Intervista a Desideria Raggi, presidente di Evita Pèron

Intervista a Desideria RaggiIntervista a Desideria Raggi, presidente di Evita Pèron – Evita Perón, una donna che scrisse la storia del suo Paese, l’Argentina.

Fu un’attrice, politica, sindacalista e filantropa argentina, seconda moglie del presidente Juan Domingo Perón e First Lady dell’Argentina dal 1946 fino alla morte nel 1952, avvenuta per un tumore, a 33 anni.

L’8 luglio del 1948 creò la Fondazione Eva Perón, presieduta da lei stessa, che si occupava di migliorare le condizioni di vita dei bambini, degli anziani, delle ragazze madri e delle donne appartenenti alle classi più povere della popolazione.

Diritto al rispetto, parola chiave per politiche umane e giuste. Valori e insegnamenti di cui ha fatto tesoro l’Associazione Evita Peròn, nata tra il 2005 ed il 2006 a Faenza, in provincia di Ravenna. Di questo progetto parleremo col suo Presidente, Desideria Raggi.

Come e perché è nata la vostra associazione?

L’Associazione Evita Perón nasce nel 2006, dapprima localmente, in provincia di Ravenna, per poi espandersi sul territorio nazionale, in maniera definitiva, nel 2016. Sentivamo la forte esigenza di poterci adoperare nel colmare quelle lacune politico-istituzionali nella tutela delle famiglie, delle donne e dei bambini inserendoci di fatto nel tessuto sociale. Ci siamo così raggruppate e abbiamo dato vita ad una associazione in memoria di colei che mise la sua vita a disposizione del proprio popolo, appunto Evita Perón.

Perché tra le varie donne che hanno scritto la storia è stata scelta proprio Evita Peròn?

Nello scenario mondiale del Novecento, a nostro parere, la figura femminile che si è maggiormente distinta, donandosi totalmente al proprio popolo, è Eva Maria Duarte de Perón, “Evita”, giovane ragazza di umili origini che seppe come risollevare le sorti dell’Argentina, ed è proprio lei ad incarnare perfettamente la nostra idea di “essere esempio”.

Evita riuscì ad esternare il suo animo ed a far sì che i suoi sogni, i suoi ideali, identificati nella dottrina peronista, prendessero forma con quella passione e quel vigore innato che hanno sempre caratterizzato la sua figura. La sua personale lotta contro le ingiustizie sociali trovò sfogo nell’istituzione della Fondazione: un’opera assistenziale unica nel suo genere, rivolta a donne, bambini, lavoratori, che nulla aveva a che fare con una assistenza statica, parassitaria o temporanea. Ancora oggi la memoria di Evita è impressa nella mente e nel sangue dell’Argentina e degli Argentini.

Quali sono le vostre battaglie e quindi gli obiettivi che intendete raggiungere, e quali, invece, avete già portato in porto?

La difesa della vita fin dal suo concepimento, la tutela della donna, dei bambini e della famiglia, questi sono i punti cardinali della nostra associazione.

Battaglie che a tanti sembrano retrograde, ferme al “Medio Evo”; al contrario, questi sono concetti basilari ed irrinunciabili: da decenni la figura femminile è stata discriminata, ridotta ai minimi termini, donna oggetto, donna senza arte né parte.

La famiglia, l’istituzione naturale per eccellenza colonna portante di ogni società, formata da uomo, donna e bambini, è stata soppiantata da nuovi concetti innaturali e blasfemi di coppie dello stesso sesso che adottano, o ancora peggio acquistano, bambini dal miglior supermercato umano per soddisfare i propri capricci.

Ancora, vediamo come da decenni il diritto alla vita si è ridotto alla falsa libertà di decidere del corpo di un altro individuo, di poterlo eliminare come un rifiuto speciale senza il benché minimo senso di colpa. Allora ecco che ci trovate impegnate nella lotta assidua contro la famigerata Legge 194, ci vedete lottare a difesa delle donne vittime di violenza, senza distinzione nel colore della pelle del proprio carnefice. Tuteliamo le famiglie italiane in difficoltà economica, sostenendole ed aiutandole, in collaborazione con altre associazioni. Oltre alla creazione di dopo scuola gratuiti e colonie estive.

Oltre a questo, l’associazione Evita Perón opera anche in collegamento con l’estero, con contatti diretti in Siria, Iraq, Palestina e Libano, a difesa dei bambini orfani.

Tra gli obiettivi a lunga scadenza in cantiere c’è la progettazione di scuole parentali che possano dare un’equa istruzione: la scuola odierna, la famigerata “buona scuola”, non è altro che un covo di insegnanti politicizzati con il compito di indottrinare i ragazzi al pensiero unico attraverso la mistificazione della storia, il gender, la carriera alias.

