di un poderoso sbarramento di fuoco d’artiglieria, hanno demolito le principali fortificazioni delle linee ucraine, procedendo poi all’assalto delle posizioni nemiche, seppur avanzando lentamente tra 3 e 5 chilometri al giorno. A Kharkov/Lughansk e Kherson gli ucraini restano all’offensiva, con continui tentativi dì sfondamento delle linee russe, al momento infruttuosi.
L’occidente in affanno
Gli aiuti internazionali sono in diminuzione, in particolare le forniture belliche all’Ucraina, per evidentemente scarsità degli arsenali occidentali, eccezion fatta per l’Italia che ha annunciato l’invio di 6 semoventi di artiglieria di ultima generazione Pzh2000 e di una ventina di semoventi M109. Di fatto, cediamo tutta la nostra artiglieria semovente con capacità operativa.
Filippo Deidda