L’Antifascismo è la Costituzione?

L'Antifascismo è la Costituzione?L’Antifascismo è la Costituzione? – Ignazio La Russa rileva come, nella Costituzione, non vi sia alcun riferimento all’Antifascismo. Siccome è una convinzione, quella del presidente del Senato, che si potrebbe azzardare rafforzata da un libro scritto da chi firma questo articolo – “Costituzione… in Rosso! E nero” – e che lui lesse tra i primi, apprezzandolo, avrebbe potuto aggiungere come non solo e non tanto non si trovi quella parole, nelle oltre 11 mila della Legge fondamentale, ma che, se non c’è, è perché fu votato che non ci fosse.

La spinta di Flick

La Russa avrebbe potuto e dovuto aggiungerlo non per dare soddisfazione all’autore di quel libro e di questo articolo, ma per impedire almeno la replica del peggior membro della Corte costituzionale italiana di tutti i tempi, Giovanni Maria Flick, il quale ha affermato: “La spinta della Costituzione è antifascista. Discutere se è esplicitamente tale è un tema da linguisti”.

Infatti, mentre solo un linguista potrebbe stabilire cosa possa semmai significare “spinta” nel contesto giuridico in questione; un giurista ed ex-presidente della Consulta dovrebbe ammettere che un concetto – se è stato, e almeno in tre occasioni, espulso dal testo della legge delle leggi con esplicite votazioni – non può esservi surrettiziamente reinserito per via intellettuale o politica.

Gli Atti della Costituente

Certamente, ricordare quanto è scritto indelebilmente nella storia e negli atti della Costituente non sarebbe servito a nulla – né a La Russa né a nessun altro – con Elly Schlein, la quale, invertendo i fattori, realizza un prodotto che, al contempo, è indice della sua ignoranza in materia, ma anche il riassunto perfetto di come la Sinistra, il Pd e gli ex-Pci intendano la questione.

La Schlein, infatti, avrebbe palesemente voluto dichiarare: La Costituzione è l’antifascismo, intendendo come – secondo lei e secondo il Pd – l’architettura giuridica della nostra Carta fondamentale sia la risposta globale e antitetica al regime precedente.

Posizione che si può legittimamente avversare, anche in modo radicale, ma che non mancherebbe, a sua volta, di legittimità.

Però, dalla bocca della segretaria piddina è uscito altro: “l’Antifascismo è la Costituzione”!

La convinzione piadina prima della Costituzione?

Può sembrare, ma non è la stessa cosa, anzi!

Detta così, l’ideologia politica non solo precede e forse – come dice Flick, ammesso che possa avere un senso la cosa detta da Flick – “spinge” la norma fondamentale della Repubblica; ma è a sua volta, quella stessa posizione politica, qualcosa che viene addirittura prima, in ordine di importanza, del dettato della Costituzione.

Dunque, gli italiani non hanno più il “dovere di essere fedeli alla Repubblica  e di osservarne la Costituzione e le leggi” – articolo 54, comma I -, ma hanno l’obbligo di asservirsi moralmente e politicamente all’Antifascismo e di farlo nell’interpretazione che ne danno i partiti – perché altri esegeti non ve ne possono essere e non ve ne sono – che si sono arrogati il titolo di eredi legittimi… di cosa?

Ah, certo, come dice Flick, del “processo di spinta”!

Mandare a casa l’antifascismo

Pacchianate, verrebbe da dire, ma, purtroppo, si tratta, al contrario, di cose serie, serissime; a fronte delle quali, avendo vinto le elezioni e sì largamente, una Destra degna di tale nome non costringerebbe il vicepresidente della Repubblica – che tale è il presidente del Senato – e per di più espressione più genuina della propria parte politica – che tale è La Russa – a parziali retromarce rispetto a un concetto sacrosanto che ha illustrato, senza nemmeno smentirlo, ma isolandolo in un silenzio rotto solo dagli strilli sguaiati e ignoranti dei nemici e degli avversari.

Una Destra seria avrebbe colto e coglierebbe al balzo l’occasione per mandare definitivamente a casa l’Antifascismo.

Per far tornare il Fascismo?

No, per consegnare definitivamente il Novecento alla Storia e smascherare una volta per tutte l’alibi della Prima repubblica e della vecchia Democrazia ladra dell’Arco costituzionale, permettendo finalmente all’Italia di guardare politicamente solo in avanti.