Il Fascismo, antitesi della Rivoluzione Francese

Il Fascismo, antitesi della Rivoluzione FranceseIl Fascismo, antitesi della Rivoluzione Francese – La Rivoluzione francese non fu solamente l’abbattimento dell’Ancien Regime, il cambiamento di una forma di governo che da monarchia assoluta diventava repubblicana.

Fu una radicale trasformazione sociale a culturale con cui si tentò di recidere ogni legame con le radici spirituali della Francia prima e dell’Occidente poi.

Odio contro la religione dei padri

All’indomani della presa della Bastiglia, 14 luglio 1789, si scatenò una violenta persecuzione antireligiosa, sull’onda delle idee illuministe, massoniche e materialiste. Fu il Terrore giacobino, fu il bagno di sangue della Vandea.

Come insegnavano i philosophes des lumières (i filosofi, i pensatori illuministi), la religione, soprattutto quella cattolica, era vista come fonte di ignoranza, di oppressione del popolo, di oscurantismo. Non solo il clero ma anche i semplici credenti vennero perseguitati e spesso messi a morte, gli edifici sacri distrutti, profanati e saccheggiati.

Si cercò di costruire una nuova società nel segno dell’ateismo. Vennero adottati un nuovo calendario, e una nuova cronologia, che traeva origine, quale anno zero, nel 24 ottobre 1793, data di fondazione della repubblica francese. I termini avanti Cristo e dopo Cristo sparirono così dalle datazioni storiche. Nasceva il mondo liberale, basato, tra le altre cose, sul laicismo, cioè sull’esclusione della sfera religiosa dalla vita pubblica.

Una vittoria borghese

Fu la vittoria, non già del popolo, come viene erroneamente creduto e insegnato, ma del ceto borghese. Ceto in procinto di dare vita all’economia capitalistica, con la prima rivoluzione industriale. Con la legge Le Chapelier nel 1791 vengono abolite le corporazioni. Perché? Erano libere associazioni di arti e mestieri, che praticavano la mutua assistenza e che nel Medioevo erano arrivate a cooperare al governo di importanti città europee.

La loro colpa? Erano improntate allo spirito cristiano, e questo già sarebbe bastato. Ma costituivano anche un intralcio al nuovo modello di economia che era all’orizzonte. Erroneamente il Fascismo viene annoverato tra i movimenti figli della Rivoluzione Francese, al pari del liberalismo e del comunismo.

Ma le brevi considerazioni precedenti ci permettono di smentire questa tesi. Il Fascismo, pure rivoluzionario nella sua essenza, rappresenta una cesura rispetto ai movimenti politici ottocenteschi. Per citare il filosofo e giurista Sergio Panunzio, è “conservazione rivoluzionaria”. I valori della spiritualità, infatti, non sono un ostacolo ma un caposaldo. La religione cattolica con il Fascismo ha riguadagnato centralità e rispetto.

Lo stato corporativo

Con lo Stato corporativo il Fascismo propone, modernizzandolo e radicandolo nel XX secolo, un sistema socioeconomico fondato sulla solidarietà e la collaborazione tra le classi. La Massoneria, ispiratrice degli ideali della Rivoluzione Francese, trova nel Fascismo un nemico letale, che la mette al bando. Tutto questo e tanto altro fa dichiarare al Duce, nel discorso di insediamento del Direttorio nel 1926: “Noi rappresentiamo un principio nuovo nel mondo, noi rappresentiamo l’antitesi netta, categorica, definitiva della democrazia, della plutocrazia, della massoneria di tutto il mondo, per dirla in una parola, degli immortali principi dell’89.”.

Il Fascismo, un’altra cosa.

Raffaele Amato, autore del libro “Vangelo e Moschetto”