Informazione mainstream e il buco della serratura

Informazione mainstream e il buco della serratura

 

Informazione mainstream e il buco della serratura – Poi c’è chi si lamenta del fatto che la gente non legga più i giornali o non si fidi dell’informazione mainstream.

Ansa – prima agenzia di stampa nazionale, ore 15.00 di Venerdì 23 -, nella homepage, sezione “primo piano”: “Sofia Goggia sui social mostra la cicatrice e cita la compagna di squadra Elena Fanchini”.

A Roma aggiungerebbero: E ’sti cazzi, nun ce lo metti? Possibile che non ci siano altre notizie da segnalare, pur con tutto il rispetto per una campionessa straordinaria e che è solo da ammirare e rispettare? Possibile che la sua cicatrice valga di più, nell’ordine del notiziario, della seguente: “Per una famiglia su due è difficile raggiungere il pronto soccorso”?

La fortuna di chi si può permettere di essere operata subito vale di più, in termini di audience, del fatto che milioni di “povericristi”, quando entrano in un ospedale, ormai vivono un’esperienza dantesca (nel senso dei gironi infernali)?

Il buon tempo antico

Un tempo – ed era proprio un buon tempo antico – esistevano delle differenziazioni, nell’informazione: giornali seri; giornali sportivi e di settore; gossip, ecc.

Colui che della società se ne fregava e che fosse interessato solo “de minimis”, poteva alimentare le sue private passioni con la “rosa”, con “Tuttomotori” e via dicendo.

Possibile mai che ogni “praetor” di oggi, invece, si abbeveri solo di “Novella 2000”, nel senso che ogni giornale – finanche quelli di partito – usino per la cernita delle notizie il “buco della serratura”?

Si sente sempre più spesso parlare di fake news o dei pericoli del giornalismo-fai-da-te, ma il vero scandalo è semmai l’informazione propriamente detta, quella formalmente regolata dalle leggi professionali e dagli Ordini regionali dei giornalisti, ridotta a un cumulo di sciocchezza dove la tragedia è mischiata al sensazionalismo; l’evento decisivo alla castroneria più totale e assoluta; dove l’attenzione degli editoriali, più che alla crescita civile, puntano alla moltiplicazione dei click e dei “mi piace”, attagliandosi alla parte meno istruita e più superficiale del pubblico potenziale.

La stampa riflette il suo tempo

Un tempo, i giornali erano senza meno un fattore di crescita culturale, un indispensabile ausilio al sistema della formazione scolastica – oltre che un presidio della democrazia, dei diritti e per la circolazione delle idee -, ora sono solo concorrenti dei più stupidi “influencer” attivi sul “web”.

Se la stampa riflette il suo tempo, oltre che a narrarlo, non si è arrivati alla frutta: si è passati direttamente alla dieta. Una dieta che proibisce assolutamente l’assunzione di intelligenza. E comunque, visto che si deve parlare di questo: i migliori auguri di un veloce ritorno in pista all’immensa Sofia

Massimiliano Mazzanti

 

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