La strage dei nostri giovani sulle strade

La strage dei nostri giovani sulle stradeLa strage dei nostri giovani sulle strade – Luca Marengoni è morto a Milano lo scorso 8 novembre mentre stava pedalando per andare a scuola, travolto da un tram. Nel capoluogo lombardo si contano 39 strade scolastiche a fronte di 706 istituti, quindi il 5,5 per cento. A Parigi, invece, sono 146 (il 18%), 500 a Londra (26%) e 198 a Barcellona (29%).

Sempre in un incidente stradale, ha perso la vita anche Miriam Ciobanu, ragazza di 22 anni, investita nella notte del 31 ottobre da una Audi A3 guidata da Alessandro Giovanardi, trevigiano di 23 anni è risultato positivo all’alcool test. La ragazza un mese prima della tragedia era scampata a un altro incidente quando era in auto insieme al fidanzato, Tommaso Dal Bello il diciannovenne, che non si dà pace dopo la litigata avvenuta la notte di Halloween che ha spinto Miriam Ciobanu ad allontanarsi da casa del fidanzato in piena notte per poi essere investita.

Vite stroncate

Nella notte tra il 19 e il 20 ottobre, in un incidente stradale muore Francesco Valdiserri, figlio dei giornalisti del Corriere della Sera Paola Di Caro e Luca Valdiserri. Nel momento del tragico evento Francesco si trovava insieme ad un suo amico che, fortunatamente, si è riuscito a salvare. Lui, invece, non ce l’ha fatta: avrebbe compiuto diciannove anni tra pochi giorni.

Ma Francesco Valdiserri non è la sola vittima delle strade di Roma che, infatti, nell’ultimo periodo hanno mietuto diverse vittime. Ad esempio, nella notte di mercoledì sera 19 ottobre il ventenne di origini egiziane Moustafà Abdullah Mohamed Mansoli è morto sul colpo in un incidente che ha visto l’auto a bordo della quale viaggiava come passeggero scontrarsi contro un albero tra via Aspertini e del ponte di via dell’Archeologia. Sempre nella stessa serata Emanuele Nolli originario di Frascati è morto all’età di cinquantuno anni all’altezza del civico 318 in via di Vigna Murata. Salvatore Allocca è invece deceduto in ospedale a quarantotto anni dopo undici giorni di agonia dall’incidente avvenuto lo scorso 7 ottobre, quando a bordo di uno scooter in via Campolimpido a Tivoli ha urtato la portiera una macchina, che una postina ha aperto all’improvviso.

La strage di Jesolo

Vite spezzate in strada per di più a breve distanza di tempo della strage di Jesolo. L’incidente di Jesolo è infatti costato la vita a 4 ragazzi. A perdere la vita nel luglio 2019 sono stati Leonardo Girardi, Eleonora Frasson, Riccardo Laugeni e Giovanni Mattiuzzo. L’incidente avvenne a causa di un sorpasso, alla velocità di 100 chilometri orari, durante il quale una Golf urtò contro la fiancata dell’auto dei quattro ragazzi, facendola finire fuori strada.

Alla guida della Golf il trentenne Marius Alin Marinica, condannato in cassazione per la morte dei quattro ragazzi di Musile di Piave.

La suprema Corte aveva confermato la condanna a otto anni di reclusione per omicidio stradale, ma per un problema burocratico sono decorsi i termini per l’emissione dell’ordine di carcerazione.

Otto anni di reclusione. Questo valgono quattro vite stroncate.

Un fenomeno preoccupante

Gli incidenti stradali sono in aumento del 20% dove i cellulari alla guida la prima causa

Il 15 settembre, ci ha ricordato l’Asaps di Giordano Biserni – che da 31 anni si occupa di sicurezza stradale, con un minuzioso lavoro sui dati – avevamo già raggiunto un numero che sgomenta: 29 bambini morti, è lo stesso dato di tutto il 2021. Tra il 23 e il 25 settembre scorsi i morti per incidenti stradali sono stati 15 automobilisti, 7 motociclisti, 1 ciclista e 1 pedone.

L’ Asaps ci rammenta che ogni ora in Italia vengono investiti 2 pedoni; i morti nel 2021 – ultimo dato disponibile – sono stati 471.

Considerazione amara dell’associazione “Amici della polizia stradale”: “Si evidenziano i troppi investimenti sugli attraversamenti pedonali, ben 6.762 sinistri con 180 morti (157 in ambito urbano e 23 extraurbano) e oltre 10mila feriti, nel luogo più ’sacro’ della strada”.

Tra parentesi: l’automobilista imprudente paga assai cara quest’infrazione. Da novembre, con le modifiche al codice introdotte dal decreto Infrastrutture, la mancata precedenza costa 8 punti della patente “e raddoppia fino a 16 per i neopatentati”, come ricorda Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona e collaboratore dell’Asaps. E l’associazione segnala anche un’impennata di casi tra pirati della strada e drogati alla guida: “Attendiamo il decreto sul drogometro dal 2010. Un test indispensabile per accertare direttamente su strada se si guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope”.

I numeri dell’ISTAT

Ma per capire la portata della strage sulle strade bastano tre numeri dell’Istat: nel 2021 – è la data dell’ultimo rapporto – 151.875 incidenti stradali (+28,4% rispetto all’anno precedente) hanno provocato 2.875 vittime (+20%) e 204.728 feriti (+28,6%).

Antonio D’Agostino, vice presidente dell’associazione Polizia locale Lazio, ha ben chiara la sequenza dei perché. “La distrazione – non ha dubbi – è la prima causa d’incidente, soprattutto in città. Oggi facciamo tutto tranne che guidare. Almeno una volta al cellulare parlavi solo, ora mandi messaggi chilometrici”. Al secondo posto mette il mancato rispetto del codice: “È così per la stragrande maggioranza degli utenti. Anche perché è davvero complicato leggerlo”.Poi da non sottovalutare infrazioni che possono sembrare banali, ma non lo sono affatto, come i parcheggi in curva o in doppia fila che tolgono la visuale. Pericolosissimi, soprattutto in città. “Anche segnaletica corretta e manutenzione aiutano senz’altro la sicurezza – riconosce D’Agostino –. Se i segnali sono sbiaditi, assenti o non conformi al codice della strada come accade anche se raramente, il pericolo è innegabile”.

L’Articolo 589Bis

Stando così le cose ci si chiede se e quanto senso ha introdurre una disposizione ad hoc sull’omicidio stradale come disciplinato nell’art 589 bis del codice penale. E’ forse la norma a non essere ben redatta o non è semplicemente applicata perché con un ordinamento che lede la certezza della pena, in molti casi già non proporzionata di suo? Basti pensare proprio all’ultimo comma della disposizione sopra riportata che prevede: “Nelle ipotesi di cui ai commi precedenti( stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psicofisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope), qualora il conducente cagioni la morte di più persone, ovvero la morte di una o più persone e lesioni a una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni diciotto”.

Una pena non superiore a 18 anni che però vengono a loro volta ridotti, ad esempio con un rito abbreviato che, infatti, comporta uno sconto automatico di un terzo della pena.

Art 589 bis: norma diretta a prevenire vittime, oppure a placare gli animi di chi è rimasto in vita e reso doppiamente vittima con disposizioni farlocche che sanno di fumo gettato negli occhi?