La Meloni da Biden gioca male la sua mano

La Meloni da Biden gioca male la sua manoLa Meloni da Biden gioca male la sua mano – Il premier Giorgia Meloni dopo un lungo corteggiamento ha finalmente ottenuto un bilaterale con il Presidente americano Joe Biden.

L’incontro è avvenuto a Washington lo scorso 28 luglio e va inquadrato nella mutata strategia USA di gestione dei propri partner/satelliti mondiali.

Annullato il memorandum con la Cina

Il premier italiano brucia subito la sua carta migliore per fare bella figura con Biden: la notizia che l’Italia annullerà o forse ridimensionerà il memorandum di intesa con la Cina per le nuove vie della seta (BRI) arriva sul tavolo del presidente USA con un tempismo che sorride a Giorgia Meloni.

Forse la mossa affrettata si è resa necessaria per accreditare una maggioranza traballante e di colore opposto alle palette cromatiche attualmente in voga alla Casa Bianca.

Un magro bottino

La Meloni di contro incassa l’accesso alle tecnologie del futuro necessarie per la sopravvivenza della nostra industria e una più stretta collaborazione in ambito spaziale.

Sono regali importanti certamente, ma sono regali che gli USA utilizzano per allontanare i propri alleati dall’orbita cinese.

Forse la Meloni aveva le mani legate o forse ha peccato di ingenuità ma il risultato del viaggio di stato è stato mediocre.

Il piano Mattei per l’Africa

Sulla questione africana il premier italiano ha trovato certo un titolo romantico – il piano Mattei per l’africa – ma nei fatti non è stato in grado di penetrare nelle compagini di potere dell’africa sub sahariana candidandosi come l’antifrancia, lasciando così campo libero a Russia e Cina.

E’ un fatto che la Francia nel sahel stia attraversando la sua esagonia – neologismo rubato da Daniel Pennac – e che corra il rischio di perdere il Niger dopo aver perso il Mali e il Burkina Faso.

Forse la partita con Biden poteva giocarsi in maniera più spregiudicata chiedendo mano libera in Africa, Libia in primis, con l’obiettivo di fare uno sgambetto forse esiziale ai cugini d’oltralpe.

L’occasione è unica

Entriamo in una fase storica dove la NATO è spostata sull’asse baltico e gli occhi USA sono puntati su Taiwan: se a questo si aggiunge la perdita di terreno francese in africa e l’avvento della Turchia che vuole divenire una potenza regionale nel mediterraneo è possibile pensare che l’Italia, a patto di sapersi ben giocare la propria mano, possa recuperare una sua profondità geopolitica nell’area a lei congeniale: mediterraneo e nord africa.

Matteo Carucci