Non c’è Pasqua senza Natale

Non c’è Pasqua senza NataleNon c’è Pasqua senza Natale – Sarebbe scontato osservare che una società secolarizzata svuota del significato più profondo ed essenziale anche il Sacro. Allo stesso tempo, sarebbe banale rimarcare come anche il Natale del Signore resta da tempo confinato nel perimetro chiassoso ed americanizzato del consumismo mercantilista. Si finisce per festeggiare la luce invernale, un rubicondo ed ipercalorico nonnino sponsor della Coca-Cola o improbabili personaggi di un paganesimo di ritorno perdendo di vista, invece, chi sia effettivamente il Festeggiato.

Un Natale di plastica

E soltanto un’emozione puramente umana ed orizzontale, frutto di un affetto plastificato, fa riscaldare il cuore di qualche sentimentalista che vede nel Presepe – spesso oggetto di devastazione concettuale e pratica all’insegna del politically correct – un bambino. E chi non si commuoverebbe nel vedere un bimbo riscaldato dal bue e dall’asinello? D’altronde non viviamo anche noi tempi duri e di austerity sul versante energetico? Dopodiché, possiamo mettere tutto in discussione in ossequio al principio laico e massonico della libertà di opinione. Possiamo contestare il Magistero della Chiesa ed interpretare a nostro modo le Scritture in virtù di un protestantesimo pratico. In funzione di ciò, pertanto, in quella grotta di Betlemme possiamo immaginarci tutti gli ultimi del mondo, tutti gli oppressi della storia, tutti i portatori dei moderni capricci spacciati per diritti e perseguitati fino a prova contraria.

Tornare alla grotta

Possiamo immaginarci tutto quello che il mondo moderno ci induce a pensare ma guai osare affermare che duemilaventidue anni fa la seconda Persona della Santissima Trinità si incarnò nel seno della Vergine Maria, concepita sin da subito senza peccato originale, per noi uomini e per la nostra salvezza. Ecco, lì in quella grotta umida e sporca, avvolto in una mangiatoia giace il Redentore, Colui che dall’Eternità entrò nel tempo e nella storia piegando il tempo e la storia per sempre. Dio che assume la natura umana per farsi carico dei nostri peccati.

Gesù Bambino e Gesù in Croce

Ed ecco un ulteriore motivo di riflessione. Il Bambino Gesù, presente in fasce nella grotta di Betlemme è lo stesso Gesù che subirà la morte in Croce sul Golgota. Il Bambinello nella grotta è il medesimo Gesù Cristo che subirà la Passione dopo essere stato tradito da Giuda. Betlemme ed il Calvario sono indissolubili. La mangiatoia e la Croce sono intimamente connessi perché l’uno è necessario per l’altro poiché unico è il soggetto. Non esiste una separazione tra il Natale e la Pasqua. L’Incarnazione avviene perché dovrà esserci la Passione, la Morte e la Resurrezione di NS Gesù Cristo.

D’altronde il Vecchio Simeone in occasione della Purificazione della Beata Vergine Maria e della Presentazione al Tempio del Bambino Gesù, dopo averLo riconosciuto come il Messia tanto atteso, profetizzo che Egli sarebbe stato segno di contraddizione e che una spada avrebbe trafitto il cuore della Madonna. Annunciava chiaramente la Passione del Signore e la Sua morte in Croce.

Oggi, se intendiamo essere davvero uomini e donne della Tradizione, dobbiamo ripartire concretamente dal quartier generale della buona battaglia: gli altari non manomessi dal modernismo in tavoli da ping-pong e dalla sana dottrina non inquinata dalle eresie sulfuree. Tutto il resto verrà da sé.

Gianvito Armenise