La questione monetaria Parte 2

La questione monetaria Parte 2La questione monetaria Parte 2 – Da notare che storicamente le banche hanno avuto dagli stati il permesso di emettere moneta.

Che in realtà vera moneta non è, ma solo una “promessa” di pagamento in moneta legale.

Persino la Banca d’Italia, nel suo sito dice: “Oggi, quindi, il signoraggio viene percepito in prima battuta dalle banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi della sovranità monetaria.” Cito anche Renzo Costi “L’ordinamento bancario” ed. il Mulino: “Le banche di emissione (ante 1936 n.d.r.) erano normali imprese bancarie che, sorte negli Stati preunitari soprattutto per finanziare le attività commerciali, avevano ottenuto dall’autorità governativa, il potere di emetter biglietti di banca, ossia titoli al portatore che incorporavano il diritto a ricevere la quantità di moneta legale (metallica)sugli stessi indicata e che svolgevano la funzione di moneta fiduciaria nel sistema dei pagamenti. Tali banche, in quanto emittenti moneta, erano sottoposte, gia’ negli stati preunitari, a penetranti controlli pubblici”.

Una differenza ignorata

Quindi c’è una bella differenza tra banco-note (promessa di pagamento delle banche) e biglietti di stato (vera moneta garantita dall’autorità statale).

Le prime sono, come dice il nome, emesse dalle banche centrali e prestate ad interesse ad altre banche, le quali a loro volta le possono girare allo Stato per acquistare Titoli sul mercato secondario.

I secondi sarebbero, uso il condizionale poiché l’ultimo che abbiamo avuto modo di vedere fu quello di Aldo Moro emesso nel 1966 e 1974, dei titoli al “portatore” non penalizzati dal debito e spesi dallo stato (quindi non prestati) per opere pubbliche, stipendi e quant’altro.

Concludendo: Stabilito che la moneta si crea, non dobbiamo confondere la moneta “credito” con la moneta “gratis”.

Sovranità monetaria

Nessuno ci regala niente. Semplicemente, la moneta credito creata dallo Stato ha come contro-valore, il lavoro dei cittadini.

Lo Stato la crea per pagare salari e stipendi per costruire opere pubbliche, come ospedali, strade e per pagare salari e stipendi per fornire servizi come Scuola e sanità.

E questa moneta non deve essere restituita a nessuno, e su di essa non vi sono interessi da pagare. Quindi non aumenta il debito pubblico.

Lo Stato stesso, con la propria sovranità la garantisce, assicurandoci che a sua volta la accetterà per la riscossione di tasse e imposte. Non genera inflazione se è commisurata alla quantità di produzione, e al livello di disoccupazione.

Con un tasso di disoccupazione vicino allo zero, continuando a stampare moneta, essa genera fenomeni inflattivi. La moneta “debito”, invece, creata dalle banche, ha come contro- valore:

  1. I Titoli di Debito Pubblico emessi dallo Stato.
  2. I contratti di mutuo o finanziamento, contratti dai cittadini che chiedono prestiti.

Entrambi sono debiti su cui dobbiamo pagare interessi. Ma mentre sui secondi, è logico farlo, in quanto sono i cittadini che richiedono un determinato quantitativo aggiuntivo alle proprie risorse di denaro per i propri scopi (debito privato), per i primi, si tratta di un giro vizioso in cui l’intermediario (la banca) fruisce di un vero e proprio “aggio” non dovuto (Debito pubblico), in quanto prestare è prerogativa solo del proprietario.

Mentre le banche non sono proprietarie del denaro che creano dal nulla, poiché in realtà possono farlo solo in virtù della garanzia ricevuta in cambio dalla controparte

Claudio Zanasi

La Parte 1 la trovi QUI