2035: Al bando i motori termici

2035: Al bando i motori termici - Lo scorso 7 giugno, l’Europarlamento ha approvato il blocco delle vendite delle auto a combustione interna

2035: Al bando i motori termici – Lo scorso 7 giugno, l’Europarlamento ha approvato il blocco delle vendite delle auto a combustione interna – vale a dire le vetture alimentate a diesel, benzina, GPL, metano e persino le ibride – a partire dal 2035.

L’ombra di Greta

L’intento dichiarato, sull’onda dei vaticini indiscutibili dell’oracolo Greta, è di ridurre le emissioni di gas serra e contenere il riscaldamento globale. Peccato che soltanto il 5% dei gas serra derivi dalle attività umane, mentre il rimanente 95% abbia origini naturali, quali, ad esempio, le eruzioni vulcaniche. E l’intero parco circolante delle auto in Europa arriva a pesare meno dell’1% delle emissioni globali di CO2 (anidride carbonica). Periodi di riscaldamento del pianeta, anche più intensi di quello attuale, si sono verificati più volte nel corso dei milioni di anni di vita della Terra, ben prima della comparsa dell’Uomo e dei pericolosissimi motori endotermici, oggi diventati il nemico pubblico numero uno.

La truffa elettrica

L’alternativa? La salvezza del mondo e delle future generazioni? Ma il motore elettrico, ovviamente! Certo, se si valutano le emissioni solo durante la fase di puro funzionamento di un motore, quello elettrico non ha rivali quanto a pulizia.

Ma bisognerebbe piuttosto considerare l’intero ciclo di vita, ossia l’inquinamento generato dal momento di estrazione delle materie prime fino allo smaltimento finale del propulsore. In quest’ottica il rapporto tra impatto ambientale di un motore endotermico e quello di un motore elettrico praticamente si capovolge. Estrarre le terre rare (peraltro presenti in grandissima maggioranza in territori cinesi o comunque sotto l’influenza cinese: con quello che stiamo soffrendo con il gas russo è davvero il caso di consegnarsi alla dipendenza dalla più grande dittatura mondiale?) comporta l’uso di sostanze acide altamente inquinanti, lo smaltimento dei componenti come le batterie (pesantissime, peraltro) a fine vita è a sua volta fortemente impattante sull’ambiente e, soprattutto, con quale tipo di energia elettrica saranno alimentati questi motori? Perché il discorso potrebbe reggere fintanto che si usassero fonti rinnovabili, ma queste, ragionevolmente, nel 2035, copriranno non più del 25% del fabbisogno UE. Il rimanente 75% proverrebbe comunque da fonti fossili.

Dall’altra parte del mondo intanto

Nei paesi più inquinanti del mondo, Cina e India, dove vive metà del genere umano, le percentuali saranno molto meno “green”. In sostanza, benefici di questa manovra per l’ambiente: zero, nell’ipotesi più ottimistica. In compenso si perderanno, compreso l’indotto, circa centomila posti di lavoro nella sola Italia. E soprattutto si perderà un prodotto frutto di ingegno, di storia, di cultura tecnica, di passioni, che oggi ha raggiunto livelli di efficienza energetica elevatissimi. Ce n’è abbastanza per sperare che questa folle decisione, presa su basi non scientifiche ma puramente ideologiche, venga rivista e revocata. E c’è un motivo di più per uscire da quel mostro chiamato Unione Europea il prima possibile.

Raffaele Amato