A proposito di donne e politica, cosa pensa di Giorgia Meloni, il primo Premier donna della Repubblica italiana e, di conseguenza, cosa si aspetta dal suo Governo?

Giorgia Meloni è stata votata in maniera democratica, dopo anni di governi tecnici, punto.

Può fare piacere che sia donna, ma ciò non è sintomo di bravura a priori; è una donna del sistema che deve sottostare ai diktat europei e d’oltreoceano. Non crediamo che possa cambiare radicalmente le sorti dell’Italia solo perché di sesso femminile.

Delle vostre colonie estive i giornali hanno scritto che avete insegnato canti fascisti ai bambini ed agli adolescenti. Sono accuse fondate?

Chiunque abbia raccontato delle colonie dall’altra parte della barricata, che fosse politico o giornalista, lo ha sempre fatto senza cognizione di causa, per non parlare delle palesi lacune storiche alla base di certi teoremi.

Chi favoleggia di presunti canti fascisti insegnati durante le colonie si riferisce alla canzone “La bandiera dei tre colori”, che nacque molto tempo prima della venuta del Fascismo in Italia: la prima versione fu scritta infatti nel 1848 da Francesco Dall’Ongaro, mentre una seconda versione, che ne ampliò il testo, fu scritta da un anonimo nel 1858.

Che noi sappiamo, il Fascismo nacque attorno al 1919… Fate voi i conti, ricordandovi che la matematica non è un’opinione. Ancor peggio, ci hanno tacciato di indottrinamento fascista perché ogni mattina i ragazzi presenziano all’alzabandiera cantando l’inno italiano (Mameli 1847), eppure tutte le mattine l’inno viene cantato all’alzabandiera presso le caserme militari, viene cantato alla presenza del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio… Tutti fascisti?

A proposito di colonie: come e perché sono nate? Di conseguenza, quali sono i vostri progetti ed obiettivi, in corso o da realizzare?

Un vero e proprio atto rivoluzionario, così sono state definite le colonie Evita Perón: una settimana di divertimento, ma non solo, organizzata per i bambini delle famiglie italiane con problemi economici che non potrebbero altrimenti portare in vacanza i propri figli; questo sarà il sesto anno consecutivo. Otto giorni di vitto ed alloggio completamente gratuito, di svago, di socializzazione, di rispetto ed aiuto reciproco, di senso comunitario, di formazione, fatta affrontando diversi argomenti storici e di attualità: questo non è indottrinamento, ma insegnamento. Questo è un obiettivo raggiunto, ma in continua evoluzione, per ora a cadenza annuale. Prossimo obiettivo, come già dicevamo, è la scuola parentale, oltre ad una struttura efficiente ed autonoma che possa intervenire concretamente laddove si presentino persone bisognose in qualsiasi ambito. Prossimo passo sarà quello di poter lavorare in sinergia con gli altri gruppi femminili presenti nella nostra area.

Da donna e da madre, cosa teme per il futuro dei suoi figli e quali sono invece le sue speranze?

Uno Stato che non tutela i propri cittadini, che non sostiene le famiglie, è uno Stato destinato a morire. Disoccupazione, denatalità e povertà raggiungono picchi sempre più alti, ma nessun organo competente interviene con misure mirate ed adeguate.

Dall’altra parte, la società odierna impone stereotipi fasulli basati sull’egoismo, sul denaro facile.

Gli idoli odierni sono giovani ben confezionati che si dilettano in finti lavori: la generazione Z cresce a suon di social, di influencer, di canzoni dai testi discutibili, si nasce non binary, si mangiano ormoni per la transizione, si frequenta l’università di Tik Tok e si lavora su Instagram; ci si può accoppiare con chiunque, puoi decidere se uccidere un bambino o acquistarne uno scegliendo dal catalogo online.

Male che ti vada puoi sempre scegliere, tu donna, di trasformarti in una macchina riproduttrice in serie, dietro pagamento, per esaudire i capricci di chiunque oppure, per tutti, se vuoi fare carriera puoi sempre provarci con Uomini e Donne oppure, con tessera e conoscenze giuste, a seconda del padrone di turno, puoi ritrovarti sacchi di soldi in casa.

Mi raccomando, il tutto sventolando sempre bandiere arcobaleno pro LGBTQA+.

Aggiungiamoci due anni di restrizioni durante i quali a pagare il prezzo più alto sono stati proprio i nostri ragazzi, chiusi tra quattro mura, privati di qualsiasi tipo di confronto, condivisione e socializzazione: un disastro annunciato che ha portato ad un aumento vertiginoso di casi depressivi acuti, di autolesionismo e di suicidio.

La speranza è solo una: quella di lottare per restituire l’ordine naturale delle cose, uno Stato fondato su principi leciti e una società basata nuovamente sui valori tradizionali, fondamenta basilari.