Niger e Sahel, in attesa dei cannoni

Niger e Sahel, in attesa dei cannoni-1Niger e Sahel, in attesa dei cannoni – La crisi politica esplosa nell’africa occidentale dopo il golpe militare in Niger avrà dei risvolti disastrosi per l’Unione Europea e in particolar modo per i paesi dell’area mediterranea, Italia in primis.

L’opzione militare

Per quanto al momento la situazione sia ben fluida e non si possa escludere a priori un intervento militare è bene tenere a mente i seguenti fattori:

  • ECOWAS – patto strategico di cooperazione tra i paesi dell’area francofona dell’africa occidentale – non è in grado di schierare sul campo una forza militare in grado di invadere il paese e ripristinare il potere del presidente Mohamed Bazoum.

L’unico attore con una forza di proiezione sulla carta valida è l’esercito della Nigeria che tuttavia non è pronto a gestire un’operazione militare di questo livello ed è già impegnato nel contrasto delle milizie jihadiste di Boko-Haram.

  • La Francia di contro ha le capacità e gli uomini per un blitz militare sul suolo nigerino ed è la prima e diretta nazione che ha gli interessi a tenere salda la propria influenza nell’area.

Lo scorso 26 luglio un aereo francese ha violato lo spazio aereo nigerino scaricando presumibilmente un centinaio di operatori appartenenti alle forze speciali, pertanto, è probabile che sul tavolo di Macron ci sia anche l’opzione militare.

La delicata situazione francese

Certo un’escalation militare francese porrebbe Macron in una situazione difficile sia in Europa, sia con gli USA – che in questa fase non si sono pronunciati contro il golpe militare – e soprattutto andrebbe ad alimentare la narrativa della Francia colonialista che sfrutta i paesi africani.

Dall’altra parte se anche il Niger uscisse dall’orbita francese si profilerebbe un incubo geopolitico per l’esagono, a quel punto definitivamente escluso dai rapporti di forza nel Sahel.

Cosa aspettarci?

È presto per tirare le somme della questione nigerina ma già è possibile immaginare che l’uscita dell’occidente dal Sahel spalancherà le porte a Russia e Cina con i seguenti effetti:

  • il progetto di un gasdotto trans Sahariano sarà archiviato, a vantaggio della Russia e con buona pace del fantomatico Piano Matteo della Meloni.
  • L’occidente non avrà più accesso – o dovrà fare i conti con nuovi interlocutori – alle materie prime, tra tutte l’Uranio, necessarie per il moderno settore industriale
  • Chi avrà il controllo sul Sahel sarà in grado di veicolare i flussi migratori africani e decisamente sarà una carta che la Russia giocherà a sfavore del fianco mediterraneo della NATO.

La partita potrebbe essere ancora lunga e potrebbe portare a dei colpi di scena ma già dopo quanto accaduto lo smacco per la Francia e l’Unione Europea è immenso e non sarà scevro da conseguenze sul medio – lungo periodo.

Matteo Carucci