L’incredibile storia di Francesca Scanagatta, la Lady Oscar italiana

L’incredibile storia di Francesca Scanagatta, la Lady Oscar italianaL’incredibile storia di Francesca Scanagatta, la Lady Oscar italiana – Il 14 luglio è una data storica per la Francia, con la presa della Bastiglia da parte dei rivoltosi, ma anche il giorno della morte di uno dei personaggi più amati e controversi della storia dei cartoni animati: Lady Oscar. “Una rosa è una rosa, anche se essa sia bianca o rossa. Una rosa non sarà mai un lillà, Oscar”.

Su due barricate diverse

Questa è la celebre frase detta da André alla sua amata Lady Oscar, quando quest’ultima decide di vivere come un uomo e quindi di non aver più bisogno di chi, fino a quel momento, era stato il suo “compagno di spada”.

Una storia straziante dove, alla fine, anche se con un tragico epilogo, a trionfare sarà proprio l’essere donna di chi era stata costretta a soffocare la sua femminilità sotto un’uniforme, rinunciando alla dolcezza, alla delicatezza, alla fragilità, che solo un cuore di donna può vivere, provare, sentire ma soprattutto trasmettere all’uomo che ama.

Una divisa che non ha impedito a quel cuore di donna di amare e di essere amata.

Una storia al femminile con la quale siamo cresciuti, dove emerge l’essere donna fatta di petali e spine, proprio come una rosa che, per quanto si sforzi, non potrà mai essere un lillà.

La storia di Francesca Scanagatta

Nella storia d’Europa ci sono state tuttavia donne che hanno avuto esperienze simili alla protagonista dell’anime scritto da Riyoko Ikeda.

Stiamo parlando di Francesca Antonia Scanagatta, nata a Milano nel Settecento in una famiglia di sette figli tra maschi e femmine.

Queste ultime, secondo la mentalità dell’epoca, dopo un’adeguata educazione si sarebbero dovute sposare. I maschi invece erano destinati alla carriera militare.

Il destino per Francesca aveva però altri piani. La giovane donna diventerà alfiere, ufficiale e poi tenente.

Tutto questo grazie a un escamotage trovato durante un viaggio col fratello Giacomo.

I due stavano andando incontro a destini diversi, decisi dal padre: il figlio si avviava all’ Accademia di Wiener Neustadt, in Austria, la figlia invece si recava a Vienna presso una signora per il perfezionamento della sua educazione.

L’ingresso in accademia

Il fratello, renitente alla vita militare, durante il viaggio si ammala gravemente escludendosi così dall’ingresso in accademia. Francesca consapevole dell’insofferenza del fratello per la vita militare approfittò della situazione, consigliando a Giacomo di tornarsene a casa con la scusa della salute cagionevole, mentre lei avrebbe proseguito, con in mano la lettera di presentazione scritta dal padre per il chirurgo dello Stato Maggiore, tale Haller, che avrebbe dovuto ospitare il fratello Giacomo.

La ragazza, sempre vestita da uomo, per non creare imbarazzo durante il viaggio, si presenterà così a casa Haller come “Franz”, riuscendo a iscriversi all’Accademia.

Il padre, una volta conosciuto l’inganno, tenterà vanamente di dissuadere la figlia.

Il ritorno alla vita civile

Non parlando tedesco, si esprimerà in latino, fallendo anche in questo caso, visto che non verrà capito.

Da qui avrà inizio la gloriosa carriera militare di Francesca che da alfiere diventerà ufficiale e poi tenente.

Tutto questo con un seno ricoperto di lividi per via delle fasce volte a comprimerlo e con la continua opposizione della famiglia.

Dopo il congedo, che arriverà solo nel maggio del 1801, quando ormai Francesca era tornata in famiglia da diversi mesi, il suo posto nel battaglione verrà assegnato a uno dei fratelli.

Moglie e madre

Da quel momento la vita della giovane donna cambierà drasticamente: convolerà a nozze col nobile Celestino Spini, tenente a cavallo delle truppe francesi, diventando madre di sei figli, due dei quali moriranno in fasce.

Francesca soffrirà molto la perdita del marito. Un dolore che non le impedirà però di continuare a considerarsi sempre il Tenente Franz Scanagatta, vedova del Maggiore Spini, fino alla sua morte, arrivata a novembre del 1864.

Lady Oscar e Francesca Scanagatta due donne e un destino: un cuore di donna nascosto da una divisa che non calpesta ma esalta la loro femminilità.

Rita Lazzaro