La Rowling e la nuova caccia alle streghe

La Rowling e la nuova caccia alle stregheLa Rowling e la nuova caccia alle streghe:  “Sono qui per tutte le streghe” – sottolineando con il tono della sua voce la parola “tutte”.

E’ questa la frase detta dall’attrice Emma Watson ai BAFTA. Una più che voluta provocazione alla scrittrice JK Rowling, grazie alla quale, la stessa Watson ha raggiunto una fama mondiale nelle vesti di Hermione Granger, la strega dalla mente lungimirante dei celebri film di Harry Potter.

Ma la paladina dei diritti umani non è la prima star di Harry Potter a puntare il dito contro la scrittrice che ha dato vita ai personaggi della saga e che, di conseguenza, ha reso famosi i maghetti arcobaleno. Anche Rupert Grint, attore del celebre personaggio di Ron Weasley, ha criticato J.K. Rowling, sottolineando come la sua visione sia diametralmente opposta a quella dell’autrice.

Un clima così teso che ha portato J.K. Rolwling a non prendere parte alla reunion di Harry Potter, sancendo di fatto una definitiva rottura col cast che ha portato al successo internazionale i film tratti dai suoi libri.

La gratitudine degli attori

Ma non è la prima critica che la scrittrice subisce a causa delle sue idee, il che dovrebbe già far riflettere e non poco. Infatti la Rowling ha ricevuto così tante minacce di morte da poter “tappezzarci la casa”. Questo è quanto la “donna transfobica” ha denunciato su twitter dopo aver attaccato sul proprio account tre attivisti per i diritti transgender che in una diretta video avevano diffuso l’indirizzo della sua abitazione in Scozia mostrandola in una serie di immagini.

La Rowling ha affermato che lei e le altre donne che hanno parlato di questioni di genere hanno dovuto affrontare “campagne di intimidazione”, stalking e molestie, ma ha giurato che non sarebbe stata messa a tacere.

Le colpe della madrina di Harry Potter

Commentando una proposta di legge promossa dal primo ministro scozzese Nicola Sturgeon, Gender Recognition Reform Bill, presentato lo scorso maggio in parlamento, La Rowling ha affermato che tale misura lederebbe le donne più vulnerabili: quelle che chiedono aiuto dopo uno stupro da parte di un uomo e le carcerate. Secondo le statistiche le donne in prigione sono peraltro quelle che spesso hanno già subito abusi». E in un post successivo “Questa è una parodia? La donna trans Katie Dolatowski è stata condannata per tentato stupro di una bambina di dieci anni nel 2018, ad un tiro di schioppo dal Parlamento scozzese. L’attacco si è verificato nel bagno di un supermercato”.

La solidarietà di Boris Johnson

Forse gli attivisti arcobaleno inglesi dovrebbero riflettere su quanto detto dall’ex premier  Boris Johnson che non ha esitato a manifestare la propria solidarietà alla Rowling:

“Nessun individuo dovrebbe essere preso di mira in quel modo. Tutti hanno il diritto di essere trattati con dignità e rispetto e le persone devono essere in grado di condividere le proprie opinioni allo stesso modo”.

L’autrice dei celebri romanzi pensa che questa legge potrebbe erodere i diritti di genere al femminile e renderebbe pericolosi gli spazi ad accesso esclusivo delle donne come gli ospedali o i servizi come quelli per i rifugiati. Ma questa obiezione è stata rigettata dallo stesso Sturgeon durante un’intervista a BBC Radio 4 nella trasmissione The world at one, parlando di diritti già esistenti e rassicurando sugli spazi per le donne.

8 Marzo

Nella Giornata internazionale della donna, l’8 marzo scorso, la scrittrice riprende quanto detto e scritto nel 2020 e twitta: «Apparentemente, secondo il governo laburista, oggi diventerà il Giorno di noi che non dobbiamo essere nominate», parafrasando il titolo di Lord Voldemort, il Signore Oscuro che la comunità dei maghi non chiamava mai per nome. Si riferisce, presumibilmente alle donne biologiche.

Il post, che ha ricevuto 91 mila “mi piace” su Twitter, ha però scatenato una reazione abbastanza accesa in molti utenti, che si sono scagliati contro le parole della donna. La quale si identifica in una corrente di pensiero moderna definita “Terf”, ovvero un acronimo che sta per Trans-exclusionary Radical Feminist, vale a dire “Femministe Radicali Trans-escludenti“.

Le reazioni degli attori

Il protagonista di Harry Potter Daniel Radcliffe che risponde alle dichiarazioni della Rowling «Le donne trans sono donne a tutti gli effetti» e che ha suscitato la frecciatina  della Watson sopra riportata. Ma le battaglie della Rowling in difesa delle donne, principalmente dell’essere donna sono note da sempre. In passato aveva difeso una donna che, a suo dire, avrebbe perso il lavoro «a causa della retorica anti-trans», come ha dichiarato. Inoltre, ha dipinto i diritti trans come in contrasto con i diritti delle donne, e spesso le sue parole sono state utilizzate da alcuni politici conservatori per sostenere le loro posizioni transfobiche.

A proposito di minacce

Una scrittrice trans ha altresì pubblicato un libro in cui “uccide” virtualmente JK Rowling. Il tutto in un romanzo post-apocalittico che ha suscitato non poche polemiche. Nel romanzo horror post-apocalittico ha luogo una morte violenta che riguarda proprio di JK Rowling. Nel romanzo, i personaggi danno la caccia e uccidono le TERF, ovvero le femministe radicali trans-esclusive, un termine che in passato è stato usato contro JK. Sebbene alcuni abbiano elogiato il libro, moltissime persone hanno chiesto che fosse immediatamente bandito da tutte le piattaforme. E chissà, forse per tutto questo odio che, occhio, è comunque arcobaleno e quindi con le sue scusanti, JK Rowling nel suo nuovo libro parla di un personaggio ucciso dopo accuse di transfobia.

Polemiche sul suo nuovo libro

Decisione che, ancora una volta, ha acceso le polemiche. Il nuovo libro infatti includerà la storia di un personaggio che viene ucciso dopo essere stato accusato di transfobia. Una vicenda che riecheggia le recenti minacce di morte arrivate alla stessa JK La Rowling da parte della comunità LGBTQ+ a causa delle posizioni conservatrici. La storia è quella di Edie Ledwell, creatrice di un popolare cartone animato di YouTube che viene attaccata dai troll di Internet e dai suoi fan dopo che una puntata della serie viene criticata come razzista e transfobica.

Salman Rushdie

Minacce di morte che continuano a non arrestarsi come, ad esempio, l’ultima ricevuta dopo aver manifestato solidarietà a Salman Rushdie, accoltellato nello stato di New York l’altro giorno dal 24enne Hadi Matar. “Non preoccuparti, la prossima a morire sarai tu”. Questo il testo di un Tweet di un utente, tale Meer Asif Aziz, che si definisce uno “studente pachistano nato a Karachi nel 1999 e attivista politico” e che già in passato si era distinto per commenti estremisti.

Strano che la paladina delle donne Emma Watson e gli altri maghi della saga così sensibili alla tutela dei diritti non abbiano manifestato un briciolo di solidarietà in questo caso.

Maya Forstater

Ma la madre di Harry Potter non è la sola vittima del regime arcobaleno, la lista è ancora lunga e in alcuni casi vede l’intervento della stessa scrittrice contro il delirio di onnipotenza lgbtq+. Tra queste vi è anche Maya Forstater, ricercatrice ( a cui la stessa Rowling ha espresso solidarietà) che ha perso il posto per aver espresso, su Twitter, posizioni “discriminatorie nei confronti dei trans”. Il think tank per cui lavorava, il Center for Global Development che combatte diseguaglianze e povertà, l’ha licenziata per uso di “materiale transfobico”.

Jennifer Scott

Ancora tra le vittime del regime arcobaleno da ricordare un’altra donna: l’infermiera Jennifer Scott, sospesa dal Nursing Council della New Zealand, adducendo come motivo la “transfobia”. La sua colpa? Aver denunciato un aumento dei pazienti che si identificavano come trans. Infatti il sistema di registrazione dei pazienti era cambiato improvvisamente: potevano essere (e dichiararsi) “Maschio”, “Femmina”, “Non specificato”, “Genere diversificato” ,” “Indeterminato” e “Sconosciuto”. Osservazione che è stata sufficiente per essere bollata come transfobica e per essere sospesa dal lavoro.

Caroline Farrow

Da ricordare altresì la giornalista cattolica arrestata con l’accusa di aver offeso un attivista trans. La giornalista e direttrice delle campagne di un gruppo conservatore che cerca di contrastare l’ideologia transgender, Caroline Farrow, è stata arrestata a casa sua davanti ai suoi figli con l’accusa di aver offeso online un attivista trans.

Una nuova caccia alle streghe

Ebbene sì la caccia alle streghe continua solo che, adesso, al posto del rogo c’è la gogna mediatica e al posto di un Malleus Maleficarum c’è un’ideologia che si sostituisce alla scienza e al diritto. Uno scenario apocalittico che ricorda Gilbert Keith Chesterton: “La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto”.

Rita Lazzaro