Omicidio Alessandro Alvarez, tre domande ad Alessandro Ambrosini di Notte Criminale

Omicidio Alessandro Alvarez, tre domande ad Alessandro Ambrosini di Notte Criminale

 

Omicidio Alessandro Alvarez, tre domande ad Alessandro Ambrosini di Notte Criminale – L’omicidio di Alessandro Alvarez presenta più zone d’ombra che di luce.

Abbiamo fatto tre domande al reporter di inchiesta Alessandro Ambrosini – ideatore di Notte Criminale che ringraziamo per la risposta.

Ci sono tre differenti filoni annodati tra loro: la militanza nell’estrema destra, gli ambienti ultras e la criminalità organizzata.

Esistono tesi, anche se alcune chiaramente volte a calunniare per il tramite di questo omicidio tutto un ambiente politico, che riconducono le responsabilità ad ognuno dei 3 filoni.

Per quanto concerne la magistratura, l’unico imputato, Alessandro Troccoli, è stato assolto per insufficienza di prove.

A distanza di un quarto di secolo, a tuo avviso, sarebbe ancora possibile fare luce su questo omicidio irrisolto?

Si, far luce su quello che è successo, si può.

Seguo casi senza risposta da 40 anni. Il caso Alvarez è e rimane aperto.

Anche se l’ambiente ermetico in cui è avvenuto il fatto non aiuta. E forse la paura di un mondo, nel cercare e trovare la verità, non aiuta.

A prendere per buone le dichiarazioni di Alessandro Troccoli (cosa da fare con le molle perché in un primo momento Troccoli chiama in causa Domenico Magnetta, ex NAR e con un alibi di ferro per la sera dell’assassinio) a sparare è stato uno slavo che dopo aver gridato il nome ALESSANDRO e vedendo voltare entrambi (Alvarez e Troccoli) fredda Alvarez.

La questione dello scambio di persona ti convince?

Bisogna scindere tra l’atto omicida e i moventi, i personaggi che sono stati coinvolti nelle ultime ore di vita di Alessandro.

Quando si mischiano mondi diversi ma attigui, il problema è saperli distinguere

A qualche settimana dall’omicidio Alvarez viene ritrovato il corpo carbonizzato di Francesco Durante, ucciso con delle modalità simili a quelle di Alvarez. A pagare con l’ergastolo per questo e altri reati è Giacomo Trovato.

La famiglia Trovato era legata alla ‘ndrangheta e operava tra Milano, Como e Lecco.

Durante e Alvarez si conoscevano, appartenevano più o meno alla stessa area politica ed entrambi frequentavano la palestra Doria.

Vedi una connessione tra i due omicidi?

Unire i due fatti, può essere facile.

Per conoscenza e vicinanza ambientale. Io inizierei, invece, col trattarli separatamente.

C’è una colpa che ha il nostro mondo: non aver distinto certi ambienti nei vari momenti storici. La vicinanza con le organizzazioni criminali poteva essere giustificata in un certo periodo storico.

Periodo finito il quale, si doveva abbandonare questa liaison. In alcuni casi, non è avvenuto ciò.

Lo dico in generale, non per il caso specifico.

La redazione ringrazia Alessandro Ambrosini e Notte Criminale https://nottecriminaleblog.wordpress.com/ per la breve intervista.

Redazione

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