Lizzo e il falso mito della body positivity

Lizzo e il falso mito della body positivityLizzo e il falso mito della body positivity – “Ho disintossicato il mio corpo e sono ancora grassa. Amo il mio corpo e sono ancora grassa. Sono bella e sono ancora grassa. Ricordate, nonostante tutto quello che qualcuno dice o fa, voi fate ciò che volete con il vostro corpo”.

Sono queste le parole che la rapper Lizzo scrive ai suoi follower nel secondo post, realizzato dopo essersi sottoposta a una cura detox di dieci giorni.

Nella clip precedente aveva spiegato il perché si era sottoposta a quel trattamento, parlando della sua lotta quotidiana “per trovare l’equilibrio, per avere una sana relazione con il cibo, con l’ansia” al fine di amarsi più facilmente.

La rapper conclude l’inno ad amarsi con un consiglio: “mangiate, bevete, muovetevi, riposatevi. Il vostro lavoro è crescere, e capire tutto questo, nel vostro percorso. La sola cosa importante è amarvi, e spero lo capiate”.

La nuova frontiera è il body positivity

Un intervento dettato dalle critiche mosse da parte dei suoi fan che l’avevano accusata di aver tradito la nobile causa della body positivity, sottoponendosi a quel trattamento.

Una vera e propria arringa avvenuta nel 2020 da parte della famosa cantante e che, oggi, nel 2023, è stata completamente smontata dalle accuse mosse da alcuni suoi ex collaboratori.

Le dichiarazioni degli ex collaboratori

Un attacco che ha portato la cantante ma principalmente l’icona della body positivity a perdere circa 200mila follower ad una settimana dalle accuse mosse da tre ex ballerine contro Lizzo e Shirlene Quigley (a capo del corpo di ballo dell’artista) per molestie sessuali e per aver favorito un ambiente di lavoro tossico.

Ma non è finita qui, infatti lo studio legale che rappresenta le tre ex ballerine di Lizzo ha dichiarato che sta esaminando nuove lamentale da parte di altri ex collaboratori della rapper.

“Abbiamo ricevuto almeno sei richieste da altre persone con storie simili da quando abbiamo presentato la denuncia”, ha dichiarato a CBS News l’avvocato Ron Zambrano.

Un mondo distorto

Confessioni da cui sono emersi un ambiente sessualmente molesto e mancato pagamento dei dipendenti.

Accuse che potrebbero essere perseguibili ma, a detta dell’avvocato, è ancora troppo presto per dirlo.

Accuse (delle tre ex ballerine) che Lizzo ha considerato “incredibili e oltraggiose”, difendendo in un post su Instagram la sua etica del lavoro, la morale e il rispetto che “sono stati messi in discussione”.

Cosa trarre da questa vicenda?

Una cosa è però certa: la vicenda di Lizzo dimostra l’immagine distorta e tossica diffusa dalla body positivity sul concetto di rispetto per il proprio corpo, soprattutto in un mondo dove il sovrappeso è in forte aumento e le sue conseguenze psicofisiche sono nocive per la salute.

Obesi come gli americani

A tal proposito, basti pensare al Rapporto 2022 sull’obesità, nel maggio scorso, presentato dall’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) da cui emergono le proporzioni pandemiche dei tassi di sovrappeso e obesità. Infatti, dal documento emerge che il 59% degli adulti europei e quasi 1 bambino su 3 (29% dei maschi e 27% delle femmine) è in sovrappeso o è affetto dall’obesità, ormai considerata una vera e propria malattia.

Non per nulla sovrappeso e obesità sono tra le principali cause di morte e disabilità nella Regione europea dell’OMS e stime recenti riportano che causano più di 1,2 milioni di decessi all’anno, corrispondenti a oltre il 13% della mortalità totale nella Regione.

Una riflessione sull’ostentazione dell’obesità

Sulla base di questi dati agghiaccianti quanto può essere salutare la moda della body positivity?

Quanto si possono considerare intellettualmente oneste le frasi politicamente corrette come “amati” mentre si è prigioniere di un corpo in sovrappeso?

Che differenza c’è tra una Lizzo e una malata di anoressia?

Nessuno, visto che cambia solo la quantità di chili ma non il pessimo messaggio trasmesso, ossia quello di un corpo non sano e che, di conseguenza, niente c’entra con il concetto di bellezza che, come sosteneva la cultura dell’antica Grecia, culla della nostra civiltà, è un insieme di grazia, misura, proporzione, equilibrio, simmetria e armonia.

Nemes Sicari