La taglia 42 e i suoi adepti

Quando si è giovani si è pazzi. Io avevo trent’anni e a Firenze, quel pomeriggio d’estate, osai l’inaudito!

Entrai, con l’allegria leggera di chi ancora non conosce i tranelli della vita, in una prestigiosa boutique di un ancora più prestigioso brand italiano, di un eccezionalmente prestigioso stilista. Chiesi ad una commessa la taglia 44…

Pesavo cinquantuno chilogrammi per un metro e settanta e la taccomunitissima creatura mi guardò, torva e infastidita, come l’avessi sfidata a duello e mi inferse la sua stoccata: oltre la taglia 42 non andavano!

Non sapevo che la taglia 44 fosse una richiesta choc in certi negozi chic del centro.

L’episodio mi torna in mente ogniqualvolta sui social leggo critiche feroci a donne in carne o di peso normale e mi chiedo quanto la follia contemporanea che vuole il ribaltamento dei ruoli, l’appiattimento delle differenze e l’annullamento delle identità abbia coinvolto e travolto anche le donne e l’immaginario (e di conseguenza il desiderio!) maschile.taglia 42

Come mai il ventre rotondo, tipico di chi ha partorito, le gambe tornite, un fondoschiena pieno, scatenano la repulsione di tanti haters uomini e le invettive di tante donne magrissime? Cosa c’è dietro i commenti velenosi che accompagnano le foto di una Vanessa Incontrada appesantita da chili che oggettivamente non le donano, ma che sono così tipici di un certo tipo di donna?

Cosa ha indotto gli uomini a desiderare corpi che, non fosse per i seni gonfiati ad arte, hanno, nei glutei alti e piccoli, nei fianchi stretti, negli addominali delineati, nel grasso inesistente, le caratteristiche tipiche di quelli dei giovani maschi?

Che tipo di donna piaceva ai nostri bisnonni contadini? L’esatto contrario di colei che ha colonizzato il nostro immaginario!

Erano folli loro o lo sono i lori pronipoti?  Prima temevo, ora credo che in questa proposta assillante di corpi mascolinizzati, non si nasconda solo una bizzarria estetica, ma il tentativo di radicalizzare l’avversione attuale per la maternità!

Cosa c’è di più furbo, infatti, che indurre una donna a credere che il suo corpo, divenuto morbido e sinuoso dopo il parto, sia brutto?

E cosa è più diabolico che far si che gli uomini trovino inavvicinabile il corpo tipico di una donna che è diventata madre?

Guerra al minimo accenno di grasso, al rotolino, alla cellulite, cioè guerra agli ormoni della femminilità, alla maternità, alla vita … e i trans, corpo maschile su tette fiorenti, sono il sogno di troppi che ancora credono di essere maschi!