Reddito di Cittadinanza strumento utile o spreco di denaro? – Il Reddito di cittadinanza è diventato un argomento sempre più discusso, da chi ne vorrebbe l’abolizione e chi vorrebbe rimanesse uno strumento di sostegno al reddito.
Ma è davvero utile per aiutare le famiglie Italiane o è stato solo un modo per dare soldi un po’ a pioggia per averne dei ritorni ai fini elettorali?
Andiamo con ordine, il Reddito di Cittadinanza e la Pensione di cittadinanza sono strumenti introdotti con decreto-legge 28 gennaio 2019 n.4 come misura di contrasto alla povertà ed un sostegno economico finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro e dell’inclusione sociale.
Doveva avere la durata di soli 18 mesi, quindi doveva esaurirsi nel 2020 per chi ne aveva fatta immediata richiesta, e doveva assicurare un reddito a persone in difficoltà in attesa che gli sportelli per il lavoro, tramite dei tutor, trovassero loro occupazione nel caso non riuscissero a trovarla in maniera autonoma.
Un principio corretto
Ebbene, come principio non è totalmente sbagliato, anzi poteva essere uno strumento utile per aiutare soprattutto le famiglie numerose, le famiglie con presenze di disabili e le famiglie con disoccupati ultra-trentacinquenni con difficoltà nel ricollocarsi nel mondo del lavoro, ma non è andata proprio così.
I limiti della legge
Intanto chi ha fatto domanda nel 2019 ha avuto modo di fare richiesta anche allo scadere del 18° mese, la maggior parte di loro ancora ne usufruiscono a distanza di 3 anni.
Le prime “interviste” informative svolte dai tutor per compilare le schede dei percettori di RDC, utili per cercare loro lavoro, avvennero dopo mesi in quanto non si erano ancora avviate e capite le procedure da seguire, i posti di lavoro trovati in maniera autonoma sono cifre bassissime, ma altrettanto basse sono quelle dei posti di lavoro trovati tramite i Tutor (occupati tutto l’anno con il solo scopo di trovare lavoro ai percettori di RDC).
I furbetti del RDC
La cosa più sconvolgente è che il RDC è stato terreno facile per i furbetti, infatti, il sistema per ottenere il sussidio era aggirabile in un modo estremamente facile. Il sistema per calcolare i requisiti per ottenere il RDC era tramite ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) uno strumento che descrive la situazione economica del richiedente. Il Problema è che, intanto, l’anno di riferimento dell’ISEE non è il corrente della richiesta ma, addirittura, di due anni indietro; ma poi non fornisce dati certi.
Autocertificazioni
Infatti l’ISEE, se da un lato controlla tramite Agenzia delle Entrate, reddito da lavoro dipendente ed assimilati e patrimonio mobiliare, si basa su autocertificazioni per quanto riguarda la composizione del nucleo fiscale e del patrimonio immobiliare, nonché sulla presenza di persone che hanno dato dimissioni spontanee negli ultimi due anni o in situazioni di detenzione, ma nemmeno sulla residenza, compresa la residenza di 10 anni in Italia per extracomunitari, certa e sul possesso di macchine con cilindrata superiore a 3000 cc o barche o elicotteri (tutti fattori incompatibili con il RDC).
Gli ISEE contraffatti
Questo ha dato via a centinaia di migliaia di ISEE taroccati e quindi di RDC concessi senza averne diritto. Da Extracomunitari senza reddito e senza residenza, da Rom con Ferrari e Maserati, con chi si è fatto licenziare per poter lavorare al nero, con coniugi separati apposta per questioni reddituali, figli che uscivano a raffica dai nuclei familiari per trovare la residenza in seconde case di famiglia (magari al mare), da mafiosi e spacciatori senza reddito.
Un affare per CAF e Patronati
Spesso queste domande sono state presentate con la complicità di CAF e Patronati, un esempio pratico, la signora polacca che aveva la residenza in un CAF ma viveva serenamente in Polonia, o decine di africani con residenze di appoggio che vivevano all’estero e tornavano in Italia solo per intascare il sussidio. E queste scoperte sono state fatte solo nell’ultimo anno in quanto, l’INPS, solo ultimamente ha cominciato a controllare la veridicità dei dati delle richieste.
Un problema politico
Malgrado ciò, parti politiche, che con l’RDC hanno fatto la loro fortuna elettorale anche all’ultima tornata politica, continuano a difendere il sistema e ne chiedono la continuazione così com’è per non perdere il loro elettorato.
Torna in mente il progetto LSU di fine anni ‘90 che già allora era lavoro nero autorizzato e che garantì molti posti in parlamento ed in regione a politici di sinistra.
Intanto, Pensionati, Disoccupati ultra-trentacinquenni e disabili solo perché in possesso di un reddito superiore a 6000 euro l’anno o proprietà ereditate, non hanno avuto nessun aiuto nemmeno durante l’emergenza sanitaria.
In conclusione, il progetto sarebbe anche valido seppur con doverose modifiche ma che sia mirato a garantire un sussidio a persone che ne hanno realmente bisogno in un lasso limitato di tempo per permettere loro un aiuto economico mentre sono impegnati nel trovarsi un’occupazione o in maniera autonoma o tramite sportelli per il lavoro che al momento sono completamente inutili e che sarebbero anche loro da rivedere, ma questa è un’altra storia.