La guerra è pace

La guerra è pace
da 1984 – editore Ferrogallico

LA GUERRA È PACE – Uno dei tre slogan fondamentali del socing, l’ideologia dominate nella Oceania di Orwell – “la guerra è pace” –  insieme agli altri due – “la libertà è schiavitù”, “l’ignoranza è forza” – esprime compiutamente il concetto di “bispensiero”, ossia la capacità di mutare da un giorno all’altro la posizione politica assunta a seconda delle convenienze attuali del Partito ma anche di fornire le stesse parole di un significato ambiguo, tale da poter essere maneggiato alla bisogna.

Non esiste dunque una verità obbiettiva dato che essa sposta di continuo il proprio baricentro ed è quindi soppiantata dall’uso sapiente del linguaggio, cioè dalla propaganda. Quel che era vero ieri non lo è più oggi e viceversa; è vero quel che vi diciamo ora.

PD e M5S

La ridicola esibizione della variegata sinistra  – PD e Cinque stelle – contro la guerra ne è la plastica dimostrazione. Invocano la pace mentre in parlamento entrambe le formazioni hanno appoggiato una politica interventista e di aiuti militari, con meno veemenza – è doveroso dirlo – da parte dei secondi che però non si sono mai dissociati apertamente.

Ma se rispetto al partito di Conte si può parlare di semplice trasformismo – l’avvocato di Volturara Appula costituisce un ineguagliabile modello di saltimbanco politico – per  il PD, che fin dall’inizio del conflitto si è appiattito su posizioni atlantiste e filo-ucraine, sposando in toto la linea draghista, il discorso è diverso.
Il PD viene da lontano; pur distante ideologicamente dal vecchio PCI marxista-leninista, ne ha mutuato la propensione ad interpretare la realtà in forma dialettica ossia adeguandone il significato alla convenienza politica del momento, in una sorta di totalitarismo del pensiero. Di fronte a un governo apertamente schierato a favore dell’Ucraina, il PD, costretto all’opposizione, ha fatto di necessità virtù, non già abbracciando posizioni neutraliste bensì partecipando alle manifestazioni per la pace e al tempo stesso perorando il mantenimento di aiuti alla resistenza anti-russa.

Una vera e propria dimostrazione di “bis-pensiero”. Si invoca la pace ma si appoggia l’invio di armi.

Le intuizioni dell’intellettuale inglese – che in Spagna durante la guerra civile, arruolato nelle file anarco/trozkiste assaggiò i metodi e le menzogne dei comunisti e a cui s’ispirò nel romanzo “1984” – non mancano mai di confermarsi